lunedì 25 aprile 2011

Finalmente una voce autorevole contro lo spot Ikea. Ma i “soliti” non ci stanno!

La pubblicità dell'Ikea ritrae due uomini fotografati di spalle che si tengono per mano e sopra lo slogan: «Siamo aperti a tutte le famiglie». In basso, sotto la foto, compare invece una scritta dove il colosso svedese spiega: «Noi di Ikea la pensiamo proprio come voi: la famiglia è la cosa più importante». E sottolinea: quello «che cerchiamo di fare è rendere più comoda la vita di ogni persona, di ogni famiglia e di ogni coppia, qualunque essa sia».
«Contrasta a gamba tesa contro la nostra Costituzione, offensivo, di cattivo gusto. L'Ikea è libera di rivolgersi a chi vuole e di rivolgere i propri messaggi a chi ritiene opportuno. Ma quel termine "Famiglie" è in aperto contrasto con la nostra legge fondamentale che dice che la famiglia è una società naturale fondata sul matrimonio, in polemica contro la famiglia tradizionale, datata e retrograda». Lo ha affermato il sottosegretario alla Famiglia Carlo Giovanardi intervenendo al programma KlausCondicio di Klaus Davi.
Alla domanda se il Governo ricorrerà al Giurì di autodisciplina pubblicitaria, Giovanardi ha risposto: «No, ma a noi piacerebbe una campagna pubblicitaria che dicesse "siamo aperti all' intera comunità", nel senso che i clienti di una multinazionale sono uomini, donne, anziani, giovani, senza preclusioni di nessun tipo. Ma diverso è attaccare la Costituzione italiana con tale violenza. Spero che l'Ikea non utilizzi più quell'annuncio per le prossime aperture annunciate in varie città». Il sottosegretario ha poi giudicato «grave e di cattivo gusto che una multinazionale svedese, a cui il nostro Paese sta dando tanto in termini di disponibilità e che sta aprendo centri commerciali a manetta, venga in Italia e dica agli italiani cosa devono pensare polemizzando contro la loro Costituzione. Credo che molti clienti dell'Ikea non lo riterranno gradevole». Nella pubblicità, tuttavia, non c'è alcun riferimento alla Costituzione o alla legislazione italiana. Sollecitato infine sulla frase dell'Ikea «Noi portiamo la giustizia sociale», Giovanardi ha spiegato che «la giustizia sociale è quella di dare un occhio di riguardo a coloro i quali, oltre ai diritti, si assumono anche dei doveri».
Non sono tardate le risposte e le levate di scudi. «L'ineffabile sottosegretario alla Famiglia del governo del bunga bunga, Carlo Giovanardi, ci rifila la sua filosofia moraleggiante il giorno prima di Pasqua», attacca Franco Grillini, responsabile Diritti civili e associazionismo dell'Italia dei Valori, . «Addirittura- aggiunge- Giovanardi invita l'azienda a ritirare la sua pubblicità con intento volutamente censoreo e con buona pace del presunto spirito liberale del suo capo». Con una battuta al vetriolo attacca pure Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia: «Nemmeno alla vigilia di Pasqua Carlo Giovanardi, sottosegretario alla famiglia, sa contenere la sua frustrazione per il fatto che la sua delega sulla famiglia non ha a disposizione nemmeno un euro». Al cianuro anche la posizione dei radicali: «Il (molto) sottosegretario alla Famiglia Giovanardi ha dichiarato, letteralmente, che Ikea è contro la legge, anticostituzionale e manda messaggi violenti, solo perché ha promosso una pubblicità con due ragazzi che si tengono per mano», dice Sergio Rovasio, segretario Associazione Radicale Certi Diritti, che aggiunge: «Frasi del genere potevamo sentircele dire da un qualche ministro del governo teocratico iraniano, o da un alcolizzato di osteria, non certo da un rappresentante del Governo italiano»

(Fonte: Corriere della sera, 23 aprile 2011)


1 commento:

Anonimo ha detto...

Purtroppo per noi cattolici non "adulti" e nemmeno "liberali",Giovanardi non può assolutamente esserci utile e funzionale ai fini della difesa dei valori cosiddetti "non negoziabili".

Proprio perchè "se la fa" o sarebbe più corretto dire "fa parte della corte del visir Silvio", il cui quotidiano comportamento è diametralmente opposto alla morale cattolica.

E' questa la tragedia - o la grande prova - che in questo momento storico italiano sta affliggendo i VERI CATTOLICI.

E mi spiego: i veri cattolici non possono stare nè con Berlusconi, nè con Fini,nè con Bossi,nè con Casini,nè con Bersani,nè con Bindi,nè con Dipietro, nè con Vendola.... insomma,non possono far riferimento con nessuno dei politicanti che affollano la scena politica.

E la iattura peggiore sono proprio i politici che si professano cattolici, ma solo per carpire i voti!!!!

Faccio bene io che ormai da diversi anni mi professo - seppure indegnamente - solo e soltanto papista, dopo essermi "dimesso" da votante?!?

Dio ci assista!

Tommaso Chierico