giovedì 28 maggio 2009

Chiesa tirata per la tonaca su gossip e veline

Questo rumore che arriva da sinistra è davvero strano. Sembrano i colpi di un martello, qualcosa che viene da lontano. Qualcuno sta costruendo una fila di gogne, come nel New England puritano del XVII secolo. Questa lunga schiera di intellettuali, moralisti, filosofi, ex magistrati, salottieri, imbonitori televisivi, e vecchie laiche con il rosario in mano, camminano pregando e imprecando dalle parti di Salem [la città delle streghe]. Tutti vestiti di nero, con le facce di circostanza, in attesa di una bolla papale, delle parole di un vescovo, di un segno divino. La Chiesa che fa? Parla o non parla? Qui serve una botta di morale. Signori della corte, tutti in piedi, è cominciata la caccia alle veline. Noemi e le altre. Tutte le donne dello scandalo, quelle senza vergogna, quelle con il book e le tette di fuori, quelle che sognano Amici, quelle che puzzano di periferia, si riflettono su youtube e si raccontano su Facebook, quelle truccate a 16 anni, con l’accento di Casoria o di Pioltello, quelle con i padri con la coda di cavallo, loro, tutte loro, queste streghe del XXI secolo che stanno mandando in malora il buon nome dell’Italia. Che fa la Chiesa parla o non parla? I bravi cittadini di Salem sono impazienti. Queste svergognate meritano una punizione, magari una bella V scarlatta disegnata sul corsetto. V come velina. V come vendetta. V come venduta. V come volgare. V come vanity. V come vergogna. V come verrà il giorno. V come Vade retro Satana. V come vip, very important p. Ma questa volta p non sta per persona. La sinistra di Salem può dare sfoggio della sua casta e dotta morale. Berlusconi e le veline sono tutto ciò che loro odiano. E allora via in processione dietro Dario Fo, il vecchio giullare vestito da Savonarola. Tutti a salmodiare Famiglia Cristiana, che punta l’indice contro l’Italia delle veline e delle vallette, figlie di una «vita truccata», sgualdrine di un’emergenza nazionale che inquina anche la politica. Tutte al rogo signorine, nude, scalze e fustigate. Manca solo la bolla papale. Che fa la Chiesa, parla? Parla Bagnasco, il capo della Cei, il monsignore dei vescovi italiani. Il cardinale parla di modelli che uccidono l’anima e di giovani senza speranza. Ma ai quotidiani di Salem tutto questo non basta. L’Unità tira il prelato per la tonaca. Troppo tiepido sulla morale. Troppo generico: «Neppure un cenno alla cultura delle veline». Qui servono nomi e cognomi. Serve una bella V scarlatta, sul corpo ignobile delle veline. Chi se ne frega di tutto il resto. Bagnasco parla della crisi? Non è questo il problema. I precari? Si arrangino. Gli operai? E chi sono? Noi siamo l’Unità, il sacro foglio dei puritani, mica il giornale fondato da Gramsci. La laicità? Una bufala. L’emergenza è un’altra. L’emergenza sono le veline. L’emergenza è Berlusconi. Santità basta una parola e il mondo sarà salvato. La sinistra di Salem ora ha bisogno della mano di Dio. Il Papa, un profeta, Maradona: va bene tutto. Intervenire è un dovere cristiano. Queste sono cose serie. Mica si parla di embrioni, aborto, Eluana e faccenducole di questo genere. Qui non è in ballo la vita, ma qualcosa di molto più sacro. Qui c’è Berlusconi da cacciare da Palazzo Chigi. Qui c’è la morale di una nazione minacciata dalle cosce di queste ragazzotte. Qui serve una crociata vera, seria. Non quel monsignor Crociata che ieri si è limitato a dire: «Ognuno ha la propria coscienza». Scherziamo? Questi non sono mica affari di famiglia. Storie private. Privacy. Peccati da confessionale. Qui c’è l’anima di Berlusconi da mandare al rogo. Lui, i suoi valori, la televisione, i suoi modelli culturali, il suo potere e le sue veline. Non sentite come battono i martelli di Salem? Questa è una vendetta attesa quindici anni. È la rabbia dei boniviri, la casta dei custodi del Novecento, con i loro partiti, i loro intellettuali, le loro verità sacre e inviolabili, la loro cultura cristallizzata, che non ha mai perdonato a Berlusconi di aver vinto, di aver sparigliato le carte, di aver cambiato la storia. La sinistra di Salem si è arroccata nella sua cittadella e disprezza tutto ciò che non gli assomiglia, soprattutto i barbari. Questa nuova cultura che Baricco, con intelligenza, si rifiuta di giudicare decadente. I barbari non sono peggiori dei sacerdoti del Novecento. Sono un’altra cosa. E quelle veline di periferia, che a Salem tanto detestano, non sono streghe da marchiare a fuoco. Ma forse il problema non è neppure questo. Il problema, sempre a Salem, è questa democrazia che si ostina a premiare Berlusconi. Sono i voti, il consenso, che va dalla parte sbagliata. Il problema è come abbattere l’anomalia. E allora tutto può servire. Anche il moralismo. Anche la commissione della Bonino, le domande di Repubblica, gli anatemi di Di Pietro, le punizioni divine, le prediche di Franceschini e le scomuniche della Chiesa. Quella che fino a ieri doveva tacere. Tutto, proprio tutto, può servire. Perfino una lettera scarlatta.

(Fonte: Vittorio Macioce, Il Giornale, 27 maggio 2009)

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