giovedì 22 ottobre 2009

Omofobia: botta e risposta a difesa e contro il progetto legislativo affondato

Dalle colonne de Il Giornale del 15 ottobre, l’Avv. Annamaria Bernardini De Pace ha usato parole piuttosto dure nello stigmatizzare quanti hanno contribuito all’affossamento del progetto di Legge contro l’omofobia. Tra l’altro l’articolista – prendendo lo spunto da una lettera “davvero omofoba” inviata al giornale “da un signore genovese eterosessuale” il quale escludeva l’esistenza di una qualsiasi discriminazione nei confronti dei “non eterosessuali” che al contrario avrebbero la massima visibilità invadendo tv e strade delle città – diceva: «È del tutto ovvio e scontato che gay, lesbiche e transessuali siano visibili nelle città, sui luoghi di lavoro e nei mezzi mediatici, in quanto solo in Italia sono quasi sei milioni, circa il 10% della popolazione. Altre stime suggeriscono che siano addirittura circa il 30% (quindi diciotto milioni di individui) e che, dunque, vi sia un 20% di loro silente e riservato…».
«In Italia vengono sdoganati e apprezzati tra loro quelli che si distinguono nello spettacolo, nella moda e nella politica. Gli altri, perseguitati dalla cultura omofobica o se vivono in ambienti culturalmente gretti, sono costretti a tacere e nascondersi. A soffocare la loro affettività, a vivere nel dolore, nella vergogna e nella fatica di affrontare sguardi, giudizi, disprezzo, irrisione e, a volte, emarginazione». In una parola dei martiri!
Per questo «ha un senso concreto il Gay-Pride. Hanno senso le battaglie a favore degli omosessuali. Come hanno avuto senso le battaglie che hanno fatto le donne perché si affermasse loro la pari dignità giuridica: che 40 anni fa era ancora un’utopia. Anche gli omosessuali in Italia - sei o diciotto milioni che siano - hanno diritto di essere riconosciuti dagli altri uguali, nella pari dignità giuridica, morale e affettiva; senza censure, persecuzione, sabotaggi. Senza dolore. Senza essere costretti a raccontarsi e a spiegarsi anche per superare l’atteggiamento residuale omofobico di chi li gratifica di patetica tolleranza».
E conclude: «La discriminazione contro il popolo Glbt (gay, lesbiche, bisessuali, transessuali) in Italia c’è ed è evidente nella società e nel diritto: se non si pone un immediato rimedio, la storia ci giudicherà allo stesso modo dei persecutori dei neri e degli ebrei». E scusate se è poco, aggiungiamo noi!. Del resto « Il signore di Genova (con la Binetti) dovrebbe, comunque sia, sapere che qualsiasi religione, con parole diverse, ripropone il comandamento di amare il prossimo come se stessi. Dunque, chi non ama, non rispetta, non comprende e non ha misericordia degli altri, pecca gravemente».
A tale infiammata arringa difensiva, risponde in maniera più pacata, puntualizzando e rintuzzando alcune affermazioni della legale, il Dr. De Matteo:
«Gentile avvocato, le scrivo in riferimento al suo articolo pubblicato da “Il Giornale” di giovedì 15 ottobre 2009. L’omosessualità, come ogni altra forma di perversione sessuale, non è una condizione naturale e biologica (come lei sostiene e come moltissime ricerche scientifiche hanno dimostrato) bensì una tendenza oggettivamente disordinata che non può dare a chi la pratica dei diritti speciali (che non ha chi invece non intende praticarla)».
«Sono infatti note le correlazioni tra omosessualità e pedofilia nonché tra omosessualità e diffusione dell’HIV. Inoltre, serie ricerche scientifiche hanno chiaramente dimostrato che l’aggressività e la violenza all’interno delle coppie gay è di gran lunga superiore a quella presente nelle coppie eterosessuali ed è un dato accertato che le unioni omosessuali sono molto meno stabili e durature rispetto a quelle naturali tra un uomo ed una donna».
«Il fatto che l’Organizzazione mondiale della sanità abbia rimosso nel 1974 l’omosessualità dall’elenco dei disturbi sociopatici della personalità e che il Parlamento europeo spinga oltre ogni misura affinché tutti i paesi europei varino leggi contro la morale naturale, non stupisce chi da molto tempo denuncia la deriva antiumana portata avanti con incredibile determinazione dalle lobby massoniche nazionali ed internazionali».
«D’altra parte, se corrisponde al vero ciò che lei afferma è altrettanto vero che fino a meno di quarant’anni fa il dato giuridico coincideva col dato naturale, anche su altri importanti temi come ad esempio l’aborto, riconosciuto in tutte le epoche precedenti come una grave deviazione dall’ordine naturale»
«In realtà, la presunta difesa dei diritti di alcune minoranze portata avanti da élite minoritarie ma estremamente potenti e strategicamente collocate, costituisce un’abile copertura al vero obiettivo che si vuole raggiungere, ossia la distruzione dell’istituzione familiare vista come residuo arcaico ed insopportabile dell’eredità cristiana. La vera discriminazione è quella perpetrata nei confronti di chi si rifiuta di allinearsi alla mentalità “moderna”. Solo per citare alcuni esempi, nelle scuole inglesi si fanno recitare a bambini delle elementari spettacoli in cui vengono “rielaborate” le principali fiabe con il principe e la principessa che diventano due lei o due lui, in modo tale da ben inculcare nelle menti dei bambini la perversa idea di società propagandata dagli adulti; alcuni mesi fa è apparsa sugli autobus pubblici di Roma la pubblicità di una linea telefonica per gay, patrocinata dal Comune, dalla Regione e dalla Provincia, quindi coi soldi dei cittadini, in larga parte né omosessuali né favorevoli a tali forme di “discriminazione positiva”».
«Chi ama veramente gli altri e dunque obbedisce al Comandamento dell’amore dettatoci da Cristo stesso, è chi difende ad ogni costo la morale naturale, a garanzia proprio dei più deboli. Pecca gravemente chi si ostina a negare la realtà dei fatti e a colludere colla cultura di morte dominante. Non si illuda caro avvocato, malgrado le forze del male siano straordinariamente agguerrite ed occupino i principali posti di potere ci sarà sempre un piccolo gregge pronto a sacrificare anche la propria libertà in nome della Verità e della Vita».

(Fonte: Dr. Alfredo De Matteo, Comitato verità e vita, 16 ottobre 2009)


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