giovedì 14 novembre 2013

Lettera aperta a Padre Livio Fanzaga di Radio Maria

Caro Padre Livio. Un’idea che lei oggi va diffondendo e difendendo quotidianamente dai microfoni di Radio Maria è la seguente: “Papa Francesco sarebbe pienamente cosciente che il mondo contemporaneo è ormai completamente scristianizzato. Egli però riterrebbe del tutto improduttivo insistere sulla Dottrina, sulla Morale, sul Catechismo ecc. ecc. Tutte cose che nessuno ascolterebbe più. Bisognerebbe pertanto tornare al “primo annuncio”.
Benissimo: ma cosa sarebbe questo primo annuncio?
Qui, in ottima compagnia su questo fronte, lei inizia a sciorinare formulette sentimentalistiche quanto apparentemente coinvolgenti: bisognerebbe, in altre parole, dire a tutti: “Dio ti ama…, Gesù ci ha salvato…, Apriti fratello alla Misericordia di Dio…, Dio perdona tutti…, Dio conosce i tuoi affanni…”, e via di questo passo; senza dogmi, senza appesantire il messaggio, senza sovrastrutture, senza puntualizzazioni fastidiose.
Lei segue quindi, come se fosse un’ovvietà, la battutina ripresa successivamente anche dall’ineffabile Antonio Socci: “Non si evangelizza brandendo il Denzinger ma portando il Vangelo!” E in questo modo tutti i critici sarebbero, secondo lei, messi a tacere per sempre.
Purtroppo però io ho il grave torto di pensare, di usare quel grande dono di Dio che è la ragione.
Eccole pertanto qualche semplice domanda:
A) In primis a proposito del Denzinger [per chi non lo sapesse, è la raccolta in ordine cronologico delle fonti patristiche e dei documenti del Magistero della Chiesa, partendo dai primi anni di vita cristiana]:
1 – Lei usa, in modo chiaramente spregiativo, il nome del “Denzinger” per intendere la Vera Dottrina della Chiesa Cattolica e la contrappone forzatamente al Vangelo. Ma io chiedo: che differenza c’è fra il Denzinger e il Vangelo? Non è forse il primo nient’altro che la semplice lettura e l’interpretazione magisteriale autentica del secondo?
2 – Anzi su questo punto direi ancor di più: il Vangelo non esisterebbe senza il Denzinger… È stata infatti la Chiesa a decidere, con il Suo Magistero e la Sua Tradizione, quali fossero da considerare le fonti ispirate della S. Scrittura.
3 – Ad evangelizzare utilizzando la “sola scriptura” ci ha già provato qualcun altro qualche secolo fa: i risultati li vediamo molto bene ancora oggi nella situazione comatosa in cui si dibatte il mondo protestante.
B) In secundis: a proposito di questo fantomatico “primo annuncio”, lei mi dovrebbe per favore spiegare una cosa molto semplice: “per quale motivo un certo nostro fratello contemporaneo, completamente digiuno di cultura religiosa, dovrebbe aderire a questo primo annuncio se questo non è accompagnato da un’argomentazione credibile, da un ragionamento sull’ordine che governa il mondo, da uno studio serio delle realtà naturali, della storia della Chiesa, dell’ordine dell’Universo, dell’incontestabile divinità di Cristo, della superiorità della Sua Dottrina ecc.?”.
Per quale motivo, se si prescinde dalla Dottrina, il nostro catechizzando dovrebbe preferire il “primo annuncio” cristiano rispetto alle migliaia di “primi annunci” che ci raggiungono nella vita di tutti i giorni? da “Allah è grande” a “lo yoga libera il tuo spirito”, da “il sesso libero ci può dare la felicità” a “La lotta per l’eguaglianza sociale porterà il paradiso su questa terra” ecc. ecc.?
È verissimo che la società contemporanea è completamente scristianizzata. Fin qui siamo d’accordo. Penso però che, se proprio bisogna ricominciare da capo, a ben poco possano servire formulette sentimentalistiche. I veri “primi annunci”, con qualche possibilità di successo, io li vedo più “apologetici”. Innanzitutto:
1) Dio esiste e possiamo conoscerne l’esistenza con la nostra ragione;
2) Gesù Cristo è davvero Dio perché ha fatto miracoli, è risorto, ha fondato la Sua Chiesa che si è diffusa nel mondo senza né armi né eserciti, ha insegnato agli uomini una Dottrina eterna, trascendente e non relativistica, ha suscitato legioni di Santi e Martiri che hanno testimoniato con la vita la Verità di questa Dottrina ecc.;
3) Da ciò discende che esiste una sola morale, in primo luogo naturale e poi, non in contrasto con questa, quella portataci dalla Rivelazione. Esistono quindi dei “valori non negoziabili” che, pur non essendo graditi a molti uomini, sono comunque Veri.
Questi sarebbero i “primi annunci” che servirebbero davvero oggi. Anche se il mondo non applaudirebbe certo quanti avessero il coraggio di proclamarli senza paura.
Già, caro padre Livio, queste stesse cose le diceva anche Lei, fino a qualche mese fa. Come mai oggi ha così vistosamente mutato stile pastorale?
Io rimango dell’idea che Il primo annuncio non può prescindere dalla ragione, dal legame tra Vangelo ed un modo di vivere ispirato a certi principi: altrimenti la conversione non ha senso. Se andassi da un non credente e gli dicessi che Gesù lo ha salvato, so per esperienza che mi sentirei rispondere: “Grazie dell’informazione. Ma da cosa mi ha salvato? E chi è questo Gesù? perché dovrei credere a queste favole? E se mi ha salvato, non sono già a posto così?” Il vero primo annuncio è pertanto quello di Gesù : “Convertitevi e credete al Vangelo”: convertitevi, cioè cambiate mentalità e vita; credete al Vangelo, cioè credete a quanto Gesù, gli apostoli, la Chiesa, su di loro fondata, ha insegnato e insegna. Purtroppo oggi, anche in ambiente ecclesiale, sembra verificarsi quanto lamentava il non credente Carducci: “Amore, amore, amore. Il mondo nuota tutto nel lattemiele…”. Ma una Chiesa al lattemiele, è veramente brutta e infedele!
 

