Città del Vaticano – E' sempre più ampio, evidente e incolmabile il solco esistente tra la Chiesa tedesca e il Vaticano. Una crepa affiorata anche alcuni giorni fa quando il presidente della conferenza episcopale, davanti alle telecamere, ha ribadito che la benedizione alle coppie gay, nonostante il 'niet' del Papa, in Germania rimane un dato di fatto: si continuerà a garantire agli omosessuali che la chiedono. Se non era un atto di guerra contro l'inflessibilità di Roma poco ci mancava. Anche di recente il Papa, attraverso il cardinale Pietro Parolin, ha sostanzialmente vietato all'episcopato tedesco di modificare la dottrina e le regole finora in vigore a proprio piacimento. Niente di tanto importante può essere cambiato unilateralmente.
La presa di posizione
«Tanto per cominciare deve essere detto che la pratica delle benedizioni esiste e noi vogliamo portarla alla luce» ha affermato monsignor Batzing presentandosi in televisione. Ai telespettatori ha spiegato che i vescovi dovrebbero chiedere a loro stessi se una relazione d'amore tra due persone è da considarsi una cosa buona. «Perchè se è buona allora le persone possono effettivamente ricevere la benedizione di Dio, mi pare logico». A sostegno di questa linea, accanto ai tedeschi, ci sono anche i vescovi del Belgio che «hanno già implementato questa pratica».
Il giornalista che interrogava Baetzing in diretta gli ha chiesto se Papa Francesco davanti alla loro presa di posizione potrebbe accettarla, oppure se si tratta di una sfida al potere costituito. La spiegazione fornita dal vescovo ha fatto leva sul lungo lavoro collettivo che è stato svolto dalla base cattolica che per ben quattro anni, previo benestare papale, ha avviato un complesso percorso sinodale. «Abbiamo ascoltato esperti, scritto solidi testi e presentato in modo estensivo dietro le nostre regole». E ancora. «Siamo lieti di discuterne, ma la nostra azione non cambierà». Praticamente una sfida.
Per Roma resta però impensabile dare una forma di benedizione a una famiglia omosessuale, visto che il catechismo descrive l'omosessualità come una attività disordinata e immorale e non può essere trasformata in "buono" semplicemente sulla base del fatto che la coppia lo desidera.
Le
regole sulle benedizioni
Due
anni fa il Vaticano ha anche diffuso un responsum molto chiaro, pubblicato per
fugare i dubbi degli episcopati e per ripetere per l'ennesima volta che la
pratica delle benedizioni nella Chiesa cattolica è tassativamente
vietata. «Non è lecito impartire una benedizione a relazioni, o a
partenariati anche stabili, che implicano una prassi sessuale fuori dal
matrimonio (vale a dire, fuori dell’unione indissolubile di un uomo e una donna
aperta di per sé alla trasmissione della vita), come è il caso delle unioni fra
persone dello stesso sesso (…) poiché le benedizioni sulle persone sono in
relazione con i sacramenti, la benedizione delle unioni omosessuali non può
essere considerata lecita, in quanto costituirebbe in certo qual modo una
imitazione o un rimando di analogia con la benedizione nuziale, invocata
sull’uomo e la donna ».
La
situazione in Belgio a cui ha fatto riferimento il capo dei vescovi tedeschi
ha causato l'anno scorso una vera e propria tempesta. Nonostante i divieti
la Chiesa belga ha rotto gli argini per procedere in totale autonomia a
benedire le coppie gay. Il cardinale Jozef de Kesel e gli altri vescovi
fiamminghi davanti a tante persone che «spesso chiedono un momento di
preghiera durante gli incontri pastorali per chiedere a Dio di benedire e
perpetuare questo impegno di amore e fedeltà» hanno adottato un testo liturgico
apposta. Naturalmente è partita una violenta polemica non ancora sopita
del tutto.
Ma
di cosa si tratta? La liturgia dei pastori fiamminghi offre una lettura tratta
dalla Sacra Scrittura, che precede «l'impegno dei due interessati». Per questo
impegno si propone un testo che afferma la volontà della coppia di «essere
presenti l'un per l'altro», di «lavorare per la felicità dell'altro», e
che richiede la forza di essere «fedeli l'un l'altro». Segue una preghiera
della comunità perché la grazia di Dio agisca in loro per prendersi cura l'uno
dell'altro, perché siano fedeli, tolleranti, attenti. Infine, dopo
un Pater, viene impartita una benedizione.
La
scorsa settimana il cardinale Pietro Parolin ha ammesso che lo strappo
esiste. «La Congregazione per la dottrina della fede si è già pronunciata
in materia. Adesso si continuerà il dialogo» con la Chiesa tedesca e quella
belga. «Una singola Chiesa in ogni caso non può prendere una decisione del
genere che riguarda la Chiesa universale. Ci vuole tempo per il dialogo. Nella
Chiesa ci sono sempre state posizioni diverse, a volte contrastanti. Ora tutto
questo confluirà nel cammino sinodale”.
Lo
scisma temuto fino a questo momento non si è concretizzato. Man mano che
si avvicina il SInodo sulla sinodalità previsto per la fine del 2024 aumenta
anche il divario tra la Chiesa del sud, più conservatrice, e quella del Nord.
La resa dei conti sembra ormai all'orizzonte.
(Fonte:
Franca Giansoldati, Il Gazzettino, 23 marzo 2023)
Germania,
il capo dei vescovi va in tv e sfida il Papa: «Qui continueremo a benedire le
coppie gay» (ilgazzettino.it)
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