Oh, una buona notizia. Finalmente sappiamo chi era in realtà Gesù: era «un gay superintelligente», e se lo dice Elton John possiamo credergli sulla parola.
In una intervista alla rivista Parade sulla spiritualità, la rockstar fa rivelazioni degne di una mente superiore. Chissà quanto deve aver riflettuto prima di arrivare alla sbalorditiva conclusione che Cristo «aveva molta compassione, ha capito i problemi dell'umanità e voleva che noi ci amassimo e perdonassimo, perché sulla croce Gesù perdonò quelli che lo crocifiggevano». Dopo queste originali pensate - che qualunque bambino matura a qualunque latitudine prima dei cinque anni, a prescindere dal credo - è Sir Elton a illuminarci sui gusti sessuali del Signore.
Forse avrà scoperto e tradotto una copia originale del Vangelo o, più semplicemente, si sarà fatto prendere dal delirio di onnipotenza che tocca molte rockstar. Lui è trattato come un Dio, raduna folle che nemmeno l'Onnipotente ci riuscì - tra l'altro nessuno ha mai tentato di tirargli pietre o tantomeno di crocifiggerlo - quindi volete che il Signore non si sia confidato con lui? Gesù è gay e basta; e adesso correte da un prete a dirgli di aggiornarsi, di non bestemmiare parlando di unione tra uomini e tra donne, di piantarla con la balla della coppia Adamo ed Eva.
Di fronte a tali esternazioni, non c'è comunque da scandalizzarsi: in primis perché è una boiata pazzesca (se vogliamo metterla sul fantozziano); poi, più seriamente, perché il lavoro del rock and roll è sempre stato quello di denigrare e infrangere le barriere imposte dalla dottrina cristiana.
Elvis, per esempio, sopravvisse all'indignazione morale della gente sui suoi comportamenti, perché credeva di essere Dio e di poterlo sfidare sul suo stesso campo. La provocazione religiosa è storia vecchia nel rock: nel 1966 John Lennon (forse stufo di esser preso dalla stampa per un capellone imbecille) lanciò una bomba dichiarando: «Il Cristianesimo è destinato a scomparire, raccoglierà sempre meno adepti fino a svanire del tutto. In questo momento siamo più popolari noi di Gesù. Gesù era in gamba ma i suoi discepoli erano gentaglia rozza e poco intelligente». Lennon non aveva tutti i torti, perché in una eventuale hit parade ad opera dei rockettari di quell’epoca, Gesù sarebbe stato sicuramente dietro a Marx, Mao, Che Guevara e i guru indiani che «ipnotizzarono» Beatles, Rolling Stones, Santana e compagnia.
Ma il risultato di queste profonde “intuizioni” fu un susseguirsi di sconfitte ideologiche, una condanna pressoché unanime da un capo all'altro degli Usa. Oggi invece, all’esimio Sir Elton, risponde a malapena la Chiesa d'Inghilterra con un secco: «Le valutazioni sull'aspetto storico della persona di Gesù forse sarebbe meglio lasciarle agli accademici».
(Fonte: © Il Giornale, 20 febbraio 2010)
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