Inizia
con una esclamazione di meraviglia l’intervento della Dott.ssa Elisabetta
Frezza alla conferenza organizzato a Trebaseleghe (PD). Guardando il pubblico
dinnanzi a sé, afferma: «Ho organizzato varie conferenze su questo tema, anche
con persone molto più brave di me e c’erano dieci persone! Adesso,
all’improvviso tutti sono interessati al “gender”! ».
Dopo aver presentato, in modo esauriente, alcuni accenni storici sul Gender, la Dottoressa analizza la situazione attuale e l’aspetto giuridico della Teoria del Genere.
Nel maggio 2013 viene pubblicato dall’UNAR e dal Ministero delle pari Opportunità la “Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”. Il primo documento in Italia che ufficializza l’intento di diffondere, facciamo nostre le parole della Dott.ssa Frezza, «un’ideologia perversa che va contro la conservazione della società e il bene comune, che va contro la natura umana, e per chi crede contro il piano della creazione di Dio»: l’ideologia di genere. «Si teorizza questo: al di là dei propri dati sessuali, biologici e anatomici ciascuno deve essere libero di scegliere ed elaborare il proprio genere identitario secondo la percezione che ha di se stesso. Viene così superato il dualismo maschio femmina ritenuto un retaggio culturale opprimente e si spalanca un ventaglio liberatorio di possibilità di scelta».
Dopo aver presentato, in modo esauriente, alcuni accenni storici sul Gender, la Dottoressa analizza la situazione attuale e l’aspetto giuridico della Teoria del Genere.
Nel maggio 2013 viene pubblicato dall’UNAR e dal Ministero delle pari Opportunità la “Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”. Il primo documento in Italia che ufficializza l’intento di diffondere, facciamo nostre le parole della Dott.ssa Frezza, «un’ideologia perversa che va contro la conservazione della società e il bene comune, che va contro la natura umana, e per chi crede contro il piano della creazione di Dio»: l’ideologia di genere. «Si teorizza questo: al di là dei propri dati sessuali, biologici e anatomici ciascuno deve essere libero di scegliere ed elaborare il proprio genere identitario secondo la percezione che ha di se stesso. Viene così superato il dualismo maschio femmina ritenuto un retaggio culturale opprimente e si spalanca un ventaglio liberatorio di possibilità di scelta».
Nel
dicembre dello stesso anno la “Strategia” viene ulteriormente arricchita da un
altro documento “Comunicare senza pregiudizi”, destinato ai giornalisti.
Sotto
il coordinamento dell’UNAR opera una governance, con un gruppo nazionale di
lavoro LGBT che viene definito nella governance: «il luogo centrale per
l’elaborazione della strategia». Il gruppo è formato da 29 associazioni
omosessuali.
Tra
queste, la Dottoressa ci ricorda, il “Circolo culturale omosessuale Mario
Mieli”. Mario Mieli era un omosessuale, pedofilo, morto suicida. Il presidente
attuale di questa associazione è anche il presidente dei gay pride romani. In
uno dei suoi libri, Mieli afferma: «Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere
nel bambino non tanto l’Edipo, o il futuro Edipo, bensì l’essere umano
potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli
eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a
braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore
con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge
messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia,
traumatizza, edu-castra, nega, calando sul suo erotismo la griglia edipica. La
pederastia invece è una freccia di libidine scagliata verso il feto. […] La
corporeità umana entra liberamente in relazione egualitarie multiple con tutti
gli esseri della terra inclusi i bambini, e i nuovi arrivati di ogni tipo;
corpi defunti, animali, piante, cose annullando democraticamente ogni
differenza non solo tra gli esseri umani ma anche tra le specie».
Questo
è uno dei componenti della governance che ha prodotto la “Strategia Fornero”.
In seguito c’è stata una interpellanza alla presidenza del consiglio da parte
di alcuni parlamentari che hanno chiesto il motivo dell’accreditamento presso
il Ministero della Pubblica Istruzione come enti di formazione, di associazioni
come questi.
Ci si
chiede come mai questo gruppo di lavoro LGBT, un’entità anche evanescente che è
anche priva di soggettività giuridica e quindi priva di ogni responsabilità,
possa essere stata addirittura eletta a consultore stabile dei ministeri e dei
ministri; a promotore di progetti legislativi e programmi scolastici e venga
investita di poteri il cui esercizio ricade su tutti noi.
Quindi
la Ministra Fornero ha varato questo documento che di per sé, dato che non è
una legge, non è un regolamento, non ha alcuna valenza giuridica e quindi non
può nemmeno essere impugnato. Però da questo, si diramano una serie di
provvedimenti che,questi si, hanno invece una forza vincolante.
La
vicepresidente del Senato V. Fedeli ha presentato un disegno di legge
“Introduzione dell’educazione di genere e della prospettiva di genere nelle
attività e nei materiali didattici delle scuole del sistema nazionale di
formazione e nelle Università” con l’obiettivo di eliminare stereotipi, pregiudizi,
costumi, tradizioni e altre pratiche socio culturali fondate sulla
differenziazione delle persone in base al sesso di appartenenza.
Questo
disegno è stato assorbito nella nota legge Renziana definita la “Buona scuola”
il 15/07/2015 nel com. 16 del suo art. 1; questo com. 16 rimanda all’art. 5
com. 2 della legge del 2013, la legge sul femminicidio, la quale all’art. 5
incorpora in se stessa il piano di azione straordinario contro la violenza
sessuale e di genere.
Ma
come afferma Riccardo Cascioli, in un suo articolo apparso di recente su “La
Nuova Bussola quotidiana”: «C’è però un rischio legato alle polemiche
sull’articolo 16, quello di distrarre l’attenzione da un pericolo molto più
grave che si sta correndo: ovvero un diabolico compromesso sul Ddl Cirinnà per
la legalizzazione delle unioni civili (omosessuali)».
Come
afferma la Dott.ssa Frezza si tratta di «una manovra planetaria di
destrutturazione dell’identità dei singoli individui, di destrutturazione della
famiglia e quindi della società».
Così scriveva
Chesterton: “Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa
quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in
estate. Noi ci ritroveremo a difendere non solo le incredibili virtù e
l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più
incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Combatteremo
per i prodigi visibili come se fossero invisibili”. «Hanno dichiarato guerra
alla realtà! Noi siamo in guerra e ci tocca di combattere, anche!»
(Articolo
basato sulla conferenza tenuta dalla dott.ssa Elisabetta Frezza presso Trebaseleghe
(PD) il 26/08/2015 - https://www.youtube.com/watch?v=uvdDcrLc-H0)
(Fonte:
Silvia Sacripanti, Italia Cristiana, 7 gennaio 2016)
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