Fin qui la notizia. Ovvio che dichiarazioni di tale portata abbiano indispettito non poco i seguaci di LGBT. Soprattutto perché provenienti da “casa loro”, da persone fino ad oggi al di sopra di ogni “sospetto”.
Mi piace riportare una sintesi di come si esprimano in proposito i signori che pretendono rispetto e non ne usano neppure un briciolo nei confronti di chi non è allineato con la loro ideologia.
No, non sono frasi pronunciate dal solito gruppo di estremisti sedicenti cattolici che ammiccano all’ideologia nazifascista del Dio-Patria-Famiglia e del maschio ariano, robusto, sano, eterosessuale, guerriero, padrone; non sono battute scritte dai soliti giornaletti delle bufale dei fanatici pseudocattolici che nessuno prende mai sul serio se non i soliti pochi noti esaltati ariani, repressi, ignoranti, creduloni, o cretini (senza distinzione d’orientamento sessuale); non si tratta nemmeno della consueta gara dei vescovi a chi lancia la sparata omofoba più folle.
A decidere di sferrare l’attacco più meschino alla comunità LGBT, dalle colonne di Panorama, ricalcando il linguaggio ascientifico e ingannevole dei crociati antigay, sono proprio Domenico Dolce e Stefano Gabbana, coloro che più hanno ricevuto dalla stessa comunità alla quale devono fama e benessere economico. Tanto più, dunque, è insopportabile e doloroso questo attacco intestino.
Del resto, ormai – dopo la spudoratezza della femmina che intitola il suo libro “Sposati e sii sottomessa” cercando di convincere le malcapitate lettrici della loro inferiorità biologica e intellettuale rispetto al maschio che ha il diritto “naturale” di schiavizzarle; dopo il nero disposto a prostituirsi per i proseliti del partito più xenofobo d’Italia, La Lega, che eleggendolo come rappresentante del settore immigrazione, chiama quelli come lui bingobongo e orango; dopo l’oscenità della macchietta televisiva Malgioglio che predica alle coppie omosessuali di non baciarsi in pubblico perché ci sono i bambini; dopo la sfacciataggine del prete gay di Bisceglie, accanito sostenitore delle Sentinelle in Piedi, beccato a cercare sesso e orge nelle chat gay – ci hanno defraudati perfino della soddisfazione di poterci ancora stupire di qualcosa.
Quindi, cosa possiamo fare per iniziare a reagire e per non restare inermi di fronte ai colpi bassi della dignità disposta a prostituirsi per l’amplesso dei propri carnefici?
Ricorderete, se seguite LGBT News Italia da un po’, del successo che ebbe la campagna di boicottaggio che intraprendemmo contro il Lido Azzurro di Catania da cui erano state cacciate due ragazze per essersi baciate. Proprio in quell’occasione ci aveva scritto Dario Riccobono di AddioPizzo, responsabile di Sconzajoco, lido sorto su un bene confiscato alla mafia, che in seguito alla nostra denuncia si offriva di ospitare gratuitamente le ragazze discriminate a Catania. Proprio intervistando Dario, trovai il senso nobile delle iniziative di boicottaggio, spesso malviste nell’immaginario culturale italiano. Vale la pena tornare a riflettere su quelle parole:
Il mio gesto non è stato straordinario. Il problema è che siamo talmente tanto abituati alla mediocrità e all’anormalità che le cose normali sembrano straordinarie. Il ragionamento che ha portato alla creazione di Addiopizzo è uguale a quello che fate voi per l’omofobia. Pagare il pizzo, in qualunque posto, è un assurdità; da noi è una normalità. E il lavoro di alcuni ragazzi che non vogliono piegarsi diventa straordinario. Abbiamo organizzato i “Consumatori critici” e i “Commercianti che non pagano”; mettendoli in contatto nasce l’idea del consumo critico antiracket. […] In questo modo, i consumatori hanno la garanzia di non dare nemmeno un centesimo alla mafia, nemmeno indirettamente.
