Se il tema della droga in tv non fosse maledettamente serio, verrebbe da dire che giovedì Annozero è stato a suo modo utile. Ha dimostrato a tutti che Morgan vale ben poco come artista e che la sua canzone era così brutta che Sanremo eliminandola ci ha guadagnato.
Chi sicuramente non ci ha guadagnato è stato il pubblico tv che si è dovuto sorbire una delle puntate più assurde della storia santoriana. «Uno spot alla droga», secondo il sottosegretario Giovanardi. Senza contare gli sproloqui di Celentano, con contorno di pause così fastidiose da mettere in imbarazzo perfino il navigato Santoro. «Ho visto che Emanuele Filiberto ha partecipato a Sanremo» ha attaccato Adriano. «Magari l’anno prossimo potranno andare al Festival imbianchini, dottori, postini, tranne i tabaccai che vendono le sigarette. E le sigarette fanno male. Fanno male come la cocaina che, se presa in dosi eccessive, uccide. Le sigarette, pur non in dosi eccessive, fanno venire il cancro... Il problema non è Morgan, il problema è che siamo tutti colpevoli: produciamo, usiamo, vendiamo e consumiamo cose che fanno male».
Se solo Celentano avesse fatto una pausa in più, forse si sarebbe accorto che il teorema «tutti colpevoli, quindi tutti in qualche modo innocenti», offende milioni di italiani che non si comportano così.
A furia di discutere di Santoro, di Morgan e persino di Celentano, rischiamo però tutti di perdere il punto nevralgico del problema. L’altra sera era contenuto in un filmato (peraltro già visto in tv ma non per questo meno potente) di tre ragazzini lombardi che raccontavano di avere iniziato a sniffare a 11 anni e di continuare bellamente a farsi 6-7-8 canne al giorno, a sniffare e prendere acidi, mentre i loro genitori non sospettavano di niente, benché i loro bambini il sabato mattina rientrassero a casa alle 6. Immagini angoscianti, che meritavano un dibattito serio attorno al tema, invece che una prolissa difesa di un artista, cacciato dal Festival.
A ben poco sono servite nel corso della serata le parole misurate dello scrittore Scurati o del genitore di un ragazza che ha rischiato di morire per «avere preso solo una volta, solo un quarto di pastiglia di ecstasy». Le loro voci si sono quasi perse in mille rivoli. Perché ogni volta che la televisione affronta problemi come quello della droga non è mai onesta fino in fondo, mentre i vip ospiti in studio sembrano sempre pensare che ai loro figli certe cose non accadranno mai.
«La presenza di Morgan è stata dannosa» ha sentenziato il Moige.
«Non si dà spazio in tv ai cattivi maestri» ha aggiunto l’Osservatorio dei minori. Aggiunge Don Mimmo Battaglia, presidente della Federazione italiana comunità terapeutiche: «I mezzi di informazione hanno la responsabilità di dare risposte reali senza strumentalizzare la "fragilità" di falsi miti dell’immaginario giovanile. Affrontare un argomento così delicato richiede responsabilità ma soprattutto la presenza di esperti».
E mentre Santoro si frega le mani per avere vinto la serata con oltre il 19% di share, nei nostri occhi continuano a scorrere le immagini di quei tre bambini strafatti. Non tutto per fortuna è perduto. A patto di guardare in faccia il vero problema: quello di una società sempre più «tossica» che punta a normalizzare le droghe. Ma soprattutto quello di un’emergenza educativa – come hanno sottolineato da tempo i vescovi italiani – che meriterebbe l’intervento immediato di tutte le forze del Paese. Per questo Santoro l’altra sera ha sprecato un’occasione importante. Di questo soprattutto dovrebbe vergognarsi.
(Fonte: Gigio Rancilio, Avvenire, 27 febbraio 2010)
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