giovedì 30 luglio 2015

Il Cardinal Sarah: "La Fede o niente"

Il nodo è la fede. Perché “se un vescovo, un cardinale non vede ciò che l’Eucarestia è, cioè il corpo di Cristo, e prende questa Eucarestia come un pasto, da cui nessuno deve essere escluso, perdiamo veramente il cuore del mistero.” Parola del Cardinal Robert Sarah, Prefetto per la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Presentando lo scorso 20 maggio al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II la collana “Famiglia, Lavori in corso” dell’Editore Cantagalli, il Cardinal Sarah ha parlato senza peli sulla lingua. Il Sinodo? “La gente crede che ci sarà una rivoluzione, ma non potrà essere così. Perché la dottrina non appartiene a qualcuno, ma è di Cristo”. Le sfide della Chiesa? “Oggi la Chiesa deve combattere contro corrente, con coraggio e speranza senza aver paura di alzare la voce per denunciare gli inganni e la manipolazione e i falsi profeti. In duemila anni la Chiesa ha affrontato tantissimi venti contrari, ma con l’aiuto dello Spirito Santo la sua voce si è sempre fatta sentire.”
Parole che pesano come macigni, nella discussione in corso. Vanno oltre il mero dibattito del sinodo, certo quello importante e pesante, mentre alcune Conferenze Episcopali rendono noti i risultati del questionario del Sinodo, spesso con la sottile volontà di influenzare l'opinione pubblica, di mostrare la richiesta di una Chiesa nuova.
Il Cardinal Sarah entra nel dibattito con una prospettiva ampia. Non risponde alle domande dei giornalisti, ma a quelle della platea accorso a vedere la presentazione, sì. E lo fa con la franchezza che vuole un dialogo.
Spiega il Cardinale: “Come disse Ratzinger, un diritto che non si basa sulla morale diventa ingiustizia. Per questo è necessario tener presente il contesto della secolarizzazione in cui viviamo. L’allontanamento di parti intere della società moderna dal cristianesimo è andato di pari passio con l’ignoranza e il rigetto della sua dottrina e identità culturale.” Papa Francesco parla di una Chiesa ospedale da campo. Commenta il Cardinale: “Dice una cosa profonda: dobbiamo annunciare la bellezza del cristianesimo perché l’uomo è gravemente ferito. In un ospedale da campo, cerchi di chiudere le ferite prima possibile, perché le persona non muoiano. Poi in un secondo momento penserai al fattore estetico. L’uomo ha necessità di amore, ed è questo il nostro compito, portarlo all’unico compito che dà senso alla nostra esistenza.”  
Ma il problema, è inutile girarci intorno, è la fede, oppressa da una secolarizzazione galoppante. “La Chiesa deve vigilare per contrapporsi alla perdita dei valori cristiani. I mezzi di comunicazione sociale, i media, contribuiscono a denigrare la posizione della Chiesa, a mostrarla sotto una falsa luce, o nel migliore dei casi a restare silenziosi. Il pensiero dominante cerca senza sosta di presentare l’idea di una Chiesa arretrata e medievale, che rifiuterebbe di adattarsi all’evoluzione del mondo, ostile alle scoperte scientifiche.”
Il percorso sinodale rappresenta le lenti per mettere in luce questo dibattito. Allo scorso sinodo, "fu chiaro che il vero fulcro non era e non è solo la questione dei divorziati risposati", bensì "se la dottrina della Chiesa sia da considerare un ideale irraggiungibile, irrealizzabile e necessitante quindi di un adattamento al ribasso  per essere proposta alla società odierna. Se così stanno le cose, si impone necessariamente una chiarificazione se il Vangelo sia una buona notizia per l'uomo o un fardello inutile e non più proponibile".
Quali le ideologie contro cui combattere oggi? “Oggi una delle ideologie più pericolose è quella del gender, secondo la quale non ci sono differenze ontologiche tra l’uomo e la donna, e l’identità maschile e femminile non sarebbero scritte nella natura. (La differenza sessuale risulterebbe) da una costruzione sociale,e un ruolo che riveste l’individuo attraverso dei compiti e delle funzioni sociali. Per i suoi teorizzatori le differenze uomo-donna non sono che delle oppressioni normative, degli stereotipi culturali, delle costruzioni sociali che bisogna decostruire al fine di pervenire all’eguaglianza tra uomo e donna. L’idea di una identità costruita nega nei fatti l’importanza del corpo sessuato.”
