giovedì 18 marzo 2021

Cuccagna farmaceutica: l’Ema, agenzia europea che autorizza la vendita delle medicine, è finanziata all’84% da Big Pharma


Il professor Silvio Garattini, 90 anni, fondatore dell’Istituto Mario Negri, sostiene da tempo che «la metà dei farmaci è inutile, una pillola su due è inutile». Il motivo? «Di uno stesso principio attivo, esistono sul mercato decine di prodotti farmaceutici, che di diverso hanno solo l’etichetta. Tutto questo non serve per curare i malati, bensì per gonfiare i profitti delle aziende farmaceutiche». Un esempio? Una ricerca scientifica pubblicata dal British Medical Journal ha appurato che il 65% dei farmaci oncologici, solitamente tra i più costosi, non sono stati introdotti a beneficio dei malati, bensì per quello dei bilanci di Big Pharma. Ma chi controllo questo mercato?

In Italia, l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ha il compito di stabilire il prezzo delle medicine che le aziende farmaceutiche vendono al Servizio sanitario nazionale. Un prezzo segreto, tale per una clausola imposta da Big Pharma agli Stati europei, così da rendere impossibile l’unificazione del prezzo dello stesso medicinale perfino nei paesi con la stessa moneta, l’euro (vedi ItaliaOggi di ieri). Al di sopra dell’Aifa, con un potere maggiore, c’è l’Ema, l’Agenzia europea per le medicine, trasferita da Londra ad Amsterdam dopo la Brexit: il suo compito è di autorizzare, o vietare, l’immissione sul mercato europeo di ogni singolo farmaco. Dunque, un potere decisivo enorme.

Purtroppo, si tratta di un potere circondato da ombre e sospetti inquietanti. Basti sapere che il budget 2020 dell’Ema, su un totale di 358 milioni di euro, è coperto per 307 milioni (84%) da contributi delle case farmaceutiche e appena per 51 milioni da fondi dell’Unione europea. Dati scovati e pubblicati da Mario Giordano nel suo bel libro (Sciacalli, virus, salute e soldi; Mondadori). Numeri che dimostrano come, nel settore farmaceutico Ue, il controllato (Big Pharma) controlli di fatto il controllore (Ema), e ne influenzi ogni singola decisione sui farmaci da immettere sul mercato europeo.

Grazie ai milioni versati, infatti, Big Pharma ha il privilegio di partecipare alle riunioni dell’Ema tramite un proprio avvocato. Per legge, le valutazioni dell’Ema su un nuovo farmaco devono basarsi su tre parametri: sicurezza, efficacia, qualità. Il che è il minimo. Ma se un farmaco è il doppione di un altro precedente, è davvero necessario? Ebbene, questa domanda è inutile porla durante le riunioni dell’Ema. «Io ci ho provato», ha raccontato a Giordano un ex membro dell’Ema. «Alzavo la mano e chiedevo: siamo sicuri che questo nuovo farmaco sia necessario? Aggiunge qualcosa di nuovo? Cura meglio degli altri? Ogni volta l’avvocato delle aziende farmaceutiche, sempre presente alle sedute, mi bloccava: la legge non prevede questa valutazione». E ovviamente l’aveva vinta.

Non è dunque un caso se in venti anni l’Ema ha autorizzato 975 nuovi farmaci, mentre quelli bocciati ogni anno si contano sulle dita di una mano (cinque nel 2018). Con 36 amministratori e 890 dipendenti, l’Ema è un carrozzone europeo che ha fatto discutere più volte, soprattutto per la scarsa trasparenza. Nel 2018, causa Brexit, la sua sede è stata trasferita ad Amsterdam, che ebbe la meglio su Milano solo grazie a un sorteggio di cui, stranamente, furono smarriti i documenti. Ma qualche mese dopo, grazie a ItaliaOggi e a un mio articolo basato sulle e-mail di alcuni dipendenti Ema, si scoprì che Amsterdam aveva bluffato, in quanto non disponeva di una sede adeguata, mentre Milano aveva il Pirellone già pronto.

