Barack Obama, neo nobel per la pace, sembra avere qualche problemino con la televisione. E ci è andato giù pesante col gruppo Murdoch, accusato di essere un vero e proprio partito d’opposizione. L’entourage di Obama sostiene che quella gente non fa informazione, ma politica. Praticamente è la stessa, identica accusa che in Italia tutta la gente che vota Berlusconi fa al gruppo Repubblica e alle trasmissioni di Santoro e compagnia bella. Con una differenza piuttosto sostanziale: quello di Murdoch è un gruppo privato, mentre Santoro e gli altri imperversano sulla TV di Stato pagata da tutti.
Comunque, la sostanza non cambia: l’accusa è di fare politica, non informazione. Adesso bisognerà vedere se, trattandosi di Obama, qualcuno finalmente capirà che un conto è fare informazione, un conto è utilizzare il potere mediatico per agire politicamente. Se lo dice Obama, il mitico Presidente degli Stati Uniti, icona vivente del politically correct, allora ci si può credere. Ma se si crede ad Obama, bisogna poi ammettere anche che il buon vecchio Berlusca tutti i torti non li ha. Ma c’è da scommettere che anche in questo caso gli intellettuali di sinistra sapranno trovare i giusti cavilli e i giusti distinguo. Obama ha sempre ragione, Berlusconi sempre torto. Ormai lo sanno pure i sassi.
E visto che ci siamo, parliamo di questo stratosferico premio Nobel ad Obama. Vedete, gli avessero dato il Nobel alla simpatia, niente da eccepire. Il problema è che glielo hanno dato per la pace. Molti si sono chiesti: ma che cavolo ha fatto Obama per meritarsi il Nobel? Ha aperto dei tavoli di discussione, ha generato delle “speranze”. Ma è tutto da verificare se questi tavoli porteranno a qualcosa. E, in ogni caso, non si capisce cosa significa un premio per la pace dato sulla base di “speranze”. Noi sapevamo che il Nobel veniva assegnato per qualcosa di concretamente realizzato.
Stridente questo Nobel ad Obama (lui stesso ha candidamente confessato “non so se me lo merito”), soprattutto se si pensa che il riconoscimento è stato negato per ben due volte a Giovanni Paolo II, che, se permettete, qualcosa per la pace nel mondo l’ha fatta davvero. Due furono le nomination, una nel 1999, superata poi dall'assegnazione a Medici senza frontiere, e un'altra nel 2003, dopo la sua condanna della guerra in Irak. Perché gli fu negato il Nobel? Perché il papa fu ritenuto “troppo conservatore” in altri ambiti. E quali erano gli altri ambiti? La difesa dell’essere umano fin dal suo concepimento, la ferma condanna dell’aborto e della manipolazione dell’embrione umano.
Evidentemente gli svedesi ebbero paura di ripetere la gaffe compiuta col Nobel assegnato nel 1979 a Madre Teresa di Calcutta, che quando andò a ritirarlo ebbe il coraggio di dire, davanti alle televisioni di tutto il mondo, che l’aborto è “la guerra più dura e con maggior numero di caduti” e non ebbe paura di aggiungere (in modo molto “scorretto”) che questa guerra si faceva in modo legalizzato e facilitato dalle strutture internazionali. Non si poteva rischiare di dare anche a Giovanni Paolo II una vetrina così importante per sentirgli tirare una delle sue bordate (di cui era capacissimo, come ogni grande santo) contro il più grande sterminio dell’umanità contemporanea.
Stridente questo Nobel ad Obama perché, oltre ad essere il Presidente di una Nazione che ha i suoi bei soldati e carri armati in giro per il mondo (a meno che non si voglia sostenere che le armi di Obama sono buone), è un personaggio dalla politica molto ambigua proprio sui temi della bioetica. Al contrario di Madre Teresa, Obama crede che sull’aborto ognuno possa regolarsi come vuole, mentre un membro autorevole della sua amministrazione, l’inossidabile Hilary Clinton, va in giro a sostenere che l’aborto è un “diritto” di cui dovrebbero godere soprattutto le donne africane. Inoltre Obama è colui che ha tolto i veti posti da Bush agli istituti di ricerca americani sulla sperimentazione con gli embrioni congelati.
Ma allora, se due più due fa quattro, non c’è proprio da stupirsi se il Nobel è arrivato ad Obama. La pace c’entra molto poco. C’entrano invece le lobby dell’aborto e della manipolazione genetica, le stesse che bloccarono il Nobel a Giovanni Paolo II.
L’impressione è che il premio Nobel si sia “sanremizzato”. Come succede a Sanremo, di solito chi vince non è il vero vincitore, e tutto è già programmato, secondo logiche che non hanno niente a che vedere con il regolamento del concorso.
(Fonte: Gianluca Zappa, La Cittadella, 13 ottobre 2009)
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