L’osceno, inquietante e criminale testo dell’Oms è citato e confutato da Gianfranco Amato, autore di un saggio, Omofobia o eterofobia?, edito in Verona da Fede & Cultura. Il testo è apprezzabile quantunque non siano comprensibili le anacronistiche bordate (di fonte pliniana?) contro il regime fascista, nello specifico non colpevole. Anzi.
Concepito dai poteri forti, il barbaro, infame progetto (dis)educativo contempla la corruzione dell’infanzia a spese del contribuente, frastornato e disarmato da una viscida e ossessionante campagna giornalistica, che concerta le voci squillanti nel tele-vespasiano a lode e gloria del vizio contro natura.
Sorprendenti e inquietanti sono la blanda reazione del mondo cattolico all’infezione pederastica e la scarsa resistenza dei genitori italiani, che sembrano incapaci di vedere la cialtronesca diseducazione progettata e avviata contro i loro figli dai motori bancari (Georges Soros in prima linea) e industriali (Bill Gates, nel ruolo di seconda locomotiva) della cultura pederastica e nichilista. E dalla scuola postmoderna, in cui imperversano presidi e insegnanti favorevoli all’introduzione nei programmi d’insegnamento di giochi sessuali, quali il gioco del rispetto.
Gli scolaretti sono incoraggiati da pedagoghi di scuola onusiana & californiana “a consolidare la propria identità di genere e a favorire la convinzione il mio corpo appartiene a me quindi a conoscere la possibilità di relazioni con persone dello stesso sesso”.
I bambini, pertanto, devono essere informati – dalla scuola degli orchi democratici – sulle “aspettative di ruolo e comportamenti di ruolo rispetto all’eccitazione sessuale e alle differenze di genere” ed eventualmente/preferenzialmente sull’opportunità di svelare la propria omosessualità.
Naturalmente i genitori degli scolari avviati alla corruzione non sono informati dell’esperimento gay condotto a danno della coscienza dei loro figli.
Un osservatore incline a giudicare realisticamente potrebbe dire in assoluta tranquillità che sulla bandiera dell’unione europea fiammeggia la squillante parola Culocrazia.
L’unione europea, infatti, “promuove una legislazione intesa alla piena equiparazione giuridica della famiglia composta da un uomo e una donna a quella omosessuale”.
A questo punto è utile rammentare che l’ascesa del Culo nel vessillo della rivoluzione moderna è stata preparata, negli anni Ottanta del secolo scorso, da una squadra di prestigiosi intellettuali suggestionati dai pederasti californiani, che Maurizio Blondet ha definito adelphi della dissoluzione.
L’ebrezza pederastica, associata al furore abortista, è indirizzata alla demolizione spirituale e fisica dell’onesta persona umana, oltre a incrementare il potere della suggestione maomettana.
In Italia tale progetto fu sostenuto e applaudito senza pudore da Sergio Quinzio, un funereo intellettuale adelphiano, al quale fu concesso di pubblicare, nelle seriose e sontuose pagine del Corsera, un’apologia dei rapporti omosessuali consapevolmente finalizzati alla trasmissione del mortale virus Hiv.
L’abusata e ingannevole parola gay deve essere pertanto sostituita dalla appropriata parola sad (lugubre) la più adatta a definire i viaggi nello sterco.
La resistenza cattolica al disordine deve fare un passo avanti, al seguito delle indicazioni proposte a tempo debito da padre Julio Meinvielle s. j., e prepararsi a confutare la perversa utopia dei postmoderni: il disegno incuboso, che contempla un paradiso in terra costituito per la minoranza dei gaudenti illuminati dalla religione obituaria.
L’orizzonte dell’élite pederastica è una radunata di eletti eccitati e fanatizzati dal disordine sessuale e dal progetto di vivere in un regno al quale, oltre alli superiori, siano ammessi soltanto servi animaleschi, sopravvissuti ai colpi della falce abortista/malthusiana e programmati per l’utilità degli eletti.
(Fonte:
Piero Vassallo, Riscossa cristiana, 20
maggio 2015)
http://www.riscossacristiana.it/pederastia-fa-rima-con-necrofilia-il-tenebroso-turpe-delirio-dei-banditori-pederastici-di-piero-vassallo/
Nessun commento:
Posta un commento