Attacco coordinato per cambiare il Catechismo sull'omosessualità, e il teatro scelto per la battaglia è il Sinodo sulla sinodalità. In una lunga intervista il cardinale Marx sostiene apertamente la necessità di rivedere la dottrina per legittimare gli atti omosessuali, mentre domani, 3 aprile, suor Nathalie Becquart, sottosegretario al Sinodo, si rivolgerà direttamente a un gruppo LGBTQ statunitense per legittimarlo.
“Love is
love”, l’amore è amore, dichiarò l’allora presidente americano Barack Obama nel
giugno 2015 dopo che la Corte Suprema diede il via libera al riconoscimento del
matrimonio omosessuale. E “love is love” ripete ora il cardinale tedesco
Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, per far avanzare l’agenda
LGBTQ nella Chiesa. Sulla spinta delle rivendicazioni già emerse
chiaramente dal cammino sinodale tedesco, anche il cardinale Marx ha deciso
di rompere gli indugi e chiedere a gran voce il cambiamento del Catechismo in
materia di omosessualità.
Lo ha fatto in una intervista pubblicata dal settimanale
liberal Stern il 30 marzo, in cui afferma
che il Catechismo «non è scolpito nella pietra» e che «è lecito avere
dubbi sui suoi contenuti». Marx parla di «etica inclusiva», basata sul
«rispetto per l’altro», mentre «il valore dell’amore si dimostra nel rapporto:
nel non ridurre a oggetto l’altra persona, nel non usare o umiliare l’altra
persona, nell’essere fedele e dipendente l’uno dall’altro». Marx, ovviamente
incalzato dalle domande del giornalista, va avanti affermando che
«l’omosessualità non è peccato. Ed è un comportamento cristiano quando due
persone, a prescindere dal genere, si difendono a vicenda, nella gioia e nel
dolore».
Insomma, quello che il cardinale Marx intende affermare è «il
primato dell’amore, specialmente negli incontri sessuali». E sembra avere
fretta l’arcivescovo di Monaco: «Negli ultimi anni mi sento sempre più libero
di dire quello che penso, e voglio che l’insegnamento della Chiesa progredisca.
Anche la Chiesa sta cambiando, insieme al mondo: le persone LGBTQ sono parte
della Creazione e amate da Dio e noi siamo sfidati a combattere la
discriminazione». Alla fine il cardinale Marx ha anche confessato di avere
benedetto in passato una coppia omosessuale: «Alcuni anni fa a Los Angeles,
dopo una celebrazione in cui avevo predicato su unità e diversità, due persone
sono venute da me chiedendomi la benedizione. E io l’ho data. In fin dei conti
non si trattava di un matrimonio».
L’intervista
a Stern non giunge come un fulmine a ciel sereno. Non solo è stata preceduta
dalle analoghe tesi del cammino sinodale tedesco e dalle dichiarazioni del
presidente della Conferenza episcopale tedesca, monsignor
Georg Bätzing, che chiede che “sesso libero” sia riconosciuto dal
Catechismo, ma lo stesso Marx aveva già lanciato il guanto di sfida
celebrando una
messa all’inizio di marzo per festeggiare i 20 anni di pastorale Queer a Monaco.
Ovviamente con bandiera arcobaleno davanti all’altare e con omelia inneggiante
a una «Chiesa inclusiva». Il valore di quel gesto non era però stato
adeguatamente e universalmente rilanciato, così Marx ci riprova con una
intervista che è impossibile far passare sotto silenzio.
L’uscita
del cardinale Marx non ha a che fare semplicemente con la rivendicazione della
Chiesa tedesca,
e non solo perché Marx è membro del ristretto Consiglio dei cardinali che
coadiuva papa Francesco nel governo della Chiesa. Già questo infatti dovrebbe
suggerire che la sua posizione pubblica sull’omosessualità ha un rilevanza
universale. Ma non basta: la scelta dei tempi suggerisce che siamo di fronte a
una offensiva coordinata per imprimere una direzione ben precisa
pro-LGBTQ al Sinodo sulla Sinodalità a cui papa Francesco tiene tanto. In
febbraio, ad esempio, era stato il cardinale
lussemburghese Jean-Claude Hollerich, presidente dei vescovi europei, a
chiedere un cambiamento della dottrina favorevole all’omosessualità senza che
la sua nomina a relatore generale del Sinodo sulla Sinodalità venisse messa in
discussione.
Ma
soprattutto domani, 3 aprile, ci sarà
un evento senza precedenti: il
sottosegretario del Sinodo dei Vescovi, suor Nathalie Becquart (nella foto),
pronuncerà una lectio magistralis davanti alla platea di New Ways
Ministry, l’organizzazione LGBTQ statunitense il cui obiettivo è
cambiare l’insegnamento della Chiesa in materia di omosessualità. Di New
Ways Ministry, organizzazione sconfessata dai vescovi americani e
condannata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede già 23 anni fa, avevamo
già parlato in dicembre per una polemica nata intorno alla presenza di
loro materiale pro-LGBTQ sul sito del Sinodo. Ma da allora le cose hanno camminato
velocemente per loro. Passaggio fondamentale è stata la riabilitazione della
suora co-fondatrice di New Ways Ministry, Jeannine Gramick, ad
opera addirittura di papa Francesco che le ha scritto una
lettera di grande apprezzamento per il suo lavoro con le persone LGBTQ ritenuto
«nello stile di Dio». Da lì un coinvolgimento sempre più attivo
dell’organizzazione LGBTQ nella preparazione del Sinodo, fino all’evento
di domani, un vero e proprio riconoscimento ufficiale del movimento
LGBTQ.
Si tratta della annuale Lettura intitolata a padre Robert Nugent, l’altro
co-fondatore di New Ways Ministry, e il tema sarà la “Sinodalità
come cammino di riconciliazione”. E non c’è dubbio, date le premesse, che dovrà
essere la Chiesa a riconciliarsi con i suoi fedeli LGBTQ. La segreteria
di New Ways Ministry ha tutte le ragioni nel sostenere che si
tratta di «un evento storico». Ormai possiamo parlare tranquillamente di un
trionfo della lobby LGBTQ nella Chiesa, e non possiamo non constatare che
la guida della Chiesa non solo non offre resistenza ma addirittura è parte attiva
del processo. Non a caso nessun provvedimento è stato preso - né mai lo sarà -
nei confronti del cardinale Marx per le sue esternazioni, né verrà diminuito
nel suo ruolo di consigliere del Papa.
Al
contrario, a distanza di nove anni possiamo ben dire che i Sinodi sono serviti a
promuovere e realizzare la rivoluzione sessuale nella Chiesa: i due sinodi
sulla famiglia hanno oggettivamente aperto la strada al divorzio e al secondo
matrimonio, e ora la sinodalità serve a legittimare l’omosessualità e qualsiasi
tipo di relazione sessuale. E se nel 2014 il pretesto era pastorale, facendo
finta di non intaccare la dottrina, ora la maschera è stata definitivamente
tolta e si passa direttamente al cambiamento della dottrina. Come
temeva l’allora cardinale Ratzinger già nel 1986.
(Fonte: Riccardo
Cascioli, LNBQ, 02 aprile 2022
https://lanuovabq.it/it/lgbtq-il-cardinale-marx-guida-lultimo-assalto-al-catechismo
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