giovedì 25 marzo 2010

L’ultima paradossale esternazione del vecchio Küng

Ti pareva che l’odio mai sopito di un dissidente frustrato non venisse rispolverato proprio in occasione delle tristi vicende che vedono coinvolta la Chiesa in questi ultimi mesi?
In seguito ai casi di pedofilia ad opera di preti, che tanto hanno fatto scalpore ultimamente in Germania, il teologo svizzero Hans Küng, 81 anni, professore emerito di teologia ecumenica presso l'Università di Tubinga, è intervenuto sull'argomento tramite il giornale Süddeutsche Zeitung, [come ovvio prontamente ripreso a titoli cubitali da Repubblica e da Micromega, solerti portavoce di questo pugile ormai “suonato”] e ha pronunciato parole durissime, venate di autentico rancore. Il fautore del “rinnovamento della Chiesa Romana” e portabandiera dei teologi dissidenti, si è rammaricato perché la chiesa di Roma non si interroghi seriamente, perché il Papa stesso, invece di parlare di pentimento, di richiesta di perdono, di dichiarazioni di profonda tristezza e di shock, non si assuma di fronte al mondo la sua personale e diretta responsabilità di tutto ciò.
Il papa e la chiesa dovrebbero quanto meno aprire un dibattito sul celibato, causa prima della pedofilia [il suo leitmotiv]. Dopo aver ricordato che, solo il dieci per cento dei tedeschi ritiene che la chiesa stia facendo abbastanza a proposito dei preti pedofili, Küng si è chiesto come mai il Papa chiami "sacro" il celibato definendolo un grande dono. Per Hans Küng il celibato più che sacro è infelice, perché esclude innumerevoli buoni candidati dal sacerdozio e induce ad espellere dal loro incarico molti preti sposati. Nihil novi sub sole, in questo: abbiamo sentito e risentito fino alla noia mortale queste tesi partigiane: le conosciamo perfettamente, ma il teologo tedesco non demorde e prosegue: la legge del celibato non è una verità di fede, ricorda Küng, ma una legge della chiesa, che dovrebbe essere abrogata, è in vigore dall'11esimo secolo, ma era già stata contestata dai riformatori nel 16esimo secolo.
Ci sono innumerevoli testimonianze di psicoterapeuti e psicoanalisti, ha continuato a ribadire Hans Küng, secondo i quali il celibato ecclesiastico e il tabù del sesso asseconderebbero le tendenze alla pedofilia, già a partire nei seminari. Quindi per il teologo ribelle i vescovi non solo dovrebbero chiedere perdono, ma dovrebbero anche dichiararsi colpevoli e complici, perché “per decenni, dato il tabù sulla norma del celibato, hanno occultato gli abusi, limitandosi a disporre il trasferimento dei responsabili. Tutelare i preti era più importante che proteggere bambini”. E quindi, “in nome della verità, Joseph Ratzinger, l’uomo che da decenni è il principale responsabile dell`occultamento di questi abusi a livello mondiale [sic!], avrebbe dovuto pronunciare a sua volta un mea culpa”, assumendosi a sua volta le proprie responsabilità, anziché lamentarsi di una campagna che sarebbe in atto contro la sua persona”.
E qui prosegue nella sua accusa infamante, che peraltro l’esatta ricostruzione storica ha ampiamente dimostrato come totalmente falsa; ma lo fa comunque, pur sapendo di mentire, con l’unico scopo di insultare e gettare fango sulla figura del Pontefice, altrimenti inattaccabile: “Per otto anni docente di teologia a Regensburg e in stretti rapporti col fratello Georg, maestro della cappella del Duomo (Domkapellmeister), Joseph Ratzinger era perfettamente al corrente della situazione dei Domspatzen, i piccoli cantori di Regensburg. E non si tratta qui dei ceffoni, purtroppo all’ordine del giorno a quei tempi, bensì anche di eventuali reati sessuali. Arcivescovo di Monaco per cinque anni, in un periodo durante il quale un prete, trasferito nel suo episcopato, perpetrò una serie di ulteriori abusi che oggi sono venuti alla luce. Anche se Mons. Gerhard Gruber, suo vicario generale, oltre che mio ex collega di studi, si è assunta la piena responsabilità di questi episodi, la sua lealtà non poteva bastare a scagionare l`arcivescovo, responsabile anche sul piano amministrativo”.
Rispondere a questo squallido delirio di idiozie è tempo sprecato. Quello che mi preme sottolineare è che le solite pattumiere dell’informazione – sempre quelle, Adista, Micromega e Repubblica & Co. – siano alla ricerca scientifica di ogni escremento esibito a livello mondiale, purché sparli della Chiesa e del Papa. Salvo poi, in occasione delle imminenti elezioni che vorrebbero insediata a Roma, centro della cristianità, una Emma Bonino che tutti conosciamo, ergersi con lei a paladini dei valori non negoziabili del cattolicesimo. Mah. In questo mondo distorto, non finisco mai di stupirmi! Che dire? Auspico che in un barlume di improbabile lucidità il Küng si degni almeno di leggere la Lettera ai cattolici d’Irlanda del Papa; e sia sobrio quel tanto per ricredersi e capire la portata delle sue corbellerie insolenti, provandone in cuor suo almeno una profonda vergogna. Il Signore lo assista in questo.

(Fonte: Administrator, 24 marzo 2010)

1 commento:

Semiur ha detto...

E' da stamattina - dopo avere letto le esternazioni farneticanti di questo pseudo-teologo - che non faccio altro che chiedermi come sia possibile che questo dissidente possa ancora essere "prete"??
Quante scempiate dovrà ancora dire prima che lo si dichiari ufficialmente eretico?