mercoledì 30 novembre 2011

Non ci sono preti? Ecco allora i Lettori, “Ministri della Parola”

Una nuova figura si prepara nella Chiesa: il "ministro della Parola". La delinea il vescovo di Como nel piano pastorale stilato per il prossimo biennio: «Non ci sfugge la necessità e il compito di preparare idonei ministri della Parola - scrive monsignor Diego Coletti - per la celebrazione della Parola di Dio nelle comunità in cui non si riesce più a celebrare la Messa di ogni giorno feriale; o addirittura non è possibile garantire sempre il sacrificio eucaristico nei giorni di precetto festivo» e ricorda che il Papa chiama queste comunità «assemblee domenicali in attesa di sacerdoti».
In pratica, un diacono o un lettore istituito, condurrà le preghiere e le letture delle Sacre Scritture, Epistola e Vangelo, e le commenterà. Non potrà certo consacrare il pane e il vino, poiché solo un sacerdote può farlo, ma il "ministro della Comunione", figure laiche già presenti nella nostra Diocesi, potrà poi distribuire la Comunione.
Il ministero della Parola è un'esperienza già in corso, per esempio, nella vicina Svizzera, in certi villaggi dove il sacerdote arriva a celebrare la Messa due volte al mese; da noi, la preparazione passa dalla Scuola diocesana di teologia e dai vicariati, le nuove zone pastorali omogenee in cui è stata suddivisa la diocesi, per una miglior collaborazione tra le parrocchie e per azioni comuni, in raccordo con le associazioni. Ma il vescovo, nel piano pastorale, afferma che tutti i cristiani devono diventare «esperti del primo annuncio», cioè portare la Parola di Dio a tutti, «a chi è in ricerca, a chi è cresciuto fino ad una certa età frequentando la catechesi e i sacramenti e poi ha lasciato la vita della Chiesa» e perfino ai lontani. E dove la porta? «Nelle chiese e nelle case - esemplifica Coletti - nei luoghi di divertimento e di lavoro» e «nelle situazioni che toccano il cuore dell'esistenza quotidiana: la nascita di un figlio, una decisione importante, l'incontro con la morte di una persona cara, la scelta di vivere insieme, la fragilità, la sofferenza, la povertà».

 (Fonte: La Provincia, Il quotidiano di Como, 30 novembre 2011)


Nessun commento: