La Chiesa è scesa in campo contro il governo Berlusconi, a motivo delle nuove norme sull’immigrazione? Sì e no. Anzi, più no che sì.
Monsignor Agostino Marchetto, segretario del pontificio consiglio per la pastorale dei migranti, ha tuonato contro, come già altre volte in passato. Ma si sa che non rappresenta la Santa Sede. Ogni volta che lui apre bocca arriva la precisazione che parla a titolo personale, e mai “L’Osservatore Romano” riporta le sue bordate.
Quanto alla conferenza episcopale italiana, ufficialmente non ha emesso verbo. Hanno parlato il suo segretario generale, Mariano Crociata, il segretario della commissione per le migrazioni, Domenico Sigalini, e il direttore dell’ufficio per la pastorale degli immigrati, Gianromano Gnesotto. Ma che si siano espressi come CEI contro il governo l’hanno scritto i giornali, tutti i giornali tranne uno, quello che dovrebbe saperne di più, cioè “Avvenire“, il quotidiano di proprietà dei vescovi.
Lunedì 11 maggio, quando i giornali davano in prima pagina la notizia che la Chiesa italiana, per la voce di monsignor Crociata, aveva condannato i “respingimenti”, “Avvenire” non era in edicola.
E il giorno successivo? Bisognava andare a pagina 8 per scovare un misuratissimo cenno alle parole di Crociata. Sotto il titolo “Mondo cattolico: interculturalità per creare integrazione”, del segretario della CEI erano riportate queste sole parole: “L’Italia vive già e non da oggi una realtà di intercultura. E corollario di questa convinzione è che tutto deve essere inserito in un rigoroso rispetto della legalità, necessaria garanzia per l’integrazione”.
Idem giovedì 14 maggio. Le dichiarazioni di monsignor Sigalini e don Gnesotto finiscono anch’esse a pagina 8, dentro un articolo intitolato: “Dal mondo cattolico ancora preoccupazione”. Del primo le parole clou sono: “Accoglienza coniugata con sicurezza”. E del secondo: “Valorizzare le diversità”.
Ma la prova del nove che la CEI, tramite il suo giornale, non è contro il governo ma piuttosto lo invita a riflettere bene su quello che fa con gli immigrati, è data dalla pagina delle lettere al direttore.
La pagina di giovedì 14 maggio è esemplare. Allinea lettere contro e lettere pro, queste ultime anche molto battagliere.
C’è un lettore, Giorgio Pizzonia, che addirittura scrive così: “Caro direttore, al Vaticano che critica la politica dei respingimenti dei clandestini, la risposta migliore l’ha data il funzionario del governo libico che ha trattato l’accordo con l’Italia: «Se volete, possiamo portare a piazza San Pietro tutti gli stranieri che le navi italiane hanno portato qui». Che fa il Vaticano? Accetta? Se li prendono tutti loro, questi e quelli che verranno?”.
(Fonte: S. Magister, Settimo cielo, 16 maggio 2009)
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