giovedì 11 marzo 2010

«Attenti alla Bonino! Lei può far male davvero, soprattutto ai cattolici»

Attenti alla Bonino. Lei può far male davvero. L’onda d’urto della sua candidatura alla presidenza della Regione Lazio ha già prodotto degli effetti politicamente molto rilevanti. Fughe, prese di distanza, monito delle gerarchie cattoliche. L’effetto Bonino in poco più di un mese ha mandato in tilt la sponda cattolica del Pd, e fatto fuggire, solo nel Lazio, oltre sessanta amministratori locali. Se la leader radicale dovesse avere la meglio sulla sua rivale, la sindacalista Polverini la cui devozione l'ha spinta a far benedire il proprio comitato elettorale, si assisterebbe ad una seconda Breccia di Porta Pia in chiave post moderna. Ne è convinto Luigi Amicone, direttore di “Tempi”, che proprio a causa dell’onda radicale vede in grossa difficoltà il partito di Bersani.
D. Amicone, cerchiamo di fare chiarezza, ma qual è la forza dei cattolici oggi nel Pd ?
Faccio un nome: Paola Binetti. Dico Binetti perché tutti possano capire. Ecco, la forza dei cattolici è pari al peso della Binetti. Quindi nullo. Sono inconsistenti, costretti ad una subalternità totale.
D. Destinati all’estinzione quindi?
Per ora destinati ad arrampicarsi sugli specchi, come fanno i vecchi democristiani come Fioroni, costretti sempre e comunque a chiedere permesso prima di parlare di questioni cattoliche. Una cosa penosa.
D. Il termine cattolico è ampio, abbraccia molti profili, oggi cosa caratterizza un cattolico che milita o vota Pd?
La sua caratteristica principale è la confusione che è totale e a trecentosessanta gradi. Costretti a vedere il cristianesimo come un affare privato. Come se non potessero dir la loro o fare battaglie contro i tempi moderni. E poi vedono in Berlusconi un uomo moralmente criticabile dal punto di vista cattolico.
D. E’ ipotizzabile che le oltre mille parrocchie nel Lazio si attivino per fermare l’onda radicale? In fondo la Polverini non è Berlusconi.
I parroci e chi frequenta le parrocchie assiduamente, e quindi entra in contatto con i fedeli, possono avere tante idee. Non so se arriverà un ordine di scuderia preciso. Ma ho veramente difficoltà ad immaginare il sostegno da parte del mondo cattolico nei confronti di un personaggio, come la Bonino, più volte vista di fronte San Pietro impegnata in feroci battaglie anticlericali. Sarebbe come se degli antitalebani viscerali sostenessero un talebano. Ma non escludo nulla: in giro ci sono tanti matti.
Abbracciando la Bonino il Pd però abbraccia anche quelle che erano le posizioni di Ignazio Marino.
D. Quindi in teoria non sarebbe dovuto accadere tutto questo terremoto.
Ma per carità. La Bonino è un gigante rispetto a Marino. La leader radicale ha una storia, una biografia seria e soprattutto una coerenza filosofica. Marino è una brutta copia sbiadita e rimpicciolita, mi domando ancora come faccio un personaggio del genere a stare nella dirigenza del partito. Ma sa cosa penso?
D. Dica…
Che il Pd è lo specchio dell’opportunismo liquido inconcludente alla mercè di Antonio Di Pietro e dei radicali. Si sta verificando la profezia di Baget Bozzo: il Pd è morto
D. Ha sfogliato Avvenire in questi giorni? Tratta in maniera diametralmente diversa Vendola rispetto alla Bonino. Come mai?
La Bonino è la vera antagonista. Vendola è un cattocomunista riverniciato. Un prodotto confuso che proviene da più parrocchie.
D. Nel Lazio molti esponenti cattolici del Pd cattolici si sbracciano per minimizzare l’effetto Bonino. Giorni fa Michele Meta, un consigliere regionale potentissimo e con decine di migliaia di voti, ha sostenuto che sui temi della famiglia e della vita il Pd si ispira all’umanesimo popolare e al socialismo democratico.