Accusa il Cardinal Sarah: “Dire che la sessualità umana non dipende dall’identità dell’uomo e della donna, ma da un orientamento sessuale, come l’omosessualità, è un totalitarismo onirico, è una vera ideologia che di fatto nega la realtà delle cose. Non vedo un avvenire possibile a un tale inganno. Una cosa è rispettare le persone omosessuali, che hanno diritto a un autentico rispetto, altra cosa è promuovere omosessualità. Anche i divorziati risposati hanno diritto a un autentico rispetto, ma la Chiesa non può promuovere una nuova idea di famiglia. Le persone omosessuali sono le prime vittime di questa deriva.”
Il compito della Chiesa – annuncia il Cardinale – è di annunciare la dottrina cristiana e la verità dell’amore coniugale, portando l’uomo alla sua vera realizzazione.” Ma si torna sempre al nodo della fede. Una fede che si ignora, tanto che si utilizza un vocabolario per parlare dei sacramenti che non è il vocabolario cristiano.
“È chiaro che è sbagliatissimo che la Chiesa si permetta di usare le parole che sono usate nelle Nazioni Unite. Abbiamo un vocabolario per esprimere ciò che crediamo. Se l’Eucarestia è solo un pasto, possiamo anche dare la comunione ai divorziati che contraddicono l’alleanza. Il fatto è che siamo imprecisi nell’usare parole cristiane come ‘misericordia.’  Senza spiegare di che si tratta, inganniamo la gente. La misericordia non chiude gli occhi per non vedere il peccato... il Signore è pronto a perdonare, però se torniamo (a Lui), se ci pentiamo dei nostri peccati. Io penso che dobbiamo misurare le parole che usiamo, perché la gente ha sentito parlare i vescovi, il Papa, e sperano che ci sarà un cambiamento totale… E anche se oggi sentiamo una nuova direzione nelle parole del Santo Padre, la gente non ci crede, perché crede che ci sarà un cambiamento, ci sarà una rivoluzione e dobbiamo provare che non c’è una rivoluzione, non ci può essere, perché la dottrina non appartiene a qualcuno, appartiene a Cristo, alla Chiesa.” E ancora: "Cristo è stato misericordioso, però ha affermato che rompere il matrimonio è adulterio. Non si può interpretare questa sua parola diversamente, è un peccato, e il peccatore, senza pentimento, non può avvicinarsi al corpo di Cristo. Se già alcuni Paesi lo fanno, insultano Cristo, è una profanazione del suo corpo, sono più colpevoli perché lo fanno in modo pensato, voluto.
L’antidoto alla confusione è la chiarezza, perché “se noi ritroviamo la nostra fede, se noi troviamo una dottrina ferma, sono sicuro che il popolo di Dio seguirà, anche se con difficoltà.” Solo con la chiarezza si può essere davvero testimoni, in un mondo in cui c’è il rischio di adeguarsi alle richieste del tempo presente.
“Io penso – dice il Cardinale Sarah - che è più coraggioso stare con Cristo sulla croce, essere fedele  alla sua parola: non è facile vivere il Vangelo. È facile andare nelle periferie… ma con chi andiamo? Se non portiamo Cristo, non portiamo niente! Io penso che il coraggio più forte è rimanere cristiani, come fanno tanti cristiani che muoiono in Pakistan, Medio Oriente, Africa. Non vuol dire che non dobbiamo uscire per portare il Vangelo. Ma il coraggio per noi oggi è di andare controcorrente, perché il mondo non sopporta più il Vangelo.”
Per il Cardinale Sarah, il martirio “non è solo fisico,” c’è anche il martirio di coloro ai quali viene anestetizzata la fede. E per questo “dobbiamo essere sempre più chiari ad esprimere la nostra fede con rispetto, con coraggio, come hanno fatto i nostri predecessori. È coraggioso di non essere del mondo perché il mondo non ascolta la Parola.”
Ma oggi si ha “l’impressione che la gente parla dove va il vento. Dobbiamo seguire Cristo, il suo Vangelo. Tutti noi seguiamo Cristo, nell’ambiente oggi che è così insicuro, in cui ciascuno ha il suo parere.” Ma il dibattito in corso, racconta il Cardinale, è drogato perché “molte volte anche i giornalisti oppongono il Papa con la Curia, che è falso. Ma ormai le persone pensano che ci siamo opposti, e pensano che il Santo Padre ha detto che è a favore della comunione ai divorziati, eppure questa è soltanto una interpretazione delle sue parole.”
Si torna sempre al nucleo centrale: la fede. L’ultimo libro del Cardinal Sarah si chiama “Dio o niente.” Per lui, “la fede è il nucleo della difficoltà della Chiesa. Abbiamo veramente incontrato Cristo? Ha cambiato Cristo la nostra vita? E poi, c’è la crisi sacerdotale. I sacerdoti sono ipse Christus, e questo è vero. Ma siamo coscienti di essere Christus?”

  
(Fonte: Andrea Gagliarducci, ACI Stampa, 22 maggio 2015
http://www.acistampa.com/story/il-cardinal-sarah-la-fede-o-niente-0590

 

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