giovedì 18 febbraio 2010

Gad Lerner in tv fa il processo ai cattolici. Con il suo connaturale strabismo


Gad Lerner la settimana scorsa, all’Infedele, con la scusa di parlare del caso Boffo, ha mandato in onda un processo al cattolicesimo italiano mixando furbescamente e a vanvera fatti completamente slegati tra loro. Un dentro fuori tra le vicende di Avvenire, quelle di Marcinkus, con sullo sfondo papi e secoli di storia e di fede. Il tutto, ovviamente, condito con una spruzzatina di Berlusconi e di moralità pubblica e privata. Spalleggiato da due editorialisti di la Repubblica, il teologo Vito Mancuso e lo storico Adriano Prosperi, non ha dovuto faticare per tenere a bada, abile conduttore qual è, Vittorio Messori e Luigi Amicone. Minuto dopo minuto, allusione dopo allusione, Lerner ha composto il quadro di una Chiesa cattolica intrallazzona e corrotta, divorata da lotte intestine, insomma una banda di truffatori immorali dediti agli affari loro.
Inutilmente Messori e Amicone hanno cercato di sostenere la verità, e cioè che in duemila anni di storia non pochi mascalzoncelli e anime fragili hanno attraversato curie e sacrestie ma che la Chiesa è altro e che proprio per questo ha resistito sia all’usura umana che a quella del tempo. Quisquilie. Lerner ha continuato a girare il coltello nella piaga con malcelata soddisfazione. Il tema della serata era un presunto complotto sul caso Boffo, ma una buona parte della trasmissione è stata dedicata a «Vaticano Spa», il libro del giornalista Gianluigi Nuzzi che ricostruisce affari e malaffari dello Ior, la banca del Vaticano guidata per vent’anni dal discusso vescovo Paul Marcinkus.
Cosa c’entrino Feltri e Boffo con le finanze cattoliche lo sa solo Gad Lerner. Che Marcinkus abbia combinato più di un pasticcio è storia nota da vent’anni. Che il libro di Nuzzi sia interessante è fuori dubbio. Ma da questo a imbastire un teorema in base al quale le finanze cattoliche sono marce e quindi è marcio anche buona parte del cattolicesimo, direi che ce ne corre. E comunque è una equazione pericolosa che quantomeno il giornalista Gad Lerner dovrebbe avere il coraggio di applicare con uguale energia sempre e comunque.
Il giornalista, come noto, non è cattolico. È di religione ebraica e non si è mai sognato di imbastire una puntata simile a quella di lunedì sera sul più grande scandalo finanziario degli ultimi anni, quello che ha visto come protagonista Bernard L. Madoff, ebreo, recentemente condannato a 150 anni di carcere negli Stati Uniti per aver truffato 500 miliardi di dollari a investitori di tutto il mondo. Madoff era ritenuto la punta di diamante della finanza ebraica e proprio all’interno della sua comunità, anche quella italiana, ha mietuto il maggior numero di vittime, tra le quali anche il premio Nobel della letteratura Elie Wiesel e il regista e produttore cinematografico Steven Spielberg. Seguendo il teorema Lerner, non solo la finanza ebraica sarebbe marcia, ma anche i suoi riferimenti civili e religiosi sarebbero assai furbetti.
Perché, sia pure con i distinguo dovuti alla non paragonabile organizzazione delle gerarchie delle due religioni, Madoff è stato il Marcinkus degli ebrei. Non potendo sospettare chi si nascondesse dietro quella maschera, in epoca non sospetta, persino il nostro autorevole commentatore R. A. Segre lo aveva definito, «il prototipo della onestà e della generosità della finanza ebraica nel mondo, soprattutto religiosa». Ovvio, visto che l’uomo era stato anche tesoriere della Yeshiva University di New York e presidente della Business School, considerata la più prestigiosa istituzione accademica religiosa ebraica d’America.
Gli esempi potrebbero essere anche altri. Nelle non poche puntate che l’Infedele ha dedicato alle attenzioni per le donne del nostro presidente del Consiglio, Gad Lerner non si è mai soffermato, per analogia giornalistica, sullo scandalo che ha travolto il presidente dello Stato d’Israele, Moshe Katsav, che si è autosospeso dalla carica dopo essere stato accusato dalla polizia di violenze sessuali su una dipendente oltre che di intercettazioni legali e di frodi. Né si è mai sognato di mettere in discussione, per questo episodio, la moralità pubblica e privata dell’intera classe dirigente di Israele.
Ora, essendo La7 una televisione privata può mandare in onda ciò che meglio crede e i cattolici sono altrettanto liberi di cadere nel trappolone e andare a farsi massacrare e spernacchiare in diretta tv. Basta avere sempre presente che non solo la cronaca, ma a volte anche la storia, non è come Gad Lerner ce la vuole raccontare.

(Fonte: Alessandro Sallusti, Il Giornale, 10 febbraio 2010)

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