Non ci credo.
D. Sono dichiarazioni rilasciate dalle agenzie qualche giorno fa.
Allora sono basito. E’ impressionante, certi esponenti del Pd parlano come se la gente fosse stupida. Possono dire quello che vogliono, ma questi signori sotto la croce stavano con la lancia non certo con il fazzoletto della Veronica.
D. Ma qual è la casa dei cattolici oggi?
Santa Romana Chiesa.
D. E la loro casa politica?
Un cattolico trova casa dove si ragiona. E quindi più nell’area del Pdl che da qualche altra parte. E sia chiara una cosa: ad un cattolico oggi non interessa chi urla Gesù, Gesù come fa l’Udc. Semmai preferisce seguire il motto “non fiori ma opere di bene”. Ecco perché secondo me ha un atteggiamento più cattolico un Formigoni, che grazie al mix pubblico privato permette nelle strutture ospedaliere della Lombardia di fare una mammografia in dieci giorni, rispetto a chi fa attendere dieci mesi come accade in altre regioni.
Fin qui Amicone. Ma sempre in relazione alla Bonino, ricordate quando l’esponente radicale praticava aborti illegali? A quanto pare quei molti cattolici della sinistra che la sostengono l’hanno decisamente dimenticato.
Che dire? Se ogni politico nasconde qualche scheletro nell’armadio, Emma Bonino cela un cimitero di 10 mila bambini non nati e da lei, spesso personalmente, eliminati con una indifferenza orgogliosa e agghiacciante. Negli anni 1974-75, quelli in cui infiamma la battaglia che poterà alla legge 194, la Bonino diviene con Adele Faccio una leader di quella che ancora oggi Marco Pannella chiama una “battaglia per i diritti civili”.
Soprattutto, fonda il Cisa e si fa promotrice dell’aborto “per aspirazione”, alternativa pratica ed economica ai “cucchiai d’oro”, cioè agli infami interventi compiuti – fuorilegge ma dietro prezzolatissima parcella – da alcuni medici o praticoni nostrani. Quello mostrato dalla foto è proprio un intervento di quel tipo, eseguito con la pompa di bicicletta davanti al fotografo al quale la giovane e bella militante rivolge il suo sorriso. Il metodo è chiamato Karman e normalmente viene eseguito con un aspiratore elettrico, che però costa “un mucchio di quattrini e poi pesa a trasportarlo nelle case per fare aborti nelle case”. Così spiegava la deputata radicale alla giornalista Neera Fallaci di Oggi, mostrando gli oggetti accanto a lei, bastano una pompa da bicicletta, un dilatatore di plastica e un vaso dentro cui si fa il vuoto e in cui finisce “il contenuto dell’utero”. Un kit per il fai-da-te, come oggi usano fare le iper-femministe per ingravidarsi da sole. “Io – spiega Emma – uso un barattolo da un chilo che aveva contenuto della marmellata. Alle donne non importa nulla che io non usi un vaso acquistato in un negozio di sanitari, anzi è un buon motivo per farsi quattro risate”. Un’allegra scampagnata: “L’essenziale per le donne è fare l’aborto senza pericolo e senza soffrire, non sentirsi sole e angosciate”. Già perché mai? “Entro il secondo mese non ci sono problemi: si può fare il self-help, l’auto assistenza, un discorso rivoluzionario delle femministe francesi e italiane. Dopo il secondo mese mandiamo le donne a Londra”. La Bonino, oltre a essersi sottoposta a un aborto clandestino, tramite il Cisa nel 1975 ha eseguito in Italia e a Londra, in dieci mesi, 10.141 aborti. Cioè diecimila omicidi, secondo la legge vigente all’epoca. Per sua stessa ammissione.

(Fonti: L'Occidentale, 27 febbraio 2010; FattiSentire.org, 7 marzo 2010)

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