Ancora
una volta la vicenda, vera o presunta, di un ragazzino, Ivan, maltrattato dai
compagni perché manifesta tendenze omosessuali, prontamente rilanciata da Repubblica per
montare l’ennesimo caso con ricaduta gay-friendly, non poteva non
essere immediatamente raccolta dall’immancabile chierico d’avanguardia, il quale si
inerpica in una traballante teoria, puntellata sulle elucubrazioni
dell’altrettanto immancabile esegeta-teologo d’oltralpe, secondo la quale anche
Gesù è stato vittima di omofobia ante litteram.
Sapevamo che Gesù era stato rifiutato dal sinedrio del suo tempo perché da
semplice uomo (quale essi credevano fosse) aveva l’ardire di farsi uguale a Dio
(quale egli realmente era); questo, insieme ad una serie di circostanze
collaterali, lo porterà alla morte di croce.
Non sapevamo invece – ma ci viene prontamente spiegato – che
Gesù era stato ingiustamente perseguitato anche con l’accusa di omosessualità.
L’ipotesi – che per lui è una certezza – si fonda sulla spiegazione esegetica
data alla scelta da parte di Gesù di utilizzare il termine ‘eunuco’ per
indicare il consiglio evangelico della verginità per il regno dei Cieli.
Al di là delle elucubrazioni esegetiche più o meno credibili, la
ragione sostanziale portata a supporto di tutto il discorso sarebbe questa:
Gesù è vissuto tutta la vita da celibe in una società che considerava
inammissibile e scandaloso il fatto che un uomo non avesse una moglie e dei
figli; dunque Gesù è stato ‘certamente’ vittima di scherno omofobico.
Il sostenitore di tale tesi e il suo referente
teologico d’oltralpe riconoscono – bontà loro – che l’accusa era
ingiustificata, e direi che questo riconoscimento è d’obbligo per non esporsi
ad una querela da parte del buon Dan Brown, il quale, come è noto, ha fatto la
sua immensa fortuna narrando dell’amore tra Gesù e la Maddalena …
Resta il fatto che Gesù sarebbe stato vittima di
omofobia perché
vive una vita celibataria, cosa inaudita e incomprensibile per quel contesto.
Ma sarà vero? Già qualche dubbio viene se si considera che, se di eccezione si
tratta, bisogna ammettere che è strano che la sua sola famiglia ne contempli
già due: sappiamo infatti che anche il cugino di Gesù, Giovanni il Battista,
vivrà da celibe la sua breve vita.
Ma non si tratta solo di eccezioni alla regola; già da decenni la visione
religiosa del giudaismo più fervente stava mutando, e la società ebraica del
tempo di Gesù stava assistendo ad una fenomeno, certamente minoritario ma non
irrilevante: centinaia di giovani lasciavano le famiglie e i villaggi e si
ritiravano a vivere nel deserto, in comunità rigorosamente dedite all’astinenza
sessuale: si tratta del movimento essenico, che tanto influsso religioso e
culturale ha avuto sulla storia dell’epoca.
In ogni caso, al di là degli esempi riportati, abbiamo una prova indiretta
e, direi, conclusiva riguardo alla fantasiosità di tali teorie, e ci viene dal
Vangelo: secondo la legge mosaica il reato di sodomia era punito con la morte;
sappiamo bene che durante il processo religioso che porterà il Signore Gesù
alla croce, i sacerdoti del sinedrio che lo volevano morto a tutti i costi,
erano alla disperata ricerca di testimoni pronti a giurare il falso pur di
trovare un appiglio per la sua condanna; possiamo ben immaginare che se quei
sacerdoti avessero avuto la possibilità di far leva sulla ben che minima
illazione, per quanto inconsistente, derivante dalla sua vita celibataria,
l’avrebbero colta immediatamente.
È dunque chiaramente insostenibile e infondato asserire che, nella
società giudaica di quel tempo, il celibato potesse dare immediatamente adito a
sospetti di omosessualità. E allora – ci domandiamo – perché costruire dal
nulla e sul nulla l’ennesimo teorema?
Ecco il fatto davvero inquietante: il processo a tappe
forzate in corso nella Chiesa, da parte di uomini di Chiesa a tutti i livelli,
per sdoganare la pratica omosessuale (processo di cui La Bussola Quotidiana ha
già dato notizia più volte) non si fa scrupolo di fronte a nulla. E cosa c’è di
meglio per la ‘causa’ che insinuare che Ivan, vittima di omofobia, è come
Gesù?!
(Fonte:
Claudio Crescimanno, LNBQ, 11 giugno 2017)
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