Accade
in Francia, ai piedi della chiesa tanto amata dal Cardinal Ravasi e da qualche
altro illuminato e strenuo difensore del brutalismo, Notre Dame du Haut, opera
dell’esoterico Le Corbusier. Tre anni fa la fondazione Association Notre Dame
Du Haut, proprietaria della chiesa (sic!) di Le Corbusier e del suolo ad essa
adiacente, decise di affidare a Renzo Piano un progetto per amplificare la
spiritualità del luogo…
Certo,
data l’esperienza in fatto di spiritualità dell’architetto genovese, i membri
dell’Associazione non potevano far scelta migliore! Ma affinché il progetto non
restasse una scatola vuota hanno convinto delle suore Clarisse di Besancon a
vendere il proprio convento e a trasferirsi nei nuovi spazi firmati Renzo Piano
Building Workshop.Agli inizi erano 12, oggi sono rimaste in 7, pienamente convinte della bellezza e della spiritualità delle nuove futuristiche celle. “Crediamo – dice la Badessa, suor Brigitte de Sigly, – che sia necessario lavorare sul concreto quando si parla di integrazione e di spiritualità. Noi lavoriamo dentro il generale movimento di apertura della Chiesa, e la Chiesa ci ha chiesto, venendo a Ronchamp, una presenza di preghiera. Noi siamo qui per dar vita alla collina”.
Sì, infatti il complesso realizzato da Piano, comprende anche un immancabile centro di preghiera multiconfessionale!
Ora passiamo però alle questioni economiche. Nel 2008 le suore clarisse hanno messo in vendita le loro proprietà immobiliari a Besancon, con l’intento di raggranellare fondi per la costruzione del nuovo “convento”. Evidentemente il denaro ricavato non è bastato a finanziare l’opera costata, secondo il sito delle stesse Clarisse, ben 12 Milioni di Euro. Così è stato messo in piedi un comitato di sostegno del progetto nell’aprile del 2009. Chi è il presidente di questo comitato? Naturalmente il Vescovo di Besancon, André Lacrampe!
12 Milioni di Euro divisi per 7 clarisse fanno circa 1,7 milioni di Euro a clarissa… Mica male per una comunità di “povere clarisse”, come si dichiarano sul loro sito le abitatrici, a dire il vero piuttosto attempate, del nuovo convento avvenieristico (ma molto anni ’70…). Può darsi anche che le Clarisse di per sé siano povere o meglio che vivano con poco, ma certo è scandaloso ed aberrante che pur praticando la povertà codeste figlie di Santa Chiara si siano fatte promotrici di un’inutile e terribilmente orrenda opera architettonica del valore di 12 Milioni di Euro. Il Vaticano che tanto parla della crisi economica, potrebbe prestare maggiore attenzione a sprechi così macroscopici. Anche perché la sempre maggiore evidenza di casi analoghi a quello di Ronchamp rischia di fomentare anche nei fedeli più devoti un giusto e sacrosanto disprezzo per l’affarismo clericale, la doppia morale dei Vescovi e l’ossimorica convivenza di povertà (a parole) ed esibita avidità di denaro per realizzare inutili monumenti all’archistar o all’artista del momento.
A volte mi vien da pensare che certi vescovi e certi/e religiosi/e siano davvero dei perfetti idioti (considerando il senso greco del termine “idiota=cittadino privato”, “colui che pensa a sé e non alla comunità”, opposto di “polita=il cittadino pubblico che vive per la comunità”). Date le condizioni nelle quali è ridotta la nostra Chiesa forse potrei aver ragione.
(Fonte: Francesco Colafemmina su “Fides et Forma” del 25/10/2011. Foto tratta da ArchitecturalRecord)
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