Il 12 ottobre è stato diffuso dagli organi di stampa la notizia dell’aggressione a Roma di due omosessuali, che è stata subito strombazzata come episodio di “omofobia”.
Da quello che si legge nella cronaca locale del 12 ottobre, nel giornale di Roma il Tempo, l’aggressione effettuata da sei teppisti fascistoidi non sembra essere avvenuta perché i due sono omosessuali, ma perché non hanno ricambiato il saluto fascista:
«Sei ragazzi sugli scooter li circondano e fanno il saluto fascista: “Camerata, camerata, camerata”. I due non ricambiano il gesto, sono gay: uno viene colpito col casco alla testa e con una ginocchiata ai genitali. Poi i tre scooter si dileguano».
Tutto l’episodio è ricostruibile dalle sole affermazioni degli aggrediti. Con questo non s’intende dire che se lo siano inventato; anzi è credibile proprio perché da quello che hanno riferito non risulta affatto che siano stati aggrediti in quanto omosessuali. A parte ciò che è riferito sopra, hanno anche affermato: «… hanno visto il nostro modo di vestire come un affronto [da notare: erano vestiti non in modo da apparire omosessuali, ma “in stile Skinhead sharp”, come si legge nello stesso articolo] o forse hanno solo capito che siamo una coppia gay». Quel «forse hanno solo capito che siamo una coppia gay», detto da chi vuol far intendere che si tratta certamente di un’aggressione “omofoba”, fa capire quanto egli stesso ne sia convinto…
Ma per essere equi con i due protagonisti, bisogna anche osservare che molto probabilmente non sono neanche stati loro a voler montare il caso. Infatti, sempre nell’articolo di cronaca, si legge che dopo l’aggressione (avvenuta – si badi – poco prima delle due del pomeriggio) sono tornati a casa; «ma le telefonate di solidarietà lo hanno convinto [quello dei due che ha subito il pestaggio] e ieri sera col suo fidanzato è andato al pronto soccorso del policlinico Umberto I, e stamattina presenteranno denuncia in Procura, assistiti dal legale dell'Arcigay». Quindi dalle ore 14 in cui hanno subito l’aggressione, sono andati al Pronto Soccorso la sera. Ma al Pronto Soccorso che si va a fare dopo diverse ore dall’incidente: per farsi un bicchierino o una partita a briscola?
Pare che, “decodificando e mettendo in chiaro” il “linguaggio” dell’articolo, si può capire come il malcapitato sia stato – diciamo così – persuaso (questa sembra la traduzione di “telefonate di solidarietà”) a creare il caso; e se no l’Arcigay che ci sta a fare? Resta comunque il fatto che nei giorni successivi non se n’è più sentito parlare. Né si è più saputo dalle cronache locali se davvero è stata presentata denuncia in Procura. Ma questo è secondario.
Un caso simile al precedente potrebbe essere quello di metà settembre scorso, anch’esso immediatamente bollato come “esplosione dell’odio omofobico” quando, in realtà, gli inquirenti hanno appurato che si trattò di un litigio per un sigaretta.
Infine, la notizia di poche ore fa: a Napoli un professore sarebbe stato aggredito da tre ragazzi perché omosessuale. Un lancio di venerdì 16 ottobre delle 12.14, informa invece che “Si sono presentati questa notte i tre ragazzi che ieri pomeriggio avrebbero aggredito un professore omosessuale, insultandolo e picchiandolo. I giovani hanno respinto ogni addebito di natura razzista, spiegando di aver litigato per altri motivi con l'uomo”. L’articolo poi è stato prontamente rimosso dall’edizione online. La cosa più curiosa di tutte è che solo a una piccola lobby etica sia venuto il dubbio che la stranissima epidemia omofobica italiana possa essere in realtà una montatura, mentre nessuna testata giornalistica professionista abbia ritenuto opportuno dedicare un servizio al tema.
(Fonte: FattiSentire.net)
Nessun commento:
Posta un commento