giovedì 25 aprile 2013

Una preghiera comunitaria per il nostro Paese

Sottopongo all’attenzione dei lettori una lettera inviata al Direttore del quotidiano “Avvenire”, organo di informazione della Cei, dalla signora Vetulia Italia - cui oltretutto mi lega amicizia e stima – sempre molto attenta alle vicende del nostro Paese.
Trovo la proposta suggerita dalla signora Velia molto interessante (è stata pubblicata nella Rubrica “Scripta manent”); e concordo con lei (e con mons. Mattiazzo di Padova, di cui spero tanti altri seguano l'esempio) nel considerare la preghiera di intercessione per la nostra Patria come l’unica via percorribile per “dare una mano concreta” a chi sarà preposto a risollevare le sorti di un paese ormai sull’orlo del collasso:
«Caro direttore, la presente vuole essere un ringraziamento vivissimo al vescovo di Padova, monsignor Antonio Mattiazzo, per aver dimostrato di capire che cosa possiamo e quindi dobbiamo fare noi credenti nel momento di grave difficoltà e di enorme confusione che attraversa il nostro Paese. Ricordando certo che «Se Dio non costruisce la casa, invano si affannano i costruttori», monsignor Mattiazzo ha mobilitato la sua diocesi invitando i fedeli a una preghiera collettiva che si è concretizzata in una veglia di preghiera da lui guidata svoltasi l’11 Aprile (Avvenire ne ha parlato proprio quel giorno), nell'invito ai sacerdoti della diocesi a celebrare nei giorni feriali utilizzando i formulari delle messe ad diversa – “per la patria” o “per le autorità civili” - chiedendo, inoltre, che «in ogni parrocchia, nelle prossime domeniche, sia inserita nella Preghiera dei fedeli un'intenzione per il nostro Paese», che è preghiera specifica, diversa dalla generica per i governanti.
Il vescovo dì Padova non può certo immaginare fino a che punto questa sua sensibilità e questa sua forte iniziativa abbia confortato e sia apparsa come una prima risposta a chi, come me, da anni desidera che simili iniziative vengano prese da tutte le diocesi d'Italia. Chi legge la Scrittura dovrebbe sapere che la salvezza di un popolo non è un "pacco dono" che piove dal cielo sulle nostre teste; dovrebbe avere imparato qualche cosa sulla preghiera di intercessione...
Un Presidente della Repubblica sarà comunque eletto, perché deve essere eletto. Un po’ più in là, un governo, quale che sia, sarà comunque fatto, perché deve essere fatto. Ma poi?
Poi, vengono i problemi difficilissimi da risolvere. La preghiera di intercessione per la patria, preghiera forte, collettiva, non episodica, non può attendere né può arrestarsi.
Concludo con una riflessione: se un Paese di sessanta milioni di abitanti sta a cuore a Dio, almeno come gli stava a cuore la città di Sodoma, chi prega per la salvezza di questo Paese prega secondo il cuore di Dio. Vetulia Italia, Roma

(Ma.La. 25 aprile 2013)

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