giovedì 29 settembre 2011

Quando il fronte gay diceva: «Il viaggio del Papa in Germania sarà un flop

La storia si ripete puntualmente. La cultura laicista vuole convincere che il Papa non trovi consenso da nessuna parte, che gli stessi cattolici stiano prendendo le distanze da lui, che la fede stia scomparendo, nonostante le statistiche dicano proprio l’opposto. Prima di ogni grande evento sono così tanto desiderosi che si possa rivelare un fallimento totale che si lasciano andare a vere e proprie profezie.
E’ successo a Micromega, giornaletto militante sotto il dominio di Flores D’Arcais, quando ha sostenuto che la beatificazione di Giovanni Paolo II si sarebbe rivelata un flop. È successo alla setta razionalista dell‘Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, quando ha voluto convincere i propri adepti che la GMG 2011 si sarebbe rivelata un fallimento.
Identica previsione catastrofica è stata anticipata anche per il viaggio del Pontefice in Germania, svoltosi dal 22 al 25 settembre 2011. A formularla questa volta è stato il fronte omosessualista. Prima dell’inizio del viaggio ha infatti dichiarato che se il Papa durante la sua visita non avesse visitato il monumento alle vittime omosessuali cadute durante il regime nazionalsocialista, il viaggio sarebbe naufragato in un grande flop.
Hanno parlato di immense manifestazioni di protesta, del Parlamento tedesco mezzo vuoto, di accoglienza fredda, di scisma della Chiesa, di sacerdoti in rivolta, dell’86% di cittadini tedeschi indifferenti, di agnostici sul piede di guerra ecc.
Ovviamente nulla di tutto questo è avvenuto, anzi, anche questa volta si parla di “successo”.
In Parlamento poche sedie vuote e una grande ovazione generale. Ottimo apprezzamento da parte del Cancelliere tedesco Angela Merkel. Benedetto XVI è stato accolto con un minuto e mezzo di applausi dai parlamentari in piedi e interrotto più volte dagli applausi durante il discorso. La Frankfurter Allgmeine Zeitung, quotidiano tedesco di linea liberal-conservatrice, ha definito quello pronunciato da Benedetto XVI davanti al parlamento tedesco il “discorso del secolo”.
Proteste? A Berlino si aspettavano decine di migliaia di persone. Il tutto si è ridotto ad una sfilata folcloristica di al massimo tremila persone, come descrive chi ci è stato. Lo stesso è avvenuto a Erfurt, dove se ne sono viste solo quattrocento, ma i pellegrini arrivati per ascoltare il Papa erano 90 mila. E centomila alla Messa finale.
I quotidiani tedeschi: Il Der Spiegel, tra le voci “contro” della vigilia, ha parlato alla fine di un Papa delle sorprese e convincente. Il Bild, oltre ad averlo accolto con due manifesti giganti, ha dedicato a lui 5 pagine solo al primo giorno di viaggio, quasi un record. Il giornale liberale di sinistra, la Suddeutsche Zeitung, è rimasta invece colpita dall’atteggiamento umile del Papa: la sua visita al Bundestag – scrive – ha avuto grande attenzione e il merito è tutto del protagonista. Quello al Bundestag, commenta, è stato «impressionante, grande, filosofico, umano. Un discorso complesso ma semplice nel suo messaggio, fondamentale ma non fondamentalista». Anzi, il quotidiano tedesco dà dell’intollerante a chi ha criticato pregiudizialmente Benedetto XVI. Il Papa è stato perfino elogiato dal leader della sinistra radicale tedesca, Gregor Gysi, dal movimento ecologista tedesco e da quello italiano.
Che dire? Definire tutto ciò un “flop”, significa una cosa sola: voler sovvertire ad ogni costo la realtà e sparare giudizi a casaccio, mossi soltanto dal solito odio velenoso contro Benedetto XVI e ciò che rappresenta.

(Mario, 29 settembre 2011)


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