In questo turbinio di notizie vere, false, tendenziose, addomesticate, di conferme e smentite, di attacchi nefasti e di silenzi ancor più nefasti, una cosa va detta a voce alta e sottolineata per bene: l’unico esponente del Vaticano che abbia difeso apertamente e a chiare note il Santo Padre in questo frangente è stato Mons. Fisichella (e ora a ruota anche il Card. Ruini). Gli altri, anche e soprattutto chi di dovere, hanno nicchiato, temporeggiato, glissato.
Ho già avuto modo di affermare tempo fa, che Mons. Fisichella dà fastidio a molti. C’è chi dice che nell’apparato vaticano che conta stia probabilmente pagando la sua scomoda amicizia con un altro grande personaggio della Chiesa, un personaggio che nel cattolicesimo italiano ha fatto storia: il card. Camillo Ruini. Un’amicizia resa ancor più solida da una condivisa posizione di deferente stima e apprezzamento nei confronti del Papa.
Ruini infatti lo si può amare o detestare; ma nessuno, neanche i suoi avversari, possono negare la sua fedeltà al Papa, la sua capacità organizzativa della pastorale e soprattutto quel fare politica, sempre per il bene della Chiesa. Quello che importava a Ruini era portare a casa un risultato buono per la Chiesa, non il farsi vedere accanto a questo o a quel potente o "gentiluomo" come per esempio succede spesso a qualcuno nei nostri giorni. E soprattutto equidistanza dai poli, bacchettare a destra e a sinistra, senza se e senza ma, sopravvivere ai vari governi. Ha fatto sua la massima: "se la Chiesa appoggia una parte politica, rafforza il suo potere su pochi, ma perde la possibilità di governare su tutti." Sarà anche “bieco pragmatismo” politico, ma in tanti anni ha sempre funzionato. Questo era Ruini.
Bene: oltre però che per la sua vicinanza alla linea ruiniana, io sono convinto che mons. Fisichella è inviso alla nomenklatura vaticana anche per altri motivi, più riconducibili alla sua spiccata personalità: la preparazione dottrinale di inattaccabile ortodossia, la chiarezza espositiva, la determinazione e il coraggio di esporsi in prima persona; tutte doti difficilmente riscontrabili in coloro che di Fisichella hanno recentemente chiesto la testa, gratuitamente, per partito preso, senza appello; doti che sicuramente non eccellono soprattutto in chi non vede l'ora di trovarne il sostituto, magari, guarda caso, limitando la ricerca in un vivaio ben circoscritto, peraltro in questi anni molto frequentato per la sua “miracolosa” fertilità. È del resto opinione diffusa, condivisa soprattutto dagli osservatori laici delle vicende interne della Chiesa.
Ecco perché mi sento di affermare in tutta tranquillità: guai se Fisichella dovesse lasciare il Vaticano! accanto al Papa c'è assoluto bisogno di persone come lui, persone che non abbiano paura di esporsi e che non fuggano, come pecore impaurite, di fronte alle domande insidiose e impertinenti dei lupi dell’informazione (ricordate la sera di Annozero con Santoro, in occasione del documentario della Bbc?).
Di questo volevo dunque ringraziare l’amico e maestro mons. Fisichella: per essersi schierato al fianco del Santo Padre, dimostrandogli assoluta fedeltà, con il coraggio, la competenza, la chiarezza che gli sono soliti: presumibilmente con il disappunto di quanti, sperando nelle manipolazioni, nelle loro fantasiose elucubrazioni, nei giochetti di palazzo, nei doppi sensi di parole e frasi estrapolate dal loro contesto, lo pensavano finalmente “defenestrato”, ridotto al silenzio. Purtroppo questi signori dovranno ricredersi e scendere dalle loro cattedre di “soloni” frustrati e delusi; loro che, per denigrarlo, per "suonarlo", sono riusciti ad imbastire a malapena una ridicola orchestra con i coperchi delle pentole, fidando in una grancassa di amplificazione (i media loro amici) miseramente scoppiata!
(Administrator, 18 marzo 2010)
Nessun commento:
Posta un commento