Un lettore, commentando la notizia sull’ora di Islam, che fatalmente ha portato con sé commenti sull’ora di religione cattolica, si chiedeva in sostanza quale beneficio abbia portato agli studenti l’insegnamento della religione a scuola, se poi tutti si bevono le cretinate di Dan Brown. Secondo il lettore, questo fatto, e cioè la supina accettazione delle fantasmagoriche tesi del Codice da Vinci, sarebbe la dimostrazione che non è stata fatta un’adeguata formazione religiosa. Un’ora scolastica di Storia delle religioni risolverebbe ogni problema.
Magari fosse così semplice, diciamo noi! Magari bastasse una solida preparazione culturale per non cadere nelle trappole dei nuovi mistificatori! In realtà siamo di fronte ad un problema molto più complesso e di difficile soluzione.
Quello che sta succedendo è stato già previsto: mentre si crede sempre meno in Dio, si è sempre più disposti a “credere a tutto”. Una società di credenti viene rimpiazzata da una società di creduloni. L’irrazionale ha fatto pesante irruzione nella coscienza collettiva, propagato e veicolato dalla stampa, dal mondo dei media, dal cinema. L’umanità è in preda a prurigini da mistero, ma un mistero tornato inquietante, oscuro, impenetrabile. Una mentalità neo pagana ha preso il posto della salda coscienza cristiana e perfino certi grandi santi della fede cattolica (si prenda, per esempio, Padre Pio) vengono strumentalizzati e inseriti in un contesto che predilige il miracolistico, il portentoso, il superstizioso.
Niente di più facile, allora, che un Dan Brown riesca meglio del Catechismo della Chiesa cattolica ad intercettare, affascinare e, quindi, plasmare le coscienze delle persone. Per un pubblico che ha perso ogni capacità di giudizio, che inghiotte tutto senza farsi domande, che vive solo di stimoli e sensazioni forti, ambigue, erotiche, la vicenda del Codice da Vinci è molto più stimolante dalla parabola del figliol prodigo.
L’aggressione dell’irrazionale alla filosofia cristiana (che invece sempre ha fatto di tutto per valorizzare la ragione) è evidente e continua. Ci prepariamo alla nuova carnevalata di Halloween, questa festa pagana che mette in scena morti viventi, streghe e fattucchiere, amuleti, magia, superstizioni pagane, simboli satanici. La morte (quella morte che San Francesco chiamava “sorella”, in quanto passaggio ad una nuova vita, anzi, alla vera vita della comunione con Dio) torna ad essere un che di inquietante ed indefinibile, una sorta di divinità. Le tenebre tornano sulla terra a contrapporsi minacciose al tempo degli uomini. Nulla di più anticristiano della festa di Halloween, ma nelle parrocchie si affittano tranquillamente gli spazi perché i ragazzini festeggino la macabra carnevalata.
E dopo Halloween, ci prepariamo al tradimento di un Natale sfigurato, svuotato di ogni significato. I nostri bambini vengono educati dai cartoni animati di Walt Disney alla venerazione di un fantasmagorico “spirito natalizio”, fatto di amore e di bontà, ma del tutto slegato dalla sua vera origine. Il Natale diventa una festa di stagione, fatta di simboli solo lontanamente cristiani (come il commercialissimo Santa Claus), che non dicono più con chiarezza che alla base di tutto c’è la nascita del Figlio di Dio. Questa elementare verità non è più comunicabile, non è sentita come corretta. Non sta bene presentare un Natale cristiano, come se il Natale potesse essere qualcosa d’altro.
Il sonno della ragione genera mostri, e questa nostra è l’epoca della ragione addormentata. Il Cristianesimo esalta e valorizza la ragione, senza negare il Mistero, ma è evidentemente troppo razionale per un’umanità che ormai vive solo di sentimenti incontrollati, lasciati correre a briglia sciolta.
E per risollevare l’umanità basterebbe una striminzita ora scolastica di storia delle religioni? Chi lo crede e lo afferma è davvero ingenuo, o forse non ha valutato bene la gravità della situazione.
(Fonte: Gianluca Zappa, La Cittadella, 28 ottobre 2009)
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