giovedì 21 maggio 2009

In retrospettiva: il caso Lario e ciò che interessa agli italiani

Caso Berlusconi-Lario. Mettiamola così, perchè cos' è. Il nostro premier nell'ultimo mse ha dimostrato doti di grande statista. Ha fronteggiato con grande efficacia l'emergenza terremoto (a qualcuno sarà pure dispiaciuta la sua continua presenza in Abruzzo, ma alla naggioranza degli italiani no, perchè ha dato il senso di una presenza delle Istituzioni) e la sta gestendo con uguale efficacia; ha tirato fuori dal cilindro l'idea del G8 in Abruzzo (che è piaciuta in tutta Europa e che è stato anche un modo per risparmiare fondi statali in un momento in cui ce n'è molto bisogno); ha raccolto la sfida del 25 Aprile, celebrando la ricorrenza e contribuendo coi suoi discorsi ufficiali e le sue iniziative alla riconciliazione, in pieno accordo con il Presidente della Repubblica.
Gradimento alle stelle, popolarità crescente, ma, soprattutto, crescente autorità del personaggio, il quale ha acquistato (se ne aveva bisogno, ma sembra che Berlusconi debba essere l'unico in Italia ad averne sempre bisogno) in peso politico, in caratura. E gli osservatori seri l'hanno riconosciuto.
Certo, la cosa non andava bene. Bisognava in qualche modo ridimensionare, alla vigilia di importanti elezioni, la figura di quest'uomo che rischia, sono parole di Franceschini (che svelano un nervo scoperto della sinistra) di "prendere tutto". Berlusconi non può, non deve fare la figura dello statista. Deve essere il solito parvenu, un po' cretino, un po' superficiale, un mestierante, quando non un menzognero, un ingannapopolo. Un niente rispetto ai politici di professione, che vantano, tra l'altro, illustri antenati. Un Mastro-don Gesualdo, non degno di sedere al banchetto dei nobili veri.
Ed ecco che scoppia il caso Lario, che offre miracolosamente il destro ad un elenco già nutrito di di insulti gratuiti: Hitler (Di Pietro), dittatore di una repubblica orientale sovietica (Franceschini), Capo di una coalizione di governo razzista (Franceschini bis). Si arriva all'infamante accusa di velinaro e di frequentatore di minorenni. E giù con le analisi e le riflessioni serie e impegnate sulla questione morale, che va "ben oltre il conflitto di interessi" (Bindi). Ed ecco che, improvvisamente, il parere del mondo cattolico (quello che è sempre sgradito ed è sempre un'intromissione negli affari dello Stato quando si tratta di tematiche sgradite a lorsignori) diventa importante e da tenere in seria considerazione.
L'Italia torna ad essere, in un attimo, la repubblica delle banane, guidata da un personaggio oscuro e poco raccomandabile. Gli italiani, che a questo personaggio danno l loro fiducia, tornano immediatamente dei cretini, presi collettivamente per i fondelli dal Kaimano.
La Bonino grida alla decadenza della vita politica. Dovrebbe fare mea culpa: non fu lei e il suo amichetto Pannella a portare per prima una pornostar al Parlamento? La sinistra fa lo steso. Ma scusate, quali meriti aveva il transessuale Luxuria di sedere in Parlamento, se non quelli di fare la soubrette al Muccassassina? Si parla di veline... Ma, chiedo ancora, la bellissima Gruber è stata candidata al Parlamento Europeo per le sue memorabili inchieste o per essere un'affascinante lettrice di veline? Si dice che il Berlusconi populista, quello che va a casa anche della gente, a festeggiare il compleanno della figlia di un amico con tanto di fotografi al seguito, è uno scandalo. Ma, chiedo di nuovo, l’anno scorso non ci siamo dovuti sorbire Veltroni che andava a fare l’amico buono della gente e entrava in casa dell’inquilino medio a portare la rosa alla madre di famiglia?
Sono ormai alla frutta. Prima che si concluda la campagna elettorale. Hanno già perso e lo sanno. Sono disperati. Hanno però dalla loro parte la stampa nazionale (quella dalle alte tirature, quella che pesa, i programmi che parlano di politica) e lo stuolo di tutti i moralisti più tristi della vecchia DC. Richiamano alla moralità, ma stanno dando l’ennesimo, squallido, immorale esempio di uno sciacallaggio politico che non s’arresta davanti a nulla. Ciò che conta è sbaragliare l’odiato Nemico che li ha messi all’angolo. E tutti i mezzi sono leciti. Il problema è che anche stavolta faranno un buco nell’acqua.
Si sta provando a mettere su un caso, anzi, nella mente di certa gente il caso già c’è. E’ nella loro testa, ovviamente, è un sogno, una gufata che diventa miracolosamente realtà. Peccato che sia solo una realtà virtuale, una specie di gioco, una partita a Spore.
Certo, si dirà, ci sono le frasi di sdegno della Lario, la quale, guarda caso, coglie sempre il momento giusto per mettere il marito in difficoltà. C’è sempre di mezzo una campagna elettorale, quando la signora Berlusconi decide di esternare le proprie amarezze di moglie delusa. Offrendo il destro a tutti coloro che passerebbero anche sulla propria madre, pur di ammazzare Berlusconi. La Lario ha fatto un bel regalo alla Bindi, a Franceschini, a Bersani, a Di Pietro: una richiesta di divorzio pubblica, con tanto di dichiarazioni imbarazzanti rese alla stampa. In tempo in tempo per le elezioni europee, sulla base di un fatto che non sussiste (è evidente che non sussiste). Si poteva fare di più?
E giù tutti a gufare (non gli è rimasto altro da fare), a guardare contenti la marea che monta, o a farla montare, che è più esatto. Con risultati comici, parossistici, come è stata comica la puntata di Alzo Zero di ieri sera, che mi ha messo molto di buon umore, stavolta. La speranza di questa gente è che il “matrimonio a pezzi” di Berlusconi oscuri la sua credibilità. Ma consiglierei a costoro di andarci piano, di non correre troppo. Perché è tutto da dimostrare che questa penosa vicenda oscuri il prestigio di Berlusconi, come sognano. E’ tutto da dimostrare che la partecipazione al brindisi del compleanno della figlia di un amico possa diventare quello scandalo nazionale che costoro si augurano, tanto, addirittura, da presentarci sopra un’interrogazione parlamentare.
Anche perchè i sondaggi parlano chiaro: le dichiarazioni della signora Lario, troppo tempestive per essere spontanee, non sembrano in grado di “oscurare” l’attività del capo del governo. Non sono delle imbarazzanti questioni familiari, a determinare la vita politica italiana. Gli italiani non valutano l’operato di un governo sulla base delle liti in famiglia del premier. Alla nazione interessa ben altro. Gli italiani non sono così stupidi come qualcuno li vorrebbe.

(Fonte: Gianluca Zappa, La Cittadella, 8 maggio 2009)

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