giovedì 29 ottobre 2009

Firenze, Don Santoro sfida il vescovo e sposa la donna nata uomo

Sandra Alvino 64 anni, nata uomo e ora donna, e Fortunato Talotta, 58 anni, si sono sposati davanti a don Alessandro Santoro, il parroco della comunità delle Piagge, un quartiere alla periferia di Firenze. I due, già sposati civilmente da 25 anni, non hanno pronunciato il classico 'si'' ma si sono scambiati gli anelli e hanno ricevuto la benedizione dal sacerdote al quale da molto tempo avevano chiesto di potersi unire in matrimonio in chiesa.
Due anni fa il matrimonio religioso venne bloccato dall' allora arcivescovo di Firenze, cardinale Ennio Antonelli e, secondo quanto si è appreso, anche l'attuale vescovo, Giuseppe Betori avrebbe chiesto a don Santoro di non fare la cerimonia. Secondo la Chiesa il loro matrimonio non è valido in quanto il canone 155 del diritto canonico richiede l'eterosessualità. Alvino, oltre 30 anni fa, si sottopose ad un'operazione per il cambio di sesso. Testimoni dei due sposi sono stati Massimo Caponnetto, figlio dell'ex giudice di Palermo Antonino e la moglie Gianna Barucci. Entrambi conoscono gli sposi e don Santoro da molti anni. La cerimonia si è svolta nei locali della comunità davanti a circa 200 persone molte delle quali non sono riuscite a trattenere le lacrime durante la lunga omelia.
"Sandra e Fortunato, così come il sottoscritto, sono consapevoli che, quando l'atto sacramentale di matrimonio arriverà in diocesi, verrà annullato, ma non sarà annullato per noi, per questa comunità, agli occhi di Dio", ha detto don Alessandro Santoro, prima di impartire la benedizione finale del matrimonio. Santoro ha voluto chiudere la lunga celebrazione con una canzone di Fabrizio De André, 'Smisurata preghiera', quasi per fare proprie le parole del cantautore "in direzione ostinata e contraria". Un modo per dire di essere consapevole che anche per lui, quasi certamente, ci saranno delle conseguenze. "Ma io, da sempre, ho obbedito fino in fondo a questa comunità, così come obbedirò - ha aggiunto riferendosi alla curia ed al vescovo Giuseppe Betori - da domani a qualunque cosa sarà decisa".
Quindi, rivolgendosi alla sua comunità, ha aggiunto: "non permetterò a nessuno di fare niente che sia in senso contrario a ciò che verrà deciso". Poi, prima di salutare gli sposi ai quali la comunità ha preparato un rinfresco, ha detto: "Ora ho bisogno di rimanere da solo". Più volte durante l'omelia Don Santoro si è fermato, chiaramente emozionato, ribadendo che la decisione di celebrare il sacramento "non è per fare un gesto di rottura e di ribellione e di 'sfida' nei confronti dell'autorità della Chiesa ma per fare un gesto di fedeltà e di obbedienza profonda a Dio e al vostro amore, un gesto di accoglienza e di verità". La decisione della Chiesa, per la quale "gli atti canonici sarebbero nulli, ed hanno il potere per dichiararlo", secondo il parroco delle Piagge "é sbagliata" e, citando don Lorenzo Milani, ha proseguito spiegando che "si è veramente obbedienti solo quando si ha il coraggio della franchezza e dell'accoglienza". Tuttavia la decisione della Chiesa "non cambia la realtà: voi siete una coppia di credenti - ha aggiunto - che vive nella chiesa il suo essere coppia e questo il Dio della Vita benedice e accarezza". Nel corso dell'omelia il sacerdote oltre a don Milani ha citato Alex Lang, il leader dei Verdi suicidatosi 14 anni fa a Firenze, il vescovo Tonino Bello "uno dei pochi vescovi italiani che probabilmente aveva un briciolo di fede", l'arcivescovo brasiliano Helder Camera e Fabrizio De André.
A seguito di ciò l’arcivescovo di Firenze monsignor Giuseppe Betori ha sollevato don Santoro dalla cura pastorale della “comunità delle Piagge” e gli ha chiesto di "vivere un periodo di riflessione e di preghiera". Secondo la diocesi, ieri mattina si è compiuta "la simulazione di un sacramento, ponendo un atto privo di ogni valore ed efficacia, in quanto mancante degli elementi costitutivi del matrimonio religioso che si voleva celebrare". "Tale simulazione è stata posta in atto da don Alessandro Santoro in contrasto con le disposizioni più volte dategli dai superiori", ah spiegato Betori puntualizzando che "l’atto assume particolare gravità in quanto genera inganno nei riguardi delle due persone coinvolte, che hanno potuto ritenere di aver celebrato un sacramento laddove ciò era impossibile, nonchè sconcerto e confusione nella comunità cristiana e nell’opinione pubblica, indotta a pensare che per la Chiesa siano mutate le condizioni essenziali per contrarre matrimonio canonico".
Secondo Betori, "gesti come quello posto da don Alessandro Santoro contraddicono il ministero di pastore di una comunità, per la quale il sacerdote deve rappresentare la voce autentica dell’insegnamento dottrinale e della prassi sacramentale della Chiesa cattolica". "All’arcivescovo di Firenze - ha, infine, concluso la nota - non resta pertanto che riconoscere con dolore e preoccupazione questo dato di fatto e, come preannunciato allo stesso don Santoro, sollevarlo a partire da questo momento dalla cura pastorale della comunità delle Piagge che gli era stata formalmente affidata come cappellania il 14 settembre 2006, ma presso la quale egli ha svolto azione pastorale fin dal 1994".

(Fonte: Il Giornale, 26 ottobre 2009)

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