Ripensamenti? Contropiede del governo italiano? Zero. Così il comune di Amsterdam, con la connivenza dei burocrati di Bruxelles, ha avuto tutto il tempo per costruire una sede nuova di zecca in periferia, dove l’Ema si è trasferita con calma, ma a caro prezzo. L’Alta corte di giustizia inglese ha infatti condannato l’Agenzia Ue del farmaco a pagare fino al 2039 l’affitto che aveva stipulato per la sede di Londra con un primario gruppo immobiliare, il quale non ha voluto saperne di rescindere il contratto di leasing. E la stampa inglese ha quantificato il costo totale della sentenza per l’Ema tra 470 e 574 milioni di euro, somma di gran lunga superiore al suo budget annuale.

Per questo sarà davvero interessante scoprire, tra qualche tempo, da quale tasca usciranno i milioni per fare fronte alla condanna: se ne farà carico il bilancio Ue 2021-27, tuttora in discussione, oppure le aziende di Big Pharma, in cambio dei soliti favori? Mario Giordano ha calcolato che le prime dieci aziende farmaceutiche nel mondo fatturano 408 miliardi di euro l’anno, tre volte il prodotto interno dell’Ungheria, 250 volte il pil del Gambia. La risposta su chi pagherà, potete scommettere, verrà di conseguenza. Il che non toglie che la cuccagna farmaceutica europea continui a essere un problema politico molto serio, dove Big Pharma conta più degli Stati sovrani e della stessa Ue, così che i suoi profitti contano più della tutela della salute dei cittadini europei: questione resa ancora più urgente dalla pandemia Covid-19, ma ignorata colpevolmente da governi e giornaloni in tutta l’Unione europea.

 

(Fonte: Tino Oldani, Italia oggi, 4 settembre 2020)

Cuccagna farmaceutica: l'Ema, agenzia europea che autorizza la vendita delle medicine, è finanziata all'84% da Big Pharma - ItaliaOggi.it

 

 

mercoledì 10 marzo 2021

Il caso Bose rivela l'ambiguità di Roma

Tra Enzo Bianchi da una parte e il suo successore a Bose e il Papa dall'altra, si è aperto un contenzioso senza esclusione di colpi. Ma a lasciare sconcertati è che nulla si sappia dei fatti all'origine del provvedimento vaticano. Come è già accaduto in tante altre occasioni durante questo pontificato.

 La dura battaglia che oppone il fondatore della Comunità di Bose Enzo Bianchi al suo successore Luciano Manicardi è l’ennesima dimostrazione della distanza che esiste in questo pontificato tra la retorica della trasparenza e della giustizia e la realtà fatta di opacità e arbitrio. Così Enzo Bianchi è l’ennesimo caso di personaggio che passa dalle stelle alle stalle, dalla manica di papa Francesco al pubblico ludibrio, in un batter d’occhio e senza che venga mai spiegato il perché.

La vicenda è nota: dopo le dimissioni da priore della comunità di Bose (diocesi di Biella) e la elezione del successore Luciano Manicardi nel gennaio 2017, sono ben presto circolate voci sulle difficoltà di rapporti tra vecchio e nuovo corso nella singolare comunità monastica, che rappresenta un esperimento ecumenico ed è composta sia da uomini che da donne. Il conflitto è venuto allo scoperto con la visita apostolica inviata dalla Santa Sede nel dicembre 2019 e poi con il decreto del 13 maggio 2020 con cui il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin – con approvazione del Papa -, intimava a Enzo Bianchi di allontanarsi definitivamente da Bose.
Successivamente identificata in una casa in Toscana di proprietà della comunità di Bose la destinazione di Bianchi, la situazione è però rimasta in stallo e Enzo Bianchi non si è mai mosso dall’eremo nel terreno della comunità di Bose dove già risiedeva.

