giovedì 11 marzo 2010

Ratisbona: il fratello del Papa non c’entra, ma fa molto titolo!

Ieri sul Web e sulle agenzie di stampa (in Italia, non in Germania) il nome di Georg Ratzinger, fratello di Benedetto XVI è stato del tutto arbitrariamente associato allo scandalo della pedofilia che sta scuotendo la Germania, perché la diocesi di Ratisbona ha reso noti dei casi acclarati e delle denunce, riguardanti sacerdoti diocesani. Uno di questi casi acclarati (avvenuto nel 1958) e una delle recenti denunce (su un presunto abuso avvenuto all’inizio degli anni Sessanta) riguardavano il coro dei “Domspatzen”, i “passerotti del Duomo”, ma sono (nel secondo caso sarebbero) avvenuti nel convitto dove i bambini e i ragazzi erano allogiati e studiavano. Georg Ratzinger ha diretto quel coro dal 1964 al 1993. Nessuno dei casi acclarati o segnalati riguarda questo periodo. Va inoltre ricordato che oggi come nei decenni passati c’erano il direttore del coro (maestro di musica), il direttore del convitto (responsabile della struttura dove i bambini e i ragazzi alloggiano) e il direttore degli studi (che si occupa della parte didattica). Nel caso del 1958 fu coinvolto un prete che era in quel momento vice-direttore del convitto, poi condannato a due anni di carcere e morto nel 1984. Nel caso ora denunciato, non è ancora chiaro chi sia il presunto colpevole, ma comunque è o sarebbe avvenuto prima dell’arrivo di Georg Ratzinger alla direzione del coro. C’è un terzo caso - e qui si è ingenerata la confusione, non si sa quanto interessatamente alimentata - avvenuto nel 1969: il colpevole è un prete (anch’egli scomparso) che è stato condannato a 11 mesi di carcere nel 1971. Questo prete era stato per circa otto mesi, nel 1959, responsabile nel convitto dei “passerotti del Duomo”, ma poi aveva lasciato il convitto ed era diventato il responsabile diocesano per la musica sacra. L’abuso di cui si è reso colpevole è dunque avvenuto dieci anni dopo che lui aveva lasciato i “Domspatzen” e non c’entra con il coro. Dunque, non solo non c’è nessuna accusa o denuncia che citi in alcun modo il fratello del Papa, ma i due fatti fino ad oggi acclarati o anche soltanto denunciati che riguardano il coro si riferiscono a un periodo nel quale Georg Ratzinger non era neanche direttore. Intanto però la notizia è stata rilanciata sul Web e dalla Tv, associando il nome del fratello del Papa ai casi di pedofilia, senza che vi fosse una parola chiarificatrice. E’ noto che dopo il caso Williamson la Santa Sede segue con grandissima attenzione tutto ciò che viene scritto su Internet. In questo caso però nessuno ha ritenuto di chiarire alcunché, anche soltanto con fornendo una ricostruzione precisa dei fatti alle agenzie di stampa in forma ufficiosa. A mio modesto avviso si è trattato di un errore, perché è vero che sui quotidiani italiani in edicola oggi la vicenda è spiegata nei suoi giusti termini, ma l’opinione pubblica è stata informata ieri, dai giornali online, dai siti e dai servizi televisivi. Ci sono molti modi di intervenire per stroncare sul nascere informazioni non corrette e penso che la Sala Stampa avrebbe potuto dire o far filtrare qualcosa ufficiosamente al riguardo, essendo più volte intervenuta - in un passato non lontano - con comunicati tempestivi in difesa di uomini o istituzioni anche soltanto collegate con la Santa Sede, penso ad esempio alla nota con cui si espresse solidarietà al presidente dell’ospedale Bambin Gesù, Giuseppe Profiti, oggetto di un’indagine della magistratura riferita ai suoi precedenti incarichi ricoperti in Liguria.

(Fonte: Andrea Tornielli, Sacri Palazzi, 6 marzo 2010)

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