Non è
la prima volta che Papa Francesco scende in campo per assolvere l'islam dalla
responsabilità del terrorismo di chi sgozza, decapita, massacra e si fa
esplodere urlando «Allah è il più grande».
L'ha
fatto all'indomani della strage dei vignettisti di Charlie Hebdo il 7 gennaio
2015 a Parigi, arrivando a giustificare l'atrocità dell'Isis per avere
rappresentato in modo irriverente Maometto. L'ha fatto all'indomani del barbaro
sgozzamento il 26 luglio 2016 in una chiesa a Saint-Étienne-du-Rouvray, in
Normandia, dell'anziano sacerdote cattolico Jacques Hamel da parte di due
giovani terroristi islamici francesi. Cinque giorni dopo, domenica 31 luglio,
quasi fosse la Chiesa a doversi discolpare e quasi fosse la cristianità a
dovere tendere la mano all'islam, fu consentito agli imam di entrare nelle
chiese in Italia e in Francia, di salire sugli altari affiancati dal sacerdote
e di recitare i versetti del Corano in arabo. Fu la prima volta in assoluto che
accadde in 1.400 anni di storia dell'islam. La Chiesa per 1.400 anni ha sempre
condannato l'islam, ha sempre condannato il Corano, ha sempre condannato
Maometto. Non c'era mai stata una così formale e plateale legittimazione
dell'islam come religione.
L'affermazione
di Papa Francesco fatta ieri all'università Roma Tre, «non esiste il terrorismo
cristiano, non esiste il terrorismo ebraico e non esiste il terrorismo
islamico», è un passo ulteriore nell'accreditare il relativismo religioso.
Mettere sullo stesso piano ebraismo, cristianesimo e islam, assolvendoli
indistintamente e acriticamente perché sarebbero le «tre grandi religioni
monoteiste, rivelate, abramitiche», sostenendo che tutte e tre adorerebbero lo
stesso Dio «clemente e misericordioso», ci impone la conclusione che l'islam è
una religione legittima a prescindere dai suoi contenuti e dai comportamenti
violenti dei suoi adepti.
Papa
Francesco sbaglia nel sovrapporre in modo automatico la dimensione della
persona con la dimensione della religione. Il cristianesimo si fonda sull'amore
del prossimo, il cristiano è tenuto ad amare cristianamente il musulmano a
prescindere dalla sua fede, ma non a legittimare la sua religione anche se i
suoi contenuti sono del tutto incompatibili con la fede cristiana, perché
l'islam condanna l'ebraismo e il cristianesimo di miscredenza e legittima
l'uccisione dei miscredenti.
Sarebbe
sufficiente che Papa Francesco ascoltasse più attentamente i sacerdoti e i
vescovi cristiani e cattolici d'Oriente, che conoscono bene l'arabo e il
Corano, che hanno subito la discriminazione e patito la persecuzione islamica
per il semplice fatto di essere cristiani.
Papa
Francesco sbaglia facendo propria la tesi che ha prevalso in seno ai vertici
della Chiesa, secondo cui il nemico da combattere è la secolarizzazione della
società e la diffusione dell'ateismo, specie tra i giovani. In questo contesto
si è giunti alla conclusione che l'islam sarebbe un alleato perché mantiene
comunque in piedi l'idea di Dio. Si tratta di un tragico errore perché non è lo
stesso Dio. Non c'è nulla che accomuna il Dio Padre della cristianità con
l'Allah islamico che nei versetti 12-17 della Sura 8 del Corano tuona «getterò
il terrore nel cuore dei miscredenti. Colpiteli tra capo e collo (...) Non
siete certo voi che li avete uccisi, è Allah che li ha uccisi».
Papa
Francesco sbaglia promuovendo un immigrazionismo che sta auto-invadendo
l'Europa di milioni di giovanotti islamici. Come può immaginare che la
rigenerazione della vita e la rivitalizzazione della spiritualità in questa
Europa decadente possa realizzarsi con la sostituzione della nostra popolazione
con una umanità meticcia e con l'avvento dell'islam? Il continuo riferimento
storico sulle contaminazioni etniche che hanno connotato la storia dell'Europa
è sbagliato, sia perché si è trattato di popolazioni cristiane o che hanno
aderito al cristianesimo, sia soprattutto perché l'Europa e la Chiesa hanno
potuto salvaguardare la propria identità e la propria civiltà solo perché hanno
combattuto e sconfitto gli eserciti invasori islamici a Poiters (732), con la
Reconquista (1492), a Lepanto (1571), a Vienna (1683).
Papa
Francesco si ricordi che tutto il Mediterraneo era cristiano fino al Settimo
secolo. E che in meno di 200 anni dopo la morte di Maometto nel 632 le
popolazioni cristiane al 98% che popolavano la sponda orientale e meridionale
del Mediterraneo furono violentemente sottomesse all'islam. Per averlo evocato
nella sua Lectio Magistralis a Ratisbona il 12 settembre 2006 Benedetto XVI fu
messo in croce fino a quando fu costretto a rassegnare le dimissioni.
Papa
Francesco probabilmente sa già tutto ciò e pertanto non possiamo continuare a
dire che sbaglia. Dobbiamo avere l'onestà intellettuale e il coraggio umano di
dire che Papa Francesco sta consapevolmente ottemperando a una strategia
finalizzata alla legittimazione dell'islam come religione costi quel che costi,
anche se culminerà nel suicidio della Chiesa.
(Fonte:
Magdi Cristiano Allam, Il Giornale, 18 febbraio 2017)
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