mercoledì 19 luglio 2017

Abusi sessuali. Che coincidenze nell'inchiesta del coro!

Me, come direbbe Carlotta, la figlia Pasionaria di Guareschi, alle coincidenze ci credo. E tanto più se vengono da un Paese preciso e al di sopra di ogni sospetto come la Germania. Così, quando ho letto che "finalmente" è stato pubblicato il rapporto sulle violenze compiute sui passerotti del coro del Duomo di Ratisbona.
E’ vero che parliamo di 547 episodi, spalmati nell’arco di circa mezzo secolo, e di cui per fortuna o grazie a Dio, come preferite, solamente 67 riguardano abusi sessuali. Gli altri rientrano in una pedagogia che adesso farebbe inorridire e intaserebbe Telefono Azzurro; ma all’epoca era diffusa. Dare una sberla a un allievo testone, o eccessivamente indisciplinato, era la norma; e nessun genitore avrebbe armato una protesta per una sberla. Io mi ricordo – nella regal Torino degli anni ’50, scuola elementare Federico Sclopis, via del Carmine, di essere stato messo dietro la lavagna in punizione per non ricordo quale reato. E qualche scappellotto l’ho visto volare.
Ben più gravi gli abusi sessuali: e bene ha fatto la Chiesa tedesca a voler mettere un punto finale alla vicenda, con una sua inchiesta, affidata a un responsabile esterno. Quarantanove persone sono state identificate; i due principali responsabili sono morti da una trentina d'anni. I reati sono comunque prescritti. Le vittime riceveranno un compenso-rimborso di ventimila euro ciascuno.
E a questo punto cominciano le coincidenze. Il destino ha voluto che il rapporto tirasse in causa Georg Ratzinger, il fratello maggiore di Joseph, che per molti anni è stato il Direttore del Coro dei “Passeri del Duomo”. Georg ha diretto il corso per trent’anni, dal1964 al 1994. In un’intervista di sette anni fa ammise qualche schiaffo nei primi anni di incarico. "Se fossi stato a conoscenza dell'eccesso di violenza utilizzato, avrei fatto qualcosa (...) Mi scuso con le vittime", disse. Nella conferenza stampa l'avvocato Weber ha attribuito a Georg Ratzinger la responsabilità di "aver chiuso gli occhi e non aver preso misure a riguardo".
Certo la coincidenza è che il rapporto coincide temporalmente con il messaggio di Benedetto XVI per le esequie del card. Meisner. Un messaggio in cui come sappiamo si è voluto vedere da parte di qualcuno una critica alla situazione della Chiesa, e ai pastori che non lottano contro la dittatura dello spirito del tempo, e di cui la Chiesa tedesca certo non difetta. E poi ce n’è anche per Müller, nel rapporto. Gerhard Ludwig Müller era vescovo di Ratisbona nel 2010. Il rapporto critica la sua gestione, rimproverandogli in particolare la mancanza di dialogo con le presunte vittime. Povero Müller! Non gli è bastata la pedata nel sedere del Pontefice, e dover cercare, passato il primo bruciore (vedi l’intervista al Passauer Neue Presse) di far finta di niente, e che il Pontefice gli vuole bene. Adesso anche quest’altra cosina simpatica dalla natia Germania, dove, come si sa, è popolarissimo presso i confratelli.
Nel frattempo è stata annunciata la nomina del segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede. Non, come qualcuno si aspettava, il Segretario aggiunto, l’arcivescovo americano Agostino Dinoia. Ma il sottosegretario, mons. Giacomo Morandi, l’uomo collocato nella ratzingeriana e muelleriana congregazione un anno e mezzo fa. Una carriera ben rapida. E’ proprio nato sotto una buona Stella. Quella di Beniamino, Prefetto della Congregazione per il Clero, il grande regista curiale del Pontefice. Tutte coincidenze.

(Fonte: Marco Tosatti, LNBQ, 19 luglio 2017)



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