Nella lettera apostolica Desiderio Desideravi l’attenzione alla musica sacra e al canto si riduce a una parentesi, limitandosi a dire che sono aspetti da curare. In realtà, servirebbero cure drastiche, ma è il Vaticano il primo a dover agire. Da decenni è proposta al popolo una musica non degna della liturgia, mentre il gregoriano è messo da parte.
Il tema della musica sacra è uno di quelli di cui si parla molto, ma si fa poco, anzi pochissimo. Oramai da decenni assistiamo alla dismissione di gloriose istituzioni musicali che vengono ritenute non più adeguate per la presente liturgia. Ma se la presente liturgia pretende di fare a meno di patrimoni di bellezza messi su nei secoli, non dovremmo pensare che c’è qualcosa di veramente sbagliato nella mentalità di qualcuno. Cori, anche celebri, o vengono soppressi oppure “normalizzati”, cioè in pratica impossibilitati a cantare il gregoriano o la polifonia antica e moderna. Bisogna promuovere il canto popolare, senza pensare che c’era e ci dovrebbe essere ancora una chiara distinzione tra canto liturgico e canto popolare, ma a chi importa?
Nella Lettera Apostolica Desiderio
Desideravi al punto 23 viene detto:
“Intendiamoci: ogni aspetto del celebrare va curato (spazio, tempo, gesti,
parole, oggetti, vesti, canto, musica, …) e ogni rubrica deve essere osservata:
basterebbe questa attenzione per evitare di derubare l’assemblea di ciò che le
è dovuto, vale a dire il mistero pasquale celebrato nella modalità rituale che
la Chiesa stabilisce”. L’attenzione alla musica sacra e al canto si riduce a
quella parentesi. Vanno curati…ma come? Perché di cure drastiche hanno bisogno
ora che sono grandi malate. Visto che è evidente che non sono curate, ci
vorrebbe forse una presa di posizione più drastica.
In fondo questo è
pienamente in linea con l’interesse dimostrato
per questi argomenti negli ultimi decenni. E questo si vede bene dal fatto che
la maggior parte degli abusi partono proprio dall’uso di musica indegna della
celebrazione. E i Vescovi, che dovrebbero vigilare, spesso si girano dall’altra
parte e fanno finta di niente. Non è la musica che vuole il popolo? No, è la
musica che subisce il popolo perché non conosce altro, non è stato educato alla
vera musica liturgica, come il Papa chiede nell’ultimo documento e il Vaticano
II prima di lui.
Eppure, malgrado parole di
circostanza sull’argomento, anche da
parte di questo Pontefice, non sono mai seguite azioni efficaci per una riforma
della musica sacra che tenga a cuore la sua dignità. Se si vuole essere
inflessibili, come vediamo con i tradizionalisti, lo si è. Ma come mai coloro
che abusano la liturgia attraverso musica indegna non possono ascoltare simili
parole di condanna per loro? Eppure questi sono molti di più.
Forse perché la situazione
è talmente deteriorata che si è persa
la speranza di poter fare qualcosa per cambiarla. Ma se non tentano dal
Vaticano, altrove le persone di buona volontà potranno poco in questo senso. Se
non c’è un incoraggiamento deciso e dei paletti da non superare, anche i pochi
che non agiscono per timore potranno fare ben poco per migliorare la tragica
situazione.
(Fonte: Aurelio Porfiri,
LNBQ, 4 luglio 2022)
https://lanuovabq.it/it/la-musica-sacra-la-grande-assente
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