giovedì 30 gennaio 2014

I vescovi veneti: “Non abbiate paura a dire padre e madre”

I vescovi del Triveneto rompono per primi il silenzio della Chiesa italiana in materia di ideologia gender, unioni omosessuali e difesa della vita. Oggi è stata diffusa una Nota Pastorale, redatta all’unanimità dai presuli della regione, che costituisce di sicuro un punto di riferimento importante, tanto più importante in quanto si discute in Parlamento una legge quella sull’omofobia che secondo i suoi critici se approvata impedirà in futuro di criticare matrimonio omosessuale, adozioni alle coppie dello stesso sesso e l’enunciazione di opinioni discordanti  dall’ideologia gender.
Il testo esce con il consenso unanime di tutti i vescovi del Triveneto, e gli autori sottolineano che lo stile è “propositivo, mai polemico”; la scelta di rendere pubblico il testo alla vigilia della Giornata per la Vita indetta dalla Chiesa italiana vuole dimostrare “la volontà di offrire a tutti una riflessione ad ampio raggio e un contributo ‘positivo’, evitando il più possibile ogni contrapposizione polemica”. Questo perché – ripetono gli autori – l’unico intento è “quello di contribuire al bene comune”.
La Nota si apre con la memoria della crisi attuale, e la Chiesa vuole essere vicina “A chi ha perso lavoro, alle famiglie che non arrivano a fine mese, ai giovani” che non trovano lavoro. E anche ai giovani sposi, il cui desiderio di generare figli “resta mortificato per la carenza di adeguate politiche familiari, per la pressione fiscale e una cultura diffidente verso la vita”.Ma è soprattutto sulle questioni educative che i vescovi del Triveneto sentono oggi il bisogno di parlare, in sintonia con le parole di papa Francesco, secondo cui “Il compito educativo è una missione chiave”.
I vescovi si riferiscono a elementi ben precisi: “Al dibattito sugli ‘stereotipi di genere’ e sul possibile inserimento dell’ideologia del gender nei programmi educativi e formativi delle scuole e nella formazione degli insegnanti, ad alcuni aspetti problematici presenti nell’affrontare in chiave legislativa la lotta all’omofobia, a taluni non solo discutibili ma fuorvianti orientamenti sull’educazione sessuale ai bambini anche in tenera età, alle richieste di accantonare ‘padre e madre’ in luogo di altri considerati meno ‘discriminanti’, e, infine, al grave stravolgimento – potenziale e talora purtroppo già in atto – del valore e del concetto stesso di famiglia naturale fondato sul matrimonio fra un uomo e una donna”.
I vescovi si sentono obbligati a parlare, anche tenendo conto delle parole del Papa, secondo cui i Pastori “hanno il diritto di emettere opinioni su tutto ciò che riguarda la vita delle persone”. La Nota ricorda e riafferma la dignità e il valore della persona umana, e lanciano un allarme contro il “grave pericolo che deriva per la nostra civiltà, dal disattendere o stravolgere i fondamentali fatti e principi di natura che riguardano i beni della vita, della famiglia e dell’educazione, confondendo gli elementi obiettivi con quelli soggettivi veicolati da discutibili concezioni ideologiche della persona”. I presuli riconoscono, usando le parole di papa Francesco “la ricchezza insostituibile della differenza”, specialmente quella fondamentale “fra maschile e femminile”, e la famiglia come “unione stabile dell’uomo e della donna nel matrimonio”.
Ricordano in questo campo sia la Costituzione, che la Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo: “Siamo infatti consapevoli che la differenza dei sessi è elemento portante di ogni essere umano ed espressione chiara del suo essere ‘in relazione’”. “Ribadiamo…il rifiuto di un’ideologia del gender che neghi il fondamento oggettivo della differenza e complementarità dei sessi, divenendo anche fonte di confusione sul piano giuridico”.
Fatte queste premesse, sul piano operativo i vescovi invitano tutti “A non avere paura e a non nutrire ingiustificati pudori o ritrosie nel continuare a utilizzare, anche nel contesto pubblico, le parole più dolci e vere che ci sia mai dato di pronunciare: ‘padre’, ‘madre’, ‘marito’, ‘moglie, ‘famiglia’, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna”. E soprattutto ribadiscono di voler difendere e promuove “il carattere decisivo – oggi più che mai – della libertà di educazione dei figli che spetta di diritto al padre e alla madre…E rigettiamo ogni tentativo ideologico che porterebbe ad omologare tutto e tutti in una sorta di deviante e mortificante ‘pensiero unico’, sempre più spesso veicolato da iniziative delle pubbliche istituzioni”.
È un testo certamente importante, anche perché negli ultimi mesi non sono state numerose le prese di posizione della Chiesa in Italia in questo campo, mentre sembrano moltiplicarsi le iniziative e le prese di coscienza da parte di diverse organizzazioni di laici, sull’esempio della mobilitazione in corso in Francia.

(Fonte: Marco Tosatti, Vatican Insider, 30 gennaio 2014)

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