giovedì 21 ottobre 2010

Se lo Spirito soffia salesiano

Probabilmente i primi a sentirsi imbarazzati saranno i salesiani stessi. Ma è un fatto che, da quando il loro confratello cardinal Tarcisio Bertone regge la segreteria di Stato vaticana, lo Spirito Santo ha indubbiamente gettato un occhio di riguardo sui figli di san Giovanni Bosco.
Non si contano più, infatti, i salesiani divenuti vescovi in tutte le parti del mondo; secondo un censimento recente sono 120, l’ultimo è l’arcivescovo del Guatemala nominato all’inizio di ottobre. Ci sono addirittura una decina di eccellenze sdb (l’acrostico salesiano “Società don Bosco” che ora viene sciolto ironicamente «Siamo Di Bertone») in India e parecchie in America Latina. Il solo Benedetto XVI ha nominato almeno 27 vescovi salesiani... Non per niente a maggio il segretario di Stato è stato il grande protagonista dell’incontro di tutti i vescovi salesiani: a Castelnuovo Don Bosco sono accorsi in 93.
Poi ci sono le pedine collocate in posti chiave della Curia romana: il cardinale Raffaele Farina all’Archivio vaticano, l’arcivescovo Angelo Amato prefetto della Congregazione delle cause dei santi e il vescovo Mario Toso segretario del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace. Tra le porpore targate Valdocco vanno annoverate inoltre il cardinale honduregno Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga, il nicaraguense Miguel Obando Bravo e il cinese Joseph Zen, la cui nomina però precede l’avvento di Bertone alla segreteria di Stato.
Non basta: ci sono ben 4 salesiani (e nessun gesuita...) tra i 30 componenti della Commissione Teologica Internazionale, che dipende dall’ex Sant’Uffizio. Il vicedirettore dell’«Osservatore romano», Carlo di Cicco, nel suo curriculum annovera anche una lunga collaborazione col «Bollettino salesiano». Monsignor Enrico Dal Covolo, neo rettore dell’Università Lateranense, è salesiano: ovvio. Da sabato, poi, anche il direttore del coro della Cappella Sistina è un salesiano: don Massimo Palombella. E probabilmente questo censimento sarà manchevole.
Che dire? Il cardinal Bertone, all’inizio del suo servizio, era stato attaccato per certe nomine «sbagliate» (per esempio il vescovo tradizionalista austriaco Wagner, costretto poi a dimettersi ad appena 15 giorni dall’arrivo a Linz) e può darsi che sia stato tentato di tutelarsi da ulteriori errori preferendo gente fidata e «conosciuta». D’accordo. Però adesso non esageri, eminenza....

(Fonte: Roberto Beretta, www.vinonuovo.it, 18 ottobre 2010)

1 commento:

bruno ha detto...

Pensavo di credere nella Chiesa una, santa, cattolica ed apostolica, a queste note caratteristiche occorrerà forse aggiungerne un'altra?Cioè quella di "Valdocchina"?Cosa mancava a Mons. Frisina per dirigere il coro della Sistina? bruno