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Madrid arrivano le Regine Maghe. Melchiorra e Gasparra sfileranno per le vie
della capitale spagnola. Non è un anticipo di carnevale, bensì l’ultima trovata
di Ahora Madrid, partito di area levantina che vuole introdurre le quote rosa
anche nel famoso trio dei Re Magi. Dalla mascherata gender è scampato
Baldassarre perché tradizione vuole che sia nero e quindi il politicamente
corretto non poteva femminizzare anche costui. Gli asiatici e i caucasici
invece posso anche darsi al transgender.
E così il prossimo 5 gennaio, una giorno prima
dell’Epifania, nei distretti
capitolini di Puente de Vallecas e San Blas-Canillejas la tradizionale Cabalgata
de los Reyes Magos vedrà almeno uno dei Re Magi essere impersonato da una
donna, seppur con abiti di foggia maschile. Se le Regine Maghe sono le
benvenute, non così si può dire per gli 800 studenti del collegio cattolico
Arenales che avrebbero voluto partecipare alla sfilata con un proprio carro e a
proprie spese, ma che si sono visti rispondere picche dall’amministrazione
comunale. Il motivo? Nell’istituto sono previste classi di soli maschi e classi
di sole femmine. Poco importa poi che tale tipo di educazione divisa opportunamente
per sessi riguardi solo il 10% di tutti gli studenti. Bastano dieci reprobi su
cento giusti perché – secondo il principio rovesciato che determinò la
distruzione di Sodoma e Gomorra - un’intera scolaresca sia messa al
bando. Le Regine Maghe non vengono mica per i baciapile.
L’iniziativa dei trans Re Magi ha suscitato un bel
polverone mediatico e politico soprattutto perché alla
sfilata assistono molti bambini che potrebbero rimanere a dir poco confusi a
vedere Melchiorra e Gasparra sui cammelli a posto dei loro omologhi maschi. Ma
il sindaco Manuela Carmena tende a minimizzare: «Il bello del travestimento è
che si tratta di un gioco, un gioco molto dignitoso». Provassero quelli della
giunta comunale madrilena a giocare con i simboli e i personaggi dell’Islam.
Nell’agone della polemica sulle Regine Maghe è sceso anche il sinistrorso
quotidiano El Pais, elencando alcuni motivi per cui è bene che i Re Magi
lascino spazio alle loro consorti durante la Cabalgata per le vie di
Madrid.
Il primo motivo fa riferimento al fatto che nei
Vangeli non è esplicitato il sesso dei Magi. Forse è più cretino che falso sostenerlo,
ma riguardo a quest’ultimo punto i Vangeli usano il sostantivo plurale maschile
(e l’originale greco di Matteo usa “magoi”, appunto il nominativo plurale
maschile), potendo usare il sostantivo plurale femminile se fossero state delle
Regine a recarsi a Betlemme (cosa poi da escludere dato che per “magio” si
intende una via di mezzo tra uno scienziato e un sacerdote, cariche a cui in
linea di massima erano escluse le donne nel lontano Oriente). El Pais
poi scrive che dato che nella sfilata compaiono un po’ di soggetti bizzarri,
tra cui personaggi dei fumetti, fatine e bande musicali, non si vede perché
scandalizzarsi per la presenza di donne nelle veci dei Re Magi.
Insomma, dato che è una carnevalata possiamo
buttarla in burla su tutta la linea. E infatti il sindaco Carmena ha tenuto a precisare
che «il Natale è una festa sigillata da una cultura millenaria, una festa
simultaneamente cristiana e pagana». Facile rispondere che il Natale è festa
solo cristiana che sicuramente è stata paganizzata da chi cristiano non è, ma
adora altre divinità come il consumismo con cui campa anche Madrid. Che la
giunta comunale madrilena non nutra simpatie filo cristiane lo si era capito
già ad ottobre quando il primo cittadino annunciò che voleva abolire il
tradizionale allestimento del presepe a Plaza Cibeles perché «il Comune non è
dei cattolici». Il Comune non sarà stato dei cattolici, ma dato che le tradizioni
religiose invece sono dei cristiani, il sindaco dovette far marcia indietro di
fronte alle proteste che suscitò la sua decisione e quindi fu costretta a dare
il proprio placet al presepe seppur in forma ridotta.
Ma la giunta presieduta dalla Carmena ha preso di
mira anche la Settimana Santa, equiparandola al ramadam e al capodanno cinese.
L’amministrazione comunale, infatti, sborserà l’anno prossimo 150 mila euro per
contribuire ad ognuno di questi tre eventi, tanto per tentare di svilire nella
coscienza collettiva l’importanza della Pasqua di Nostro Signore. Ma torniamo a
Melchiorra e Gasparra. Come avevamo già appuntato da queste colonne, il presepe
da anni è luogo di devastazione ideologica, opportunità da sfruttare per
pubblicizzare le proprie idee a favore del femminismo, del gender,
dell’omosessualità e così via.
Dire che se ne fa un uso strumentale è bene poco. In
realtà è un uso sacrilego, è fare violenza al sentimento religioso dei più, anche di chi non è
frequentatore abituale della messa domenicale, perché insultare le statuine del
presepio è offendere la sensibilità di tutti quelli che vedono, seppur in modo
a volte solo epidermico, in questa popolare opera d’arte qualcosa comunque di
sacro, di trascendente, di puro ed innocente. Nelle mani invece dei novelli
Erode la strage dell’innocenza continua ancor oggi al fine di sfrattare dalla
capanna la Sacra Famiglia e far entrare a suo posto la Dissacrata Famiglia
composta da gay e travestiti.
(Fonte:
Tommaso Scandroglio, La nuova bussola quotidiana, 31 dicembre 2015)
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