giovedì 22 ottobre 2009

Ora di religione islamica nelle scuole?

L’ora di religione islamica nelle scuole pubbliche e private? Facoltativa e alternativa a quella cattolica? E chi la dovrebbe insegnare? Docenti riconosciuti italiani, al limite anche imam a patto che abbiamo i requisiti e siano registrati in un apposito albo? Messa giù così no davvero! E coloro che protestano hanno le loro buone ragioni. Vi dirò le mie.
1. Il Concordato, rivisto nel 1984, non prevede nulla di tutto ciò. Innanzi tutto all’articolo 9 sostiene che l’Insegnamento della Religione Cattolica (=IRC) è parte integrante della nostra storia e della nostra cultura. Ed è per questo che l’Italia si impegna ad assicurare tale insegnamento come una disciplina culturale nel quadro delle finalità della scuola di ogni ordine e grado a chi intenda avvalersene facendone esplicita richiesta.
2. Si badi bene: insegnamento della religione, non catechesi; cioè non educazione alla fede. La proposta è storico/culturale, ma della religione cattolica, che è patrimonio culturale del popolo italiano. Ciò che conferisce all'insegnamento religioso scolastico la sua peculiare caratteristica è il fatto di essere chiamato a penetrare nell'ambito della cultura e di relazionarsi con gli altri saperi.
3. Per coloro che non intendono avvalersi dell’insegnamento della Religione Cattolica, ogni Istituto è tenuto a organizzare delle ore di insegnamento alternativo all’IRC.
4. Parlare, pertanto, di insegnamento della religione islamica nelle scuole pubbliche e private in alternativa all’IRC significa snaturare la cultura del popolo italiano.
5. Nessuna difficoltà, al contrario, se gli Istituti scolastici che lo ritenessero opportuno, dovessero promuovere, tra le ore alternative all’IRC lo studio della religione islamica per chi ne volesse avvalersene. Il nodo della questione è proprio qua; infatti la cosiddetta “ora alternativa” è in realtà “l’ora che non c’è”.
Non vedrei, pertanto, alcuna difficoltà se l’insegnamento della religione islamica fosse contestualizzato nell’ambito dell’ora alternativa per chi intesse avvalersene, anche se dal punto di vista pedagogico faccio molta fatica a ritenere che esso corrisponda alle finalità della scuola italiana; obiettivo a cui tutti i saperi debbono tendere.
Ma, continuando la nostra riflessione, occorre ribadire con semplice chiarezza che:
a. la religione della assoluta maggioranza del popolo italiano è la religione cristiana/cattolica.
b. chi viene in Italia deve accettare la Costituzione italiana con tutto ciò che i Trattati annessi contemplano, senza equivoci, senza deroghe e senza svilire l’identità del popolo italiano.
c. la scuola, come ambiente formativo ed educativo, è chiamata sì a favorire il rispetto di ogni persona umana, l’integrazione di coloro che giungono nel nostro Paese, senza dimenticare, tuttavia che l'integrazione si ottiene promuovendo la nostra specifica identità.
Non si può, tuttavia, rifuggire da un serio interrogativo a riguardo dell’insegnamento della religione islamica anche se collocata nella prevista ora alternativa: di quale religione islamica parliamo? Pensare che l'Islam sia “una cosa sola” è un grave abbaglio! L'Islam ha mille volti e mille espressioni. L’Islam – non dimentichiamolo mai – è strettamente imparentato anche con forti espressioni del fondamentalismo.
Un’ultima riflessione. Si parla tanto di formazione alla integrazione culturale.
Ebbene: la conoscenza del fatto religioso cattolico è condizione indispensabile per la comprensione della nostra cultura e per una convivenza più consapevole e responsabile. L’insegnamento della religione nella scuola mentre costituisce un’esigenza della concezione antropologica aperta alla dimensione trascendente dell’essere umano favorisce la formazione morale favorendo lo sviluppo della responsabilità personale e sociale e le altre virtù civiche e costituisce dunque un rilevante contributo al bene comune della società.
Ma occorre affermare con altrettanta decisione che i valori della nostra civiltà europea non hanno nulla a che vedere con la cultura islamica! Mai dovrà essere messa in discussione la nostra tradizione, la nostra cultura, la nostra appartenenza.
Pertanto, dando per possibile, anzi auspicabile l’eventuale servizio che la scuola italiana potrebbe offrire agli alunni di religione islamica - da collocare in ogni caso solo ed esclusivamente nell’ora alternativa all’IRC - resta assolutamente fermo che l’integrazione culturale non avviene proponendo agli italiani i valori dell’Islam, ma agli islamici in Italia i valori della cultura a cui si ispira e sono fondamento del popolo italiano e che la Costituzione sancisce.
[Aggiungo: non mi spiego - o meglio me lo spiego benissimo - perché tanti parlamentari si diano così attivamente da fare per introdurre l’insegnamento della religione islamica, quando invece ancora oggi sono molto critici nel mantenere nelle scuole l’ora di religione cattolica: una situazione questa, purtroppo, ancora mal digerita e accettata solo obtorto collo! –n.d.m].

(Fonte: Tommaso Stenico, Umanesimo Cristiano, 19 ottobre 2009)


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