La situazione è poi esplosa nei giorni scorsi quando prima il Papa è intervenuto direttamente nella vicenda confermando, alla vigilia della partenza per l’Iraq, il decreto del maggio 2020. E poi con il comunicato di Enzo Bianchi del 5 marzo in cui racconta la sua verità accusando il suo successore di non aver rispettato gli accordi raggiunti con la segreteria di Stato vaticana riguardo alle condizioni del suo trasferimento; e in pratica di volerlo buttare in mezzo alla strada impedendogli anche la vita monastica lontano da Bose.

I toni, da una parte e dall’altra sono molto duri, e costituiscono certamente un ottimo spunto di riflessione sul significato della fraternità (altro concetto tanto predicato a parole quanto disatteso nei fatti), ma non è principalmente questo il motivo per cui ci interessiamo alla “guerra di Bose”. È anche noto che siamo stati sempre molto critici verso questa esperienza monastica e in particolare nei confronti di Enzo Bianchi che tanti danni, con la sua predicazione eterodossa e il suo potere mediatico, ha provocato nella Chiesa italiana e non solo. Non è quindi la simpatia nei suoi confronti o nei confronti dell’esperienza di Bose che ci muove ad interesse.

Quello che invece ci colpisce è la rapidità con cui è passato da favorito del Papa a reprobo. Ricordiamo le tante occasioni in cui è stato ricevuto da papa Francesco, i cui gesti pubblici sottolineavano la grande stima per Enzo Bianchi. Nominato consultore del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani già nel 2014, fino almeno al giugno 2017 è stato indicato come possibile nuovo cardinale ad ogni avvicinarsi di Concistoro; poi, ancora nel 2018 è stato nominato dal Papa uditore dell’Assemblea generale del Sinodo dei vescovi sui giovani. Quindi l’improvvisa caduta in disgrazia e l’invio della visita apostolica con tutto quel che ne segue.

Che tutto sia riconducibile al dissidio circa l’esercizio dell’autorità nella comunità di Bose – come dicono i comunicati ufficiali – è francamente poco credibile. La durezza delle sanzioni contro colui che è il fondatore della comunità si possono spiegare soltanto con accuse molto gravi. La mancanza di trasparenza legittima ovviamente qualsiasi tipo di speculazione sulle vere ragioni, cosa che non è giusta nei confronti né della comunità cristiana, che ne è scandalizzata, né di Enzo Bianchi, che non ha la possibilità di difendersi. Se cose gravi sono state commesse è giusto che si apra un processo canonico, come tante volte è stato detto a parole.

Ha giustamente notato il vaticanista Sandro Magister, che a inquietare è il ricorso al “decreto singolare” approvato dal Papa “in forma specifica”, ovvero uno strumento canonico per comminare una pena in modo definitivo e inappellabile. Strumento che con questo pontificato sta diventando una consuetudine, aprendo a una forma di esercizio arbitrario del potere.

Del resto le carriere fulminanti e le altrettanto rapide cadute in disgrazia, tipiche delle rivoluzioni e dei regimi, sono una caratteristica consolidata anche di questo pontificato. I casi dei cardinali Theodore McCarrick e Angelo Becciu sono i più clamorosi: puniti pubblicamente senza che si sia mai arrivati a una verità stabilita davanti a una regolare corte o commissione. In questo modo però rimangono nell’oscurità il sistema e le reti di complicità che hanno portato i singoli ad essere protagonisti di abusi sessuali o di episodi di corruzione.

Un uso così personalistico e arbitrario della giustizia fa nascere il sospetto che si voglia sacrificare una persona – garantendosi così anche gli applausi del popolo a cui è consegnato il colpevole – per salvare il sistema e continuare ad andare avanti come solito. Se si vuole essere davvero credibili nella lotta agli abusi e alla corruzione, ci vuole ben altra trasparenza. Cominciare con Bose non sarebbe male.

