Le interviste a papa Francesco ormai escono a getto continuo, un fenomeno dannoso per la Chiesa. Ma vale comunque la pena rilevare lo strano atteggiamento davanti all'aborto: durissimo nel condannare la pratica, estremamente soft nel tirarne le conseguenze.
Anche i fan più
oltranzisti del Papa dovrebbero rendersi conto che si tratta di interviste che, aldilà dei contenuti,
alla fine sono dannose per la Chiesa e per l’istituzione del papato. Perché
così si sminuisce l’autorevolezza del Papa, ridotto al rango di un opinionista
qualsiasi (già anni fa girava la battuta del signore che chiedeva “Ha detto
qualcosa sulla campagna acquisti della Roma?”). Ma soprattutto genera nei
fedeli – e non – una confusione tra ciò che è opinione personale (legittima, ma
opinabile) e ciò che invece è l’insegnamento della Chiesa, che dovrebbe essere
l’unica vera preoccupazione del Papa.
Sarebbe dunque cosa buona
che si smettesse con queste interviste, e
se proprio non ci riesce lui che siano almeno i giornalisti a rendersi conto
che non conviene neanche a loro vendere un “prodotto” così inflazionato.
Detto questo però, per la
sua importanza va rilevato almeno lo strano atteggiamento del Papa riguardo
all’aborto. Da una parte è molto
drastico nel giudizio: nell’intervista alla Reuters ha
ripetuto un concetto già espresso in passato, «è come assoldare un sicario»; e
poi: «È lecito, è giusto eliminare una vita umana per risolvere un problema?».
Poi però nella stessa intervista diventa neutrale riguardo alla sentenza della
Corte Suprema che ha negato l’aborto essere un diritto: il Papa afferma che
«rispetta la sentenza» ma non è in grado di entrare nelle questioni
tecnico-giuridiche. Una risposta “diplomatica” incomprensibile, visto che non
c’è nulla di difficile da capire sul senso della sentenza. Poi, ancora peggio,
lancia un siluro al vescovo di San Francisco, monsignor Cordileone, che –
coerentemente con il Catechismo e il Codice di Diritto Canonico - ha deciso di
negare la comunione alla leader democratica Nancy Pelosi per il suo sostegno
aperto all’aborto: «Quando la Chiesa perde la sua natura pastorale, quando un
vescovo perde la sua natura pastorale, crea un problema politico», ha detto il
Papa. E pochi giorni prima aveva apertamente sconfessato monsignor Cordileone,
accogliendo la Pelosi in Vaticano e lasciando che ricevesse la comunione alla
messa in San Pietro che lo stesso Papa ha iniziato a celebrare (a metà messa ha
fatto continuare la celebrazione a un cardinale).
Comunque, di fronte
all’escalation della guerra per l’aborto negli USA che lo stesso presidente Biden incentiva, il Papa è
tornato sull’argomento nell’intervista a Televisa, spiegando
che, essendo cattolico, Biden è «incoerente» nel sostenere l’aborto, ma lascia
questo alla «sua coscienza»: «Parli con il suo vescovo, con il suo pastore, con
il suo parroco di questa incoerenza».
La domanda che sorge
spontanea è questa: se Biden, invece
di dichiarare guerra ai bambini non nati, firmasse un ordine esecutivo intimando
alla polizia di frontiera di sparare sui migranti irregolari che entrano negli
Stati Uniti dal Messico, il Papa direbbe ancora che Biden è incoerente, ma che
se la veda con la sua coscienza? O lancerebbe tuoni e fulmini? Ricordiamo che
per molto meno, sulle politiche migratorie, nel febbraio 2016 papa Francesco
diede del «non cristiano» all’allora presidente americano Donald Trump.
È questo doppio standard
sull’aborto che lascia interdetti e,
in fondo, fa nascere dubbi sul reale pensiero del Papa in materia: sembra quasi
che da una parte tenga buoni i pro life dicendo parole pesantissime contro
l’aborto (a volte perfino esagerate), ma usi questo poi per poter avere un
approccio pastorale molto soft, ai limiti della complicità.
Il problema posto da monsignor Cordileone e da altri vescovi non è affatto
politico: se l’aborto è un peccato gravissimo, come sostiene anche papa
Francesco, chi si comunica senza prima pentirsi, riconciliarsi con Dio e
cambiare condotta, «mangia e beve la sua propria condanna», secondo san Paolo
nella Prima Lettera ai Corinzi. È un problema di vita eterna. Davvero il Papa è
indifferente alla condanna eterna di Biden e Pelosi? Oppure è san Paolo a
sbagliare?
Peraltro la questione è
molto più ampia e riguarda tutti: se
con un peccato pubblico così grave è lecito ricevere la Comunione, allora vale
per chiunque sia in peccato mortale, basta sentirsi tranquilli con la
coscienza. Perché dovrebbe essere diverso per chi bestemmia, ruba, tradisce il
proprio coniuge, uccide i propri genitori, spaccia droga o chi comunque istiga
a farlo?
Qui la politica non
c’entra, il vero problema è
anzitutto il significato dell’Eucarestia, se davvero sia o no la presenza
reale di Gesù, con tutto quel che comporta. E se invece si è convinti di cosa
sia l’Eucarestia, il problema diventa il giudizio vero sull’aborto: è davvero
questo orribile assassinio oppure si pensa che, in fondo, non sia così grave?
(Fonte: Riccardo Cascioli,
LNBQ, 14 luglio 2022)
https://lanuovabq.it/it/papa-e-aborto-qualcosa-non-torna
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