martedì 29 maggio 2012

Mons. Anatrella contro l'ideologia del gender

Mi era sfuggito a suo tempo un importante articolo sull’ideologia che inesorabilmente sta avanzando, prendendo sempre maggior consistenza nella nostra società. Data la grandissima attualità dell’argomento, lo riporto molto volentieri anche se un po’ datato:
«Le parole di mons. Tony Anatrella, sabato 15 0ttobre a Brescia, meritano di essere ricordate a lungo. «Non abbiate paura di combattere l’ideologia del gender, che sarà il tormentone del secolo, anche se troverete opposizioni e ostilità, e soprattutto timore anche all’interno della Chiesa. Siate una minoranza profetica, che fa proprie le parole del beato Giovanni Paolo II all’inizio del suo pontificato, nel 1978, quando appunto invitò a non avere paura di Cristo».
Il pubblico presente al Convegno promosso dall’Ufficio famiglia e dall’Ufficio pastorale della salute della diocesi di Brescia, oltre a molte altre associazioni attive nel campo dell’ideologia di genere, era composto da più di duecento persone che hanno pagato un prezzo d’ingresso per ascoltare le due lunghe e profonde relazioni del sacerdote e psicanalista francese, consultore dei pontifici consigli della salute e della cultura. I presenti sono rimasti profondamente colpiti dall’appello finale di mons. Anatrella, dall’incitamento a sollevare il velo di silenzio e di ipocrisia che attanaglia il mondo delle diocesi e delle parrocchie sull’ideologia di genere, che ha preso il posto del marxismo e che, come fece quest’ultimo nel secolo scorso, continua a penetrare oggi nel corpo sociale e in quello ecclesiale, senza che i pastori e gli uomini di cultura se ne rendano conto e predispongano un’adeguata reazione culturale.
Eppure, ha raccontato mons. Anatrella, l’ideologia di genere è presente in mezzo a noi da ormai cinquant’anni e il Magistero della Chiesa ha prodotto l’importante Lettera della Congregazione sulla dottrina della fede sulla collaborazione fra l’uomo e la donna già sette anni fa (31 maggio 2004) così come i principali dicasteri vaticani se ne occupano da decenni. Ciononostante, il tema fatica ad essere messo nelle agende dei piani pastorali, raramente vengono organizzati convegni o conferenze sul tema nelle diverse diocesi, insomma si continua a percepire molta ignoranza o molta paura.
E invece bisogna fare conoscere la gravità del pericolo rappresentato dall’ideologia di genere. A questo fine Anatrella ne ha ripercorso l’origine e lo sviluppo, il suo rapporto con le diverse correnti del movimento femminista, il suo legame con l’ideologia marxista: «L’ideologia di genere, generata dalle scienze sociali, è un nuovo idealismo a immagine del marxismo, contrario all’interesse dell’uomo», ha detto nel suo intervento. E ha usato come traccia per interpretare e giudicare questo fenomeno l’enciclica Caritas in veritate di Papa Benedetto XVI, considerata una pietra miliare per affrontare il tema.
Quindi nella seconda parte della giornata, Anatrella ha voluto indicare la strada del matrimonio come l’unica capace di esprimere la complementarietà dei sessi, perché solo attraverso l’unione fra l’uomo e la donna nel matrimonio si può portare a compimento la complementarietà dei sessi, voluta da Dio ed espressa nella creazione del maschio e della femmina («maschio e femmina li creò»). Durante la sessione pomeridiana, mons. Anatrella ha anche voluto descrivere il problema rappresentato dalla diffusione dell’omosessualità, una piaga che colpisce soprattutto i giovani, una condizione di disagio che può essere superata, anche con la psicoterapia, ma che spesso non si vuole affrontare. Anatrella ha così polemizzato con le numerose lobby che spingono i governi, sotto la pressione delle diverse agenzie dell’ONU e dei mass-media, quasi tutti allineati sul pensiero unico, a legalizzare le unioni omosessuali e la possibilità di adottare dei figli da parte di coppie omosessuali: «I Paesi occidentali commettono un grave errore […] ammettendo nel nucleo centrale della legge, la coesistenza di una contraddizione sul senso della coppia, del matrimonio, della famiglia».
Anatrella si è soffermato a lungo sugli effetti distruttivi prodotti sul corpo sociale dalle cattive leggi: ha riportato dati inquietanti relativi al divorzio in Europa, ricordando come nel periodo 1998-2008 si sono conclusi 10,5 milioni divorzi nei 27 paesi dell’Unione europea, che hanno coinvolto 14,5 milioni di bambini, e contemporaneamente ha messo in evidenza il calo di matrimoni, per cui nel 2008 ci sono stati 725mila matrimoni in meno rispetto al 1980, ma 334mila divorzi in più: ci stiamo così avvicinando al rapporto di un divorzio ogni due matrimoni ogni anno (1milione di divorzi ogni 2,3 milioni di matrimoni). Anatrella ha così messo in evidenza, dati alla mano, come si sia passati dalla guerra fra le classi a quella fra i sessi, in nome di una ideologia che nega l’esistenza di una natura umana, perché l’uomo sarebbe unicamente il prodotto della cultura e quindi la mascolinità e la femminilità «non sono che costruzioni sociali», espresse dal contesto sociale di un periodo della storia.
Pur insistendo sulla drammaticità della situazione, mons. Anatrella ha concluso con un richiamo a darsi da fare e a sperare, ricordando che il marxismo è stato sconfitto proprio perché ci sono state minoranze che hanno saputo resistere al clima di omologazione culturale dell’epoca. Così anche l’ideologia di genere potrà essere superata, se vi saranno delle minoranze che supereranno la paura e sapranno offrire il loro tempo a una nuova evangelizzazione che sappia mostrare l’errore di questa nuova «eresia antropologica».
 
(MaLa da: Marco Invernizzi, la Bussola quotidiana, 17 ottobre 2011)


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