 

(Fonte: Riccardo Cascioli, LNBQ, 10 marzo 2021)

https://lanuovabq.it/it/il-caso-bose-rivela-lambiguita-di-roma

  

Dopo Sanremo: Il "Nulla" esibito come cultura

Di fronte al dolore, alla sofferenza, alle difficoltà che milioni di italiani vivono da un anno è scandaloso che la Rai, con i nostri soldi, con cinica parodia disprezzi ciò che, ancora per molti, è un’ancora di salvezza, di speranza, di certezza reale: la Fede!

 Siamo e viviamo certamente in un momento storico sociale abbastanza tragico, portato alle estreme conseguenze da una vita spogliata dalla sua “essenzialità” costituita dal nostro stesso essere corpo e spirito … che piaccia o no!

Il terrorismo psicologico legato al Covid che in questi ultimi mesi ha bombardato le nostre menti e inciso nella nostra vita ha fatto sprofondare nel baratro le nostre esistenze!

Famiglie e persone fragili in contatto continuo con la malattia all’interno della propria casa. Quando poi i propri cari vengono portati in ospedale è tragico assistere al varco di “quella porta” che si chiude a chiave alle loro spalle; testimonianza verace della solitudine a cui gli stessi sono destinati.

Tutto è super limitato: incontri familiari, contatti con gli amici di sempre ecc., senza poi dimenticare i medici e gli infermieri presenti nella struttura che, scafandrati come chi va su Marte di cui non scorgi nemmeno il sorriso sulle loro labbra, sono a loro volta chiusi dentro in quello spazio ospedaliero dove devono riuscire a mostrarsi vicini ai malati ma allo stesso tempo “proteggersi” da loro …

E le famiglie, in perenne angoscia nella lotta per non lasciarsi avvolgere da questa nebulosa “nera” – che è la malattia – che con forte intensità spinge tutti non solo nel vuoto fisico e materiale ma in quello più tremendo del vuoto spirituale e morale (le stesse funzioni religiose sono vergognosamente e strettamente condizionate dal numero dei partecipanti dove anche poche persone in esubero vengono allontanate) nonostante la Chiesa  - come struttura e presenza Eucaristica –  rappresenti l’unico luogo di conforto e di alimento spirituale oltre che di forza!

Di fronte a tutto questo diffuso malessere fisico, morale e spirituale la Televisione di Stato cosa fa?

Certo, al primo posto ci sta l’audience e non le fatiche e sofferenze quotidiane delle famiglie! Avevamo qualche dubbio? Coi maniaci della TV sempre pronti a schiacciare il ditino su qualche tasto del telecomando

CHE VERGOGNA!

Perché ciò che accade in TV è pagato anche da questi “lottatori quotidiani” che ogni giorno faticano semplicemente anche solo per “esistere”
E la televisione di stato che fa? Con cinica parodia disprezza ciò che, ancora per molti, è un’ancora di salvezza, di speranza, di certezza reale: la Fede!

E questi sono tutti “miti” falsi, “idoli” cresciuti con la presunzione che la persona sia in grado di autodeterminarsi ogni orizzonte… che abbia diritto a tutto… dove i valori “veri” sono costantemente esposti ad attacchi e dileggiamenti.
Il risultato è l’emarginazione totale della nostra vita dalla evangelica Pietra angolare scartata dalla nostra società; emarginazione, questa, che rischia di travolgere tutti ma soprattutto i giovani fragili con pensieri liquidi e purtroppo, molto spesso, la stupidità e le modalità di vita proposte assumono il valore di “mète allettanti” e portatrici di soddisfazioni piacevoli e immediate ma che - in realtà - nascondono ed offuscano il reale senso delle cose

“Filosofia del nulla, del vuoto assoluto” che si sta espandendo con una velocità e rapidità straordinaria influendo senza nessun ostacolo serio sulle nostre leggi, istituzioni e strutture sociali, promettendo una sorta di “ragione superiore” attraverso un modo di vivere la propria libertà individuale priva di ogni senso del limite.

