lunedì 14 febbraio 2011

Scandalo a Londra: il governo vuole le nozze gay in chiesa

L’attento Andrea Tornielli ci mette al corrente di come stanno andando le cose in casa inglese. Quello che ci deve far pensare è che tanti nostri politici che si autodefiniscono cattolici, non disdegnano di allearsi e di flirtare apertamente con quelle correnti politiche italiane laiche, che si prefiggono una identica “conquista sociale” anche per il nostro paese. In base a quali principi cattolici? Per la conquista di quali “diritti” religiosi ed etici? È evidente che questo doppiogiochismo da parte dei “nostri” rappresentanti (ma “nostri” di chi?, non certo dei cattolici!) mira soltanto a salvaguardare il proprio tornaconto, a mantenere ben saldo il proprio fondoschiena alla poltrona del potere! Altro che principi non negoziabili. Qui tutto è negoziabile: dalla dignità personale fino alle proprie convinzioni religiose. Se ne avevano. Ci pensino su un istante i vari Bindi, Franceschini, Prodi, Casini, Rutelli & Co. Invece di pavoneggiarsi in TV, riempiendosi la bocca di banali luoghi comuni, ergendosi a paladini del senso morale e della riaffermazione dei valori cristiani (forse che queste carnevalate per loro servono a questo?) farebbero bene a farsi un serio esame di coscienza. Ma forse non ne hanno tempo, sono troppo impegnati! Ma sentiamo Tornielli: «Le persone omosessuali del Regno Unito potranno far benedire le loro nozze nei luoghi di culto e il governo di sua maestà le riconoscerà. La notizia campeggiava ieri sulle prime pagine del Telegraph e del Sunday Times. Già nei prossimi giorni potrebbe dunque cadere il divieto attualmente in vigore, che proibisce di svolgere le cerimonie delle unioni civili tra persone omosessuali negli edifici religiosi. La riforma, secondo il piano che è stato studiato dal ministro per le Pari opportunità britannico, la liberaldemocratica Lynne Featherstone, potranno dunque contenere elementi religiosi, come inni e lettura di libri sacri, e potranno essere presiedute da preti, pastori, rabbini e altri ministri religiosi.
In Gran Bretagna le unioni civili per gay e lesbiche sono state introdotte nel 2005 e la normativa in vigore stabilisce che esse debbano avere uno svolgimento assolutamente laico, senza elementi religiosi. Anche se poi, di fronte alla legge, le coppie omosessuali unitesi civilmente hanno gli identici diritti di quelle formate da un uomo e da una donna che si sono uniti nel corso di una cerimonia religiosa, i cui effetti civili sono riconosciuti dallo Stato.
È evidente che la riforma, aprendo alla possibilità della benedizione delle nozze per le persone omosessuali, contribuirà ad assottigliare quasi del tutto le differenze tra le unioni civili e il matrimonio tradizionale. Il Suday Times spiega anche che la proposta di riforma della legge sul matrimonio potrebbe anche cambiare definitivamente la definizione legale di matrimonio come un’unione solo tra un uomo e una donna. La decisione avrebbe dunque un valore altamente simbolico. «Il governo sta esaminando quale dovrebbe essere la prossima tappa per le unioni civili, tra cui come alcune organizzazioni religiose possano consentire a coppie dello stesso sesso di registrare la loro relazione in un contesto religioso, se vogliono farlo», ha spiegato un portavoce del ministero dell’Interno. «I ministri hanno incontrato una serie di persone e organizzazioni – ha aggiunto – a tempo debito verrà fatto un annuncio».
La Chiesa d’Inghilterra, che pure negli ultimi due decenni ha introdotto molte riforme liberal, ha già reagito facendo sapere che non autorizzerà questo tipo di cerimonie nei propri edifici religiosi. «La proposta – ha detto un portavoce anglicano – potrebbe avere un impatto inatteso e portare confusione». Le comunità anglicane sono però molto variegate, ed esistono casi di benedizione delle nozze gay. Come pure casi di sacerdoti anglicani che hanno pubblicamente dichiarato di convivere con un altro uomo.
Altri gruppi religiosi cristiani, ad esempio i quacqueri e i protestanti unitari, come pure gli ebrei liberali britannici, sono invece disponibili a ospitare queste cerimonie nei rispettivi luoghi di culto.
In Italia, è di qualche mese fa la notizia della benedizione dell’unione di due lesbiche da parte del pastore valdese di Trapani e Marsala. Mentre in ambito cattolico, fin dagli anni Settanta, cerimonie simili e semi-clandestine venivano celebrate dal prete cattolico don Franco Barbero, poi dimesso dallo stato clericale a motivo di questa attività in aperto contrasto con il magistero. Nel luglio 2003 la Congregazione per la dottrina della fede, allora guidata dal cardinale Joseph Ratzinger, ha pubblicato un documento, approvato da Papa Wojtyla, per dichiarare tutta la contrarietà della Chiesa cattolica al riconoscimento delle unioni omosessuali, che «offuscano valori fondamentali che appartengono al patrimonio comune dell’umanità».

(Fonte: Andrea Tornielli, Il Giornale, 14 febbraio 2011)

Nessun commento: