Avrebbe dovuto piangere come la Madonna di Civitavecchia, la Vergine della grotta di Massabielle, alla vista di quei pellegrini italiani. Piangere, come fece davanti alla piccola Bernadette, non solo per il disastro in cui versa oggi il nostro mondo, ma soprattutto per come è ridotta la stessa Chiesa, anche a causa della "semplicioneria" cui sono arrivati certi suoi ministri. Nessuno pensi male di preti e vescovi: ogni loro comportamento, si sa, è in buona fede, anzi in ottima e santa fede. Ma quanto è accaduto, qualche giorno fa, davanti alla grotta di Lourdes, ha superato ogni limite conosciuto dalla “apertura” clericale, che a volte cede alla tentazione di bruciare granelli di incenso ai nuovi idoli del sincretismo new age.
Ma veniamo al fatto e al protagonista. Il protagonista: si tratta di monsignor Luigi Moretti, vescovo ausiliare di Roma, vice del cardinale Agostino Vallini (a sua volta vicario del Papa) e assistente ecclesiastico nazionale della Unitalsi (l'organizzazione che organizza pellegrinaggi per i malati): un personaggio di tutto rispetto. Il fatto: otto mila persone, tra cui 3mila bambini, otto treni speciali, 5 aerei da ogni parte d'Italia, per il pellegrinaggio a Lourdes (dal 22 giugno al 27 giugno).
Domenica scorsa, il vaticanista di Rai Uno, Aldo Maria Valli, nella trasmissione che precede la Messa, manda il servizio sull'avvenimento e un'intervista allo stesso monsignore.
Scorrono le immagini, ben note ai fedeli e conosciute in tutto il mondo: Lourdes, le piscine, la spianata, la grotta delle apparizioni, il ruscelletto con l'acqua miracolosa che scende dalla roccia.Ma ecco che le telecamere inquadrano, proprio ai piedi della statua della Vergine, uno sgargiante bandierone multicolore. Si vorrebbe non credere ai propri occhi: ma sì, è il noto drappo arcobaleno, icona del pacifismo unidirezionale, ateo e anche un tantino gay. A srotolarla ai piedi di Maria tra i lumini e le fiaccole votive sono i pellegrini italiani guidati dall'arcivescovo Moretti, anzi i "Bambini di pace" (questo era il titolo del pellegrinaggio). Un'apparizione che in quel luogo ha dell'incredibile.
Beh, niente contro la pace, il disarmo e la non violenza. Ci mancherebbe.
E poi ciascuno è libero di seguire le bandiere che vuole. Ma a Lourdes, non è poi così normale assistere alla benedizione di vessilli, sandaline e gagliardetti che nulla hanno a che vedere con la Croce di Cristo o il Rosario di Sua Madre. Tutto, ma non quello straccio. Ci sarebbe stato bene, al limite, anche un tifoso interista, in ginocchio alla grotta per la grazia ricevuta dello scudetto. Almeno il frescone verrebbe a ringraziare, mica a far consacrare dalla Vergine simboli di paranoie universali. Portare invece l'arcobaleno di stoffa e stenderlo ai piedi di Maria, è sintomo, ad essere caritatevoli, di confusione mentale, prima che religiosa.Ma se consultiamo la dottrina (Lourdes oblige) il verdetto è preoccupante: riduzione dell'avvenimento cristiano a teosofia, innaffiata con acqua di new age mixata a precetti massonici. Gesù Cristo, frullato in questa salsa indiana ed esoterica, diventa un rottame non più riciclabile, risalente alla passata Età dei Pesci. Adesso, predicano i guru new age, il peccato è scomparso, non c'è bisogno di un Salvatore: siamo nella Nuova Era dell'Acquario dove la perfezione si compra al supermarket dell'umanesimo terapeutico.Caspita, direte voi: tutta questa cagnara per un semplice straccio colorato!
Beh, a picchiare duro sulla bandiera arcobaleno è la stessa Chiesa cattolica: proprio il 20 giugno scorso (due giorni prima del pellegrinaggio dei Bambini pacifisti a Lourdes), l'Agenzia vaticana Fides pubblicava un lungo articolo sul significato, appunto, della bandiera della pace. Che fa piazza pulita, finalmente, del "pio-pio" pretino su questo tema. Si chiede la rivista: «Come mai uomini di Chiesa, laici o chierici che siano, hanno per tutti questi anni ostentato la bandiera arcobaleno e non la Croce, come simbolo di pace? Sarebbe interessante interrogare uno per uno coloro che, forse anche inconsapevolmente, hanno affisso sugli altari, ingressi e campanili delle chiese lo stendardo arcobaleno». E ancora: «questi uomini e donne di Chiesa sanno qual è l'origine della bandiera d pace? Molti probabilmente no. Altri, pur sapendo, non se ne preoccupano più di tanto». Per concludere, al termine di una documentata analisi, che «la bandiera arcobaleno è una valida sintesi per rappresentare questo sincretismo; infatti l'arcobaleno rappresenta il passaggio dall'umano verso il super-uomo divino». Insomma, l'odore di zolfo che sente l'articolista è fortissimo: se preti e parroci hanno le narici intasate, la smettano di menare il torrone pacifista e vedano di ficcare subito la testa nel catino dei suffumigi per liberarsi dal tappo. Evidentemente, l'arcivescovo Moretti, non ha letto l'articolo di Fides, oppure l'ha letto ma non lo condivide. In tal caso, forse farebbe bene a smentire pubblicamente le tesi vaticane. Per evitare malintesi e smarrimento tra i fedeli. Che, tuttavia, a queste misture gnostiche e al turibolare di incensi diversi (da Buddha a Visnù, dagli Incas a san Francesco, magari passando per uno sbuffo di hashish) sono già abituati: impossibile scordare le centinaia di bandiere arcobaleno penzolanti dai balconi cittadini e pure dalle finestre delle canoniche parrocchiali. Eppure, nessuno mai avrebbe osato pensare che il drappo sarebbe arrivato fino ai piedi della Madre di Dio. Portato, per giunta, da un arcivescovo. L'agenzia Fides lo definirebbe, dottrinalmente, un sacrilegio. Ma senza scomodare Belzebù, più semplicemente, quell'immagine trasmessa da Rai Uno appare più uno svarione, un'intemerata senza capo né coda. Un tiro alla “viva il parroco”, appunto. Resta comunque il fatto che a Lourdes qualsiasi bandiera diversa da quella mariana sarebbe decisamente un attentato al buonsenso e pure al buoncostume. Figuriamoci la multicolore dalla storia così impresentabile e imbarazzante, e non solo per i cattolici. Nei messaggi lasciati in consegna a Bernardette Soubirous, la Madonna raccomandava preghiere e penitenze perché il mondo ritrovasse la vera pace, contro le trappole di Satana, propagatore di male e conflitti tra gli uomini. Mai, pensiamo, la Regina della Pace si sarebbe aspettata d'essere invocata dai suoi figli con uno dei simboli del Gay Pride. (Luigi Santambrogio, Libero, 10 luglio 2008)
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