giovedì 28 maggio 2009

Chi è senza peccato scagli la prima pietra: gli intrallazzi del giornale di Tonino Di Pietro

La figlia del leader, il figlio del suo braccio destro Formisano, il figlio del braccio destro di Formisano, la nipote di un assessore Idv dell’Abruzzo, l’ex addetto stampa (Ferdinando Pelliccia) di un assessore regionale Idv in Campania, e per ultima un’altra aspirante giornalista, con credenziali diverse da quelle parentali: lei era apparsa nuda sulla rivista Blitz nel 1983, tra «Il diario erotico di Ilona Staller» e un miniposter staccabile di Gloria Guida «diva tv proibita» (come ha rivelato Panorama). Tutti raccomandati, amici del leader o figli di, tutti appassionatamente insieme nella redazione del giornale di partito, praticanti con tesserino dei giornalisti. Tanto, paga Pantalone, alla faccia del partito anti-casta. Parliamo di Italia dei valori, stavolta non del partito, ma del giornale omonimo.
Il quotidiano organo dell’Idv, nato e morto nel giro di un anno e mezzo (giusto il tempo di incassare circa 4 milioni di euro di fondi pubblici all’editoria), dal marzo 2006 al luglio 2007, chiuso improvvisamente e senza spiegazioni da Di Pietro. Una vicenda che si porta ancora dietro molti misteri e anche qualche strascico giudiziario. È quello che riguarda appunto l’ex modella di Blitz, Graziella Solaroli, candidata poi da Di Pietro alle comunali di Roma nel 2006 (ma rimediò solo 21 voti...) e imposta come praticante nel neonato giornale di partito nel febbraio 2006. Nessuno l’ha mai vista in redazione. Però l’ex candidata ha richiesto all’editore la certificazione del praticantato, sostenendo anzi che non la facevano lavorare.
Un’altra praticante mai vista in redazione era Anna Di Pietro, figlia di Tonino. «Di Pietro mi chiese la certificazione del praticantato - racconta raggiunta al telefono dal Giornale l’ex direttore di Italia dei valori, Delia Cipullo - dopo sei mesi che ci aveva fatto chiudere il giornale, lasciandoci alla fame, aveva pure il coraggio di chiedermi quel certificato! Anche in quel caso dissi di no, perché sarebbe stato falso, visto che sua figlia non aveva svolto veramente il praticantato». Quando l’anno scorso la Cipullo denunciò questa storia da figli so piezz ’e core, Di Pietro si difese ad Annozero dicendo che erano tutte falsità, «querelerò, querelerò», minacciò Tonino. «Non ha querelato» spiega la Cipullo, che rivela anche una censura santoriana. «Provai a chiamare Annozero per rispondere in diretta a Di Pietro e dire come stavano le cose. Telefonai inutilmente: non mi fecero parlare».
Il quotidiano dell’Idv aveva come direttore editoriale Nello Formisano, plenipotenziario campano di Di Pietro (prima senatore, oggi deputato Idv). Il primo giornalista contattato per fare il direttore responsabile fu Marco Travaglio, ma chiese una cifra troppo al di sopra delle possibilità dell’editore, e la cosa finì lì. Siamo all’inizio del 2006, due anni prima della dichiarazione di voto di Travaglio per l’Idv. Dunque era già un dipietrista convinto. Formisano scriveva spesso articoli per il giornale Idv, come molti altri parlamentari Idv, tra cui ovviamente Tonino che però aveva di più, una rubrica tutta sua in prima pagina chiamata «L’angolo Di Pietro». E qui arriviamo al mistero della chiusura. «Di Pietro scrisse la sua rubrica ancora due giorni prima di convocare l’editore al ministero (nel luglio 2007 era ministro delle Infrastrutture, ndr) per comunicargli che da lì a tre giorni l’Idv non avrebbe più concesso al giornale lo status di organo del partito. Voleva dire toglierci i finanziamenti, lasciarci sul lastrico e toglierci il lavoro. E sa una cosa? Non si è mai capito perché decise così improvvisamente di tagliare il suo quotidiano».
C’è chi fa notare la coincidenza temporale tra la chiusura del giornale Idv (di fatto, una creatura di Nello Formisano) a fine luglio del 2007 e le notizie avute da Di Pietro proprio in quei giorni sulle indagini in corso a Napoli circa le telefonate tra Mautone e i dipietristi campani (molte di quelle conversazioni erano proprio con Formisano). Ma è solo una supposizione.
Quel giornale d’altra parte era già nato in modo ambiguo, sotto l’egida dell’allora dipietrista Sergio De Gregorio (all’inizio la sede del giornale era quella napoletana del movimento Italiani nel mondo) insieme all’editore Antonio Lavitola, cugino di quel Walter Lavitola che poco tempo prima aveva riesumato l’Avanti!. L’ex pm di Mani pulite patron politico di un giornale di un editore filo-craxiano? Sembra un paradosso, ma non è lontano dalla verità.
E l’ex candidata Graziella Solaroli, che fine ha fatto? Nel partito non si sente più. Qualcuno dice sia Grazia Visconti, giornalista e scrittrice autrice di inchieste sul mondo delle escort di lusso. Chissà. Però era proprio quello il nome con cui l’ex modella di Blitz Graziella Solaroli firmò i tre pezzi (mai pubblicati) sul quotidiano Italia dei valori.

(Fonte: Paolo Bracalini - Gian Marco Chiocci, il Giornale, 27 maggio 2009)

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