Il
cardinale Ravasi torna sul Rosario di Salvini ed è lapidario: «Non ci si salva
ostentando croci e simboli religiosi. Gesù li chiamava ipocriti». Chissà se si
riferiva anche al MetGala 2018 da lui sostenuto e promosso in cui
sfilarono vestite da papesse le star hollywoodiane…
Il
cardinale Gianfranco Ravasi ha rilasciato una intervista domenicale al Corriere
della Sera nel corso della quale non si capisce bene per quale motivo è
stata fatta, dato che ha spaziato davvero su tutto, dalla Brianza all’eternità.
Alcuni passaggi non sarebbero neanche male, ad esempio la differenza tra il
cristianesimo del Dio incarnato e l’Islam che è come una pozzanghera, in grado
cioè di riflettere l’immagine del sole e niente più. Non poteva mancare però
una domanda sul Rosario di Salvini. Sembra che un vescovo o un cardinale non
possano passare l’esame di educazione civica se non gli si fa prima una domanda
sull’evento politico mediatico dell’anno.
Geniale
è come si è arrivati alla fatidica domanda sui rosari, partendo da Giobbe, che accosta
Dio ad un arciere sadico a Ravasi che intima: «Cristo perdona tutte le colpe,
ma non sopporta le ipocrisie». In mezzo c’erano le domande volè di Aldo
Cazzullo: «Che cosa se ne deduce?». Risposta: «Che agitare il Vangelo,
ostentare il rosario, baciare il crocefisso non fa di te necessariamente un
credente». Alla domanda se Salvini sbaglia, Ravasi risponde: «Sono segni che di per sé non rappresentano l’autenticità del credere. Cristo perdona tutte le colpe, ma non sopporta le ipocrisie. Non è il gesto rituale che salva, altrimenti è rito magico. Magia».
Ravasi si unisce così alla schiera degli ecclesiastici di rango che hanno attaccato frontalmente il gesto di Salvini.
Curioso davvero. Curioso che un vescovo cardinale che ha definito i massoni «cari fratelli», disposto a dialogare con tutti, sia così duro e poco misericordioso con un politico che agita un Rosario e si permette di affidarsi al Cuore immacolato di Maria.
Curioso davvero che Ravasi sia in possesso di uno screening di coscienza e escluda d’imperio una sola persona dalla salvezza mentre vi accolga tutti gli altri. Ha forse un filo diretto col Padreterno per sapere che chi agita i Rosari non si salverà? Ma non si era detto “chi sono io per giudicare?”.
Sicuramente avrà anche ragione nel dire che non ci si salva solo con i gesti esteriori, le ostentazioni e le ipocrisie. Ma anzi, sicuramente ha ragione da vendere sua eminenza. Quando parla di ipocrisia ad esempio, di ostentazione, di manifestazioni esteriori, forse Ravasi si riferiva anche a quella nota parata di star hollywoodiane, da Rihanna a Miley Cirus, da Luis Veronica Ciccone in arte Madonna a Sarah Jessica Parker per il MetGala 2018: sfilarono per pubblicizzare la mostra di paramenti sacri provenienti dalla collezione personale del sommo pontefice mostrando e ostentando crocifissi e immagini sacre di ogni tipo. Papesse, conturbanti total black con croci in trasparenza, rosso della passione accostato ai rosari.
Ebbene: a tenere a battesimo a quell’evento, tanto da dare il via libera al prestito delle opere e a scrivere la prefazione del catalogo, c’era proprio lui: il prefetto della Cultura Ravasi, il quale, scherzando con Donatella Versace che si complimentava per il suo rosso cardinalizio, la invitava a vederlo con indosso il viola vescovile. Chicche di fine impero, dell’ostentazione di chi mostra i simboli della fede per eventi modani. Il tutto possibile solo su interessamento proprio di Ravasi. Com’è che li chiama Gesù? Ipocriti? Suvvia, com’è severo su se stesso, sua eminenza…
(Fonte:
Andrea Zambrano, LNBQ, 17 giugno 2019)
http://www.lanuovabq.it/it/rosari-lezioncina-di-ravasi-e-scorda-la-papessa-rihanna