Chi si
ostina a sostenere che il sindaco Raggi (mi rifiuto di oltraggiare l'italiano con "sindaca"! n.d.r.) non ha fatto ancora niente per la
Capitale, da ieri potrà affermare che il primo cittadino pentastellato ha
celebrato in Campidoglio la prima unione civile omosessuale nel comune di Roma
ai sensi della Legge Cirinnà.
Gli
“sposi” sono Francisco Raffaele Villarusso, 43 anni, nato a Cerignola, e Luca De Sario, 30
anni, di Roma. I due uomini indossavano un cilindro viola uguale, camicie con
jabot e sneakers. Deve essere stato questo look stravagante dei due uomini a
ispirare il discorso della sindaca che ha augurato «una unione lunga e
divertente». D’altra parte l’auspicio di generare figli maschi va ancora
incontro a problemi di natura biologica. Questa unione «potrebbe avere qualche
scossone», ha proseguito Raggi, «ma vi auguro di superare gli ostacoli che la
vita ci pone davanti. Questa è la sfida che vi accingete a intraprendere,
andate avanti a testa alta con forza e divertitevi, il segreto è divertirsi. Vi
auguro una vita intensa».
Insomma,
il segreto di una relazione stabile e duratura secondo il sindaco di Roma è
divertirsi; forse la
giovane Virginia alludeva alla mancanza dell’obbligo di fedeltà come previsto
dalla legge che regolamenta le unioni civili. Eppure la Raggi senza troppi giri
di parole ha spiegato che si tratta di «un momento importante, una grande
emozione», perché «nasce una nuova coppia e una famiglia». Quindi, con buona
pace di Alfano e dei parlamentari di Ndc che per mesi hanno sostenuto il
contrario, il primo cittadino della capitale d’Italia ha voluto sottolineare
che si è trattato di un matrimonio in tutto e per tutto che va a formare una
nuova famiglia.
Concetto
ribadito alla stampa presente in piazza del Campidoglio anche da Raffaele
e Luca: «Questa legge
ci rende tutti uguali. Abbiamo messo nero su bianco, ora siamo una famiglia».
Nessun commento, ovviamente, dal Viminale dopo che Alfano ha passato tutta l’estate
a raccomandare i Comuni che non si sarebbe dovuto parlare di celebrazioni e
rivendicando il risultato ottenuto grazie alla sua mediazione che non
esisterebbe alcuna similitudine col matrimonio.
Bisognerebbe
poi aprire un capitolo a parte sul fatto che Roma sia una delle poche città in
Italia che
ha già allestito il registro per le Unioni Civili. La solerzia di essere
uno dei primi Comuni che alza bandiera arcobaleno, fa da contraltare ad un
città ancora in balia del degrado. Ma come dare torto a Virginia? L’importante
è divertirsi.
(Fonte:
Marco Guerra, La bussola quotidiana, 18 settembre 2016)
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