Adattando questo ragionamento al nostro discorso traiamo oggi, come allora, le stesse conclusioni: l’omofobia, in qualunque posto è un’assurdità; da noi è una normalità. E il lavoro di alcuni ragazzi che non vogliono piegarsi diventa straordinario. Se organizzassimo i “Consumatori critici” e i “Commercianti non omofobi”; mettendoli in contatto nascerebbe l’idea del consumo critico antiomofobo. Consumando da chi non disprezza, discrimina, umilia, omosessuali e trans premieremmo il gesto di coraggio dei commercianti che non hanno paura di schierarsi dalla parte della civiltà e dell’uguaglianza; aumenterebbero i clienti di chi è dalla nostra parte, mentre diminuirebbero quelli di chi sceglie il principio della disuguaglianza. In questo modo, avremmo la garanzia di non dare nemmeno indirettamente un centesimo all’odio omofobo e a chi disprezza i diritti umani.
Così come Dolce e Gabbana sono stati liberi di scegliere eticamente di impostare politica aziendale e fama personale sulla scia della discriminazione; noi dobbiamo sentirci liberi di scegliere di farci consumatori etici, acquistando da chi sceglie la politica dell’inclusione e restituisce i frutti della propria fama, in primis, alla propria comunità, prendendo parte alla battaglia universale per l’estensione dei privilegi eterosessuali secondo il principio d’uguaglianza e per la promozione dei diritti umani.
Le dichiarazioni di Dolce e Gabbana non hanno niente di diverso da quelle che fecero tremare l’azienda di Guido Barilla.
Invitiamo dunque tutti i presidenti delle associazioni LGBT nazionali e locali a valutare serenamente l’ipotesi di una nuova campagna di boicottaggio e a unirsi a noi con lo stesso impeto d’allora.
Invitiamo tutti voi al boicottaggio del marchio D&G. Utilizzate l’ashtag #BoycottDolceGabbana.
Scegliamo l’unica strategia politica che nel resto del mondo civile è riuscita a piegare l’omofobia in favore del riconoscimento dei diritti fondamentali della persona. Scegliamo di contare, scegliamo di farci consumatori critici. Scegliamo, in piena crisi economica, di far valere il doppio i nostri soldi, aiutando marchi e aziende che ripudiano la discriminazione. Possiamo essere determinanti.
Solo se ciascuno di noi fa la propria parte il mondo cambia.
(A. Miluzzo , LGBT News, 12 marzo 2015)
http://www.lgbtnewsitalia.com/che-il-boicottaggio-di-dolce-e-gabbana-abbia-inizio-boycottdg/#
Inutile spendere parole di commento a tante idiozie
allo stato puro. Cito soltanto una risposta molto pertinente a questa velenosa provocazione:
«Ho ceduto. Mi ero ripromesso, leggendo
l'illuminante titolo, di non intervenire. Ma non ce l'ho fatta. D'altronde,
come fu per Oscar Wilde, resisto benissimo a tutto, tranne che alle tentazioni.
Però faro uno sforzo per limitarmi. Quindi, non vi dirò che chiedere tolleranza
per tutte le idee e poi vantarsi di aver fatto tremare un'azienda (dietro la
quale ci sono migliaia di famiglie che dipendono da quel lavoro) il cui
titolare ne aveva espressa una, è una cosa di un'ipocrisia bestiale; non vi
dirò che gli studi che ogni 3 per 2 sbandierate per affermare che una coppia
gay è naturalmente in grado di crescere correttamente un bambino (e infatti in
natura sono miliardi di miliardi le specie animali che allevano cuccioli
attraverso coppie dello stesso sesso) sono letteralmente ridicoli quanto a
consistenza e modalità di selezione... del campione analizzato; non vi
dirò che saremo pure "... esaltati, ariani, repressi, ignoranti,
creduloni, o cretini..." (se avessimo scritto questi insulti nei confronti
di un omosessuale su una pagina de La Manif Pour Tous avreste gridato
all'ennesimo attacco omofobico), ma sicuramente non siamo pochi, visto anche
l'ultimo e recentissimo rapporto Eurispes secondo il quale i contrari al
"matrimonio omosessuale" sono aumentati di quasi 10 punto percentuali
nell'ultimo anno e sono ormai nettamente la maggioranza; non vi dirò queste
cose, ne le tante altre che vorrei.L'unica cosa che vi dico è che, visto che siete sempre tanto attenti a quello che si pensa e che si dice, domani, quando incontrerò Costanza [Costanza Miriano, l’autrice di “Sposati e sii sottomessa”. Ndr], le suggerirò caldamente di querelarvi per diffamazione (aggravata in quanto a mezzo stampa), visto che in nessuno dei libri che ha scritto ho mai visto le affermazioni offensive che le attribuite. Statemi bene!». Fabrizio Biondini.
Ma.La. 14 marzo 2015
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