(Liberamente tratto da: Marco Bongi e commenti, Riscossa Cristiana, 8 novembre 2013)
 

3 commenti:

Unknown ha detto...

“Attira più mosche un goccia di miele che un barile di aceto” (San Francesco di Sales)...secondo me è cambiata solo la forma...la sostanza è sempre la stessa...se io parlo di tenerezza la posso rappresentare in due modi : un piccolo gattino che ti guarda col suo musino rosa oppure una leonessa che sta sbranando una gazzella per portarla ai suoi cuccioli affamati che per vivere dipendono totalmente dalla loro mamma...è sempre tenerezza no? pero' sicuramente la prima immagine è la piu' condivisa ma entrambe portano lo stesso messaggio

Unknown ha detto...

“Attira più mosche un goccia di miele che un barile di aceto” (San Francesco di Sales)...secondo me è cambiata solo la forma...la sostanza è sempre la stessa...se io parlo di tenerezza la posso rappresentare in due modi : un piccolo gattino che ti guarda col suo musino rosa oppure una leonessa che sta sbranando una gazzella per portarla ai suoi cuccioli affamati che per vivere dipendono totalmente dalla loro mamma...è sempre tenerezza no? pero' sicuramente la prima immagine è la piu' condivisa ma entrambe portano lo stesso messaggio

Unknown ha detto...

perchè non pubblicate il mio commento...la varieta' di opinioni puo' servire magari a qualcuno...puo' essere spunto di riflessione....magari anche di conoscenza tra persone...ecco il commento "“Attira più mosche un goccia di miele che un barile di aceto” (San Francesco di Sales)...secondo me è cambiata solo la forma...la sostanza è sempre la stessa...se io parlo di tenerezza la posso rappresentare in due modi : un piccolo gattino che ti guarda col suo musino rosa oppure una leonessa che sta portando pezzi sanguinanti di una gazzella appena sbranata ai suoi cuccioli affamati che per vivere dipendono totalmente dalla loro mamma...è sempre tenerezza no? pero' sicuramente la prima immagine è la piu' condivisa ma entrambe portano lo stesso messaggio"