giovedì 17 dicembre 2009

Una scelta di cattivo gusto: in chiesa la Vergine nuda col pancione


Molto rumore ha causato l’iniziativa dei padri Stimmatini di Sezano (Verona). Nella cappella del loro “monastero” (così chiamato perché si tratta di un antico monastero già abitato dai monaci Olivetani e rilevato recentemente dalla Congregazione) hanno pensato bene di esporre alla pubblica venerazione, in questo periodo di Avvento, una statua della Vergine completamente nuda e col pancione, opera dello sculture M. Danielon. Le invettive lanciate sul Web (decisamente non a torto!) da quanti hanno visto in ciò un’azione sacrilega, sono chiare e dirette, senza eufemismi, tanto da costringere l’amministratore del sito a togliere le foto e ad inserire un avviso che dice: «Ai visitatori del sito: informiamo che stiamo ricevendo messaggi con parole di violenza, volgari e di minaccia in riferimento alla scultura di M. Danielon, collocata nella nostra aula liturgica come segno dell’Avvento. Il messaggio spirituale che proviene dall’opera e che molti hanno avuto modo di accogliere e interiorizzare, nulla ha a che vedere con questi toni polemici dai quali prendiamo le distanze. Nel percorrere il cammino di Avvento con l’opera di Danielon ci sentiamo confortati nel messaggio di annuncio e di compimento che la persona di Maria la Madre di Dio porta con sé. (12.12.2009)».
Certamente non siamo così introdotti nella spiritualità del “Monastero del Bene Comune”, ma da sprovveduti quali siamo, pur con qualche cognizione teologica, non riusciamo sinceramente a cogliere nessun messaggio spirituale proveniente da una siffatta opera (se esponevano la “Maya desnuda” di Francisco Goya, siamo certi che avrebbero ottenuto un risultato analogo!). Pensiamo comunque che se non avessero voluto eccedere in originalità a tutti i costi, il monastero ne avrebbe guadagnato in decoro e in buon nome.
C’è comunque da dire che la comunità stimmatina è molto legata a quell’ambiente di avanzato progressismo liturgico (non a caso il sito linka Adista, Arcoiris, Centro Balducci, Estnord Cantieri sociali, nomi di siti in cui lo zoccolo duro dei dissidenti dal magistero della Chiesa si danno regolare appuntamento) molto apprezzato dagli estimatori di iniziative ecumeniche e liturgiche molto “open”, talvolta al limite del consentito: basti vedere la documentazione fotografica del luogo adibito alla celebrazione eucaristica (vedi foto): all’aperto, su un prato, delimitato da due file di sedie poste in posizione ovale rispetto al centro su cui sono posti due supporti ricoperti da un drappo, su uno dei quali poggia un Messale aperto, e sull’altro, in posizione più arretrata, un libro della Parola (ambone?). Non possono sfuggire poi un basso tavolino con un boccale per il vino e un piatto con grosse fette tondeggianti di pane (azzimo?), una menorah (candelabro a sette luci) ebraica sul fondo, e due grandi teli stesi al suolo, (forse per consentire ai presenti di sdraiarsi per la “mensa”?). Tutte cose suggestive, indubbiamente, mosse sicuramente da ottime intenzioni, per carità, ma che lasciano in ogni caso trapelare un clima, se permettete, quantomeno discutibile, molto più vicino all’esaltazione psichica che all’Ordo Missae.

(Administrator, 17 dicembre 2009)

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