Forse, mai come oggi, occorre uno svezzamento; anzi: uno svezzamento d'urto. Fornendo proposte diametralmente opposte rispetto a quelle oggi propinate, che permettano ai giovani di costruirsi un nuovo concetto di sé e una nuova identità meno effimera e più coerente con la realtà.

Non pensiate che la mia opinione sia un atto ostile all’attuale realtà.  No… No… No… anzi, vi stupirete: il mio è un gesto di affetto e di solidarietà (naturalmente e soprattutto, per i nostri giovani!).
Infatti Maslow, studioso di psicologia umanistica, descrive le reazioni di opposizione a modalità esistenziali sbagliate così: “La cosa migliore da farsi è affrontarle (le modalità sbagliate), non insinuarsi o mostrarsi delicati, o cercare di aggirarle da dietro! Bisogna mirare direttamente al centro delle cose. Sembra possibile che questa onestà (intellettuale) brutale piuttosto che essere un insulto, indichi una specie di rispetto!”

Tale modalità è un principio fondamentale della nostra concezione terapeutica all’interno della Comunità Shalom.

È così, cari amici, che lo scompenso sociale di cui ci alimentiamo abbondantemente ogni giorno crea sempre più, nei soggetti dalla personalità fragile, emulazione e imitazione. Il tutto, poi, impostato unicamente sull’immagine esteriore, sulla ricchezza e sul successo immediato ad ogni costo …
E ci stupiamo se il malessere permea tutti gli spazi sociali e morali dell’esistenza umana?

SVEGLIA! SVEGLIA! SVEGLIA!

Certo, il mio è un “Osservatorio” particolare essendo quotidianamente impegnata con persone che, nelle loro relazioni sociali e interpersonali pre-comunità manifestavano gravi comportamenti percepiti talvolta come una minaccia, sia all’interno della famiglia che della società.
È da questo “Osservatorio” anomalo che assisto basita e convengo come i “nostri ragazzi” non siano evidentemente la parte peggiore della società’

È sconfortante assistere al degrado del nostro patrimonio spirituale, morale e sociale.
E quelli che ci dovrebbero rappresentare dove sono? Cosa fanno?
Con questo andazzo abbiamo rotto e devastato la parte migliore dell’uomo e dei nostri giovani: la coscienza.
E la storia del male, della fatuità e della vacuità è così identificata con la nostra vita, soprattutto quella proposta dai social, da non renderli più riconoscibili!

È incredibile. Il Nulla venduto come qualcosa di "Artisticamente pensante"
Per fortuna nostra la quantità degli italiani che hanno abboccato a questo pseudo ritratto del bello, sono pochi rispetto alla popolazione… Nonostante l’affannarsi dei dirigenti della Rai a valorizzare l’evento ...

Un nostro volontario mi ha mostrato sul web il video dei signori Fiorello e Achille Lauro in una performance che ritengo mediocre oltre che offensiva alla sensibilità di chi, come me, vive la fede e la ritiene estremamente fondamentale ed importante nelle scelte della propria vita.

Che dire, poi, di chi ha vinto il Festival di San Remo? Evidente dimostrazione dell’eutanasia artistica così sommessamente diffusa oggigiorno…!
L’arte italiana è così bella e conosciuta in tutto il mondo con il suo ricco patrimonio di musiche e canzoni che raccontano non solo l’anima del nostro popolo ma la sua profondità… e il suo “volare” alto!

Mai furono così mal spesi i nostri soldi del canone Rai guadagnati con tanta fatica.
I nostri vecchi dicono che “il Signore lascia fare ma non strafare” e per questo confido che prima o poi un piccolo sassolino rompa il "Gigante dai piedi d'argilla", come dice la Bibbia.

Prima o poi, questo accadrà!

 

(Fonte: Rosalina Ravasio, LNBQ, 8 marzo 2021)

https://lanuovabq.it/it/il-nulla-esibito-come-cultura