La notizia che mi lascia sbalordito è questa: il “presidente”
della Camera [non me ne voglia l’autore che usa il
termine “presidenta”, ma mi rifiuto di usare una tale storpiatura: trattandosi
di una carica istituzionale dello Stato Italiano, essa conserva invariato il suo
nome proprio, indipendentemente dal genere di chi la ricopre, uomo o donna che
sia! n.d.r.], tale Laura Boldrini, ha istituito una commissione contro
l’odio (la denominazione ufficiale è “commissione sull’intolleranza,la
xenofobia, il razzismo e i fenomeni di odio” (sic!), che in questi giorni ha
terminato i propri lavori, svolti, immagino, in un clima di grande amore e
tolleranza. Come frutto di tale tenero lavoro, è stata depositata una relazione
che non può non far inorridire tutti coloro che hanno a cuore l’articolo 21
della Costituzione che tutela la libertà di opinione e l’articolo 33 che tutela
la libertà delle arti e della scienza e quella del loro insegnamento.
Infatti, il quotidiano La Verità ha
pubblicato alcune
delle raccomandazioni contenute in detta relazione. Enumero e commento.
1)”Approvare alcune importanti proposte di legge all’esame delle Camere,
tra cui quelle sulla cittadinanza e sul contrasto dell’omofobia e della
transfobia”. E’ quasi inutile ripetere che la legge sulla cittadinanza già c’è
e funzione e la presidenta della Camera dovrebbe saperlo. Il contrasto
all’omofobia, così come viene configurato dai compagni della Boldrini, si
tradurrebbe praticamente nella scomparsa, appunto, della libertà di pensiero e
di opinione. Basti pensare che in Spagna un Cardinale è sottoposto a giudizio
per il solo fatto di avere ripetuto, in una omelia, la dottrina cattolica circa
i temi dell’omosessualità. Se dovesse passare la legge così come richiesta,
calerebbe il silenzio su tutta quella questione. Ma per par
condicio occorrerebbe allora prevedere anche il reato di eterofobia!
Così, silenzio assoluto. Si potrebbe parlare solo di calcio!
2)”Sanzionare penalmente le campagne d’odio (insulti pubblici,
diffamazione o minacce) contro persone o gruppi”. Mi sembra addirittura al
limite del ridicolo pretendere di sconfiggere l’odio per via di legge ed anche
molto presuntuoso, visto che per tale impresa si è scomodato addirittura Dio
donandoci Suo Figlio ed il compito non sembra ancora finito. Poi, la prima a
dover essere perseguita è proprio la presidenta della Camera, la quale, ogni
volta che parla (e purtroppo troppo spesso) non fa che offendere qualcuno.
Ultimamente ha tacciato di ignoranza chi non la pensa come lei. Qui, poi, c’è
un grande equivoco, su cui torna spesso, e giustamente, il nostro comune amico
Robi Ronza: si sta dando per scontato che se uno ha un’idea diversa dalla mia
debba per forza odiarmi. Ma che l’ha detto? Chesterton ha polemizzato tutta la
vita con B. Shaw, ma ha anche sempre detto che egli era il suo migliore amico.
Tacciare di odio chi la pensa in modo diverso costituisce il modo più subdolo
per far fuori la libertà di pensiero.
3)”Rafforzare il mandato dell’UNAR”, che fino ad oggi è stato lo
strumento scorretto (e fuori di competenza) con il quale sono state valorizzate
tutte la organizzazioni LGBT e censurate tutte le altre associazioni.
4)”Rafforzare nelle scuole l’educazione di genere e l’educazione alla
cittadinanza, finalizzata agli obiettivi di rispetto, apertura interculturale,
interreligiosa e contrasto a intolleranza e razzismo”. Il solito ipocrita giro
di parole con le quali le stesse organizzazioni LGBT entrano di soppiatto nelle
scuole solo per propagandare l’ideologia “gender”. Anche questo punto dimentica
la nostra Costituzione, la quale riconosce il diritto all’educazione solo e
unicamente ai genitori, i quali devono poter dire l’ultima parola su quanto
avviene nella scuola su questo tema. Nulla di delicato può avvenire nella
scuola senza il consenso informato della famiglia.
4)”Prevedere l’istituzione di un giurì che
garantisca la correttezza dell’informazione
e sollecitare l’ordine professionale e il sindacato dei giornalisti sul
controllo della deontologia professionale”. Con questa raccomandazione si vuole
far fuori la tanto conclamata libertà di stampa. Durante il ventennio fascista
si parlava di Minculpop ed il pensiero unico era totalmente controllato dal
potere. Oggi si vorrebbe fare altrettanto con un organismo dal nome più gentile
(giurì), ma con le stesse pratiche funzioni.
Caro direttore, sono impressionato da questa
considerazione: ci
sono uomini e donne che si proclamano ardenti antifascisti, ma che sui temi del
libero pensiero cercano di comportarsi esattamente come i fascisti. Tutto ciò
deve essere contrastato apertamente e fortemente in sede civile. Ma anche la
Chiesa dovrebbe preoccuparsi, perché si sta sempre più restingendo ciò per cui,
anche noi laici, ci siamo battuti per molti anni: la “libertas Ecclesiae”.
(Fonte:
La commissione che restringe il nostro spazio di Peppino Zola, LNBQ, 24 luglio 2017)
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