«E gli anticlericali corrono a tirare la tonaca del Papa», scrive Mario Giordano commentando l’intervento del Card. Bertone sui recenti fatti di cronaca (Il Giornale, 21 gennaio 2011). E prosegue: «Ma tu guarda, adesso sono diventati tutti papisti. Silenzio, parla il cardinal Bertone. E s’inginocchiano. Interviene il Vaticano. E fanno il segno della croce. Sempre sia lodato. Ma come? Non erano ingerenze? Pericolose invasioni? Indelicate interferenze? Che è successo? Semplice: sono diventati tutti papisti. Così papisti che si sentono persino in dovere di dare lezioni al Papa, tirandolo per la tonaca e spiegandogli che cosa fare. C’è don Aldo Cazzullo che gli insegna dottrina dalle colonne del Corriere della Sera, c’è il Fatto Quotidiano che illustra la retta via al Pontefice secondo il Vangelo di Travaglio. E poi via, una lunga sfilza di editoriali che sembrano encicliche, interviste che sembrano parabole, articoli che sembrano paragrafi del catechismo: tutti all’improvviso pii e religiosi, devoti al Sommo Pontefice, purché egli si sbrighi a condannare quel diavolo d'un Berlusconi, che ha tanto peccato per sua colpa, sua colpa, sua grandissima colpa. Amen. Vi ricordate i giornaloni fieri dei loro laicismo, gli editorialisti anticlericali, i feroci critici del Vaticano? Vi ricordate quelli che attaccavano la Chiesa, la giudicavano immorale, deridevano le posizioni retrive in fatto di etica? Vi ricordate quelli che in piazza Navona offendevano il Papa colpevole di non aver particolari simpatie per il Gay Pride? Vi ricordate quelli che lo sbeffeggiavano per non aver ancora celebrato in San Pietro matrimoni omosessuali? E quelli che gli imputavano la colpa della mancata beatificazione delle coppie di fatto e dello zapaterismo gaudente? Ebbene, tutto dimenticato, tutto cambiato: adesso costoro sono diventati i custodi dell’ortodossia morale, i templari delle virtù teologali, chierichetti dell’ordine della sacra castità. E quegli interventi della Chiesa che fino all’altro giorno venivano considerati bieche intromissioni o attacchi clericali alla laicità dello Stato, ora diventano benedizioni del Signore. Attese come uno zampillo d’acqua fresca nel deserto o come un’idea nella testa di Rosy Bindi.
«Il Papa non taccia», intima l’editoriale-sermone in prima pagina del Fatto. «Occorre dalla Chiesa una parola più esplicita», fa eco l’editoriale-sermone del reverendo cuneese Cazzullo sul Corriere della Sera. E poi è tutto un pendere dalle labbra del cardinal Bertone (ha parlato! Ha parlato!), aspettando il cardinal Bagnasco (parlerà? Non parlerà?) e invocando direttamente una scomunica di Benedetto XVI, magari durante l’Angelus di domenica, perché no? Nell’attesa i giornalisti ingannano il tempo in modo assai pio, facendosi illuminare dalla parola dei frati di San Francesco d’Assisi o inginocchiandosi di fronte al reggente della Penitenzieria apostolica, il tribunale vaticano dei peccati e delle pene, ansiosi di vedere appioppata a Berlusconi una penitenza severa (dieci Pater, 50 ave Maria, l’astinenza dalle carni e un pellegrinaggio d’espiazione al Quirinale).
Ma tu guarda, adesso sono diventati tutti devoti, quasi baciapile. Fino a qualche tempo fa descrivevano la Chiesa come una congrega di molestatori di bambini, pedofili incalliti, un’istituzione scivolata verso la depravazione e ormai priva di ogni autorità morale. Adesso, all’improvviso, invece, sono tutti apostolici romani, papalini fino al midollo, quasi gli viene il torcicollo a forza di guardare verso la finestra che s’illumina in piazza San Pietro. Ah, il cardinale Bertone! Ah, la scomunica! Ah, la dottrina della fede! Ah, il Sant'Uffizio e la Congregazione del Clero! Fosse per loro, a questo punto, tornerebbero pure all’Inquisizione. Alla faccia dalla laicità dello Stato: pur di dare addosso a Berlusconi, sarebbero disposti ad accettare le ingerenze di Torquemada, pubblicherebbero a dispense il catechismo di Pio X e trasformerebbero Savonarola nel nuovo idolo di Repubblica, nell’attesa che Veltroni la smetta di essere come la temperatura di Campobasso quando il satellite fa capricci: non pervenuto.
Per i cattolici è bello scoprire all’improvviso tanti nuovi fratelli di fede, ex mangiapreti diventati bigotti dell’ultima ora, pronti a usare il Papa come se fosse un parlamentare Idv, disposti saltare addosso alle parole di Bertone per attaccare Giovanardi, entusiasti, come solo i neofiti sanno essere, nel lanciare appelli ai credenti perché si ribellino all’immoralità berlusconiana in virtù del sesto comandamento. Con l’obiettivo, magari, di formare un bel governo arcobaleno, tutti insieme appassionatamente, Vendola, Bonino, i matrimoni gay, le coppie di fatto, la fecondazione in stile Frankenstein e l’eutanasia. Chissà come sarà contento così, il Vaticano, vero? Provate a chiederlo ai nuovi sacerdoti che sui giornali fanno il sermone al Papa. Noi, che ci volete fare? Siamo ancora fermi al vecchio catechismo. Quello per cui il Pontefice non si tira per la tonaca. E il bunga bunga, per quanto disdicevole, resta sempre meglio di un’ammucchiata.»
Un’ultima considerazione peregrina: se i pm ordinassero intercettazioni private anche su personaggi tipo Bindy, Vendola, Bonino, Franceschini, Fini, Di Pietro e quant’altri, che oggi si stracciano pubblicamente le vesti, voi che pensate ne verrebbe fuori? Allora non sarebbe forse meglio meditare su: “chi è senza peccato scagli la prima pietra”?: del resto la moralità invocata da Bertone nella vita pubblica, non è a senso unico, vale per tutti! Anche per le Cassandre strillone.
1 commento:
ben detto!! NOn se ne può più di questi ipocriti moralisti!
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