venerdì 18 novembre 2011

Comici, politici, imbonitori, giornali, Tv, datevi da fare: il B. non c’è più!

E così è finita l’era Berlusconi. Ora uno dei passatempi più interessanti sarà quello di vedere che fine faranno tutti coloro che sull’opposizione, sulla resistenza contro questo personaggio hanno costruito le loro fortune. Che farà d’ora in poi un Di Pietro, per esempio? Che senso avrà un partito come il suo, che dell’antiberlusconismo ha fatto la ragione di vita? Sopravviverà a Berlusconi? E di cosa parleranno i vari comici, i vari Fazio e Floris, i vari Santoro, il circo Barnum della televisione di sinistra? E lo stesso Benigni, come riuscirà a tenere in piedi un’ora di spettacolo prima di dedicarsi a Dante? E Beppe Severgnini, su chi scriverà i suoi libri?
Ora i Fini, i Bersani, i Bindi, i Franceschini (tutti volti nuovi, cui sono notoriamente attaccate le speranze degli italiani) non potranno più continuare col solito ritornello “Berlusconi si deve dimettere”. Ora che si è dimesso dovranno dire qualcosa di sensato, qualcosa di serio, qualcosa di responsabile.
E il “popolo viola” a chi lancerà insulti? Su chi scriverà manifesti? A chi lancerà le sue monetine? Passata la nottata, con le ultime sceneggiate davanti a palazzo Grazioli, con le ultime grida d’esultanza, il popolo dal colore moscio e triste si ritroverà con una “rugosa realtà da stringere”, senza una ragione di vita, senza il capro espiatorio su cui scaricare tutti i mali.
Un Berlusconi non più premier farà meno notizia. Anche i presunti scandali sessuali tireranno di meno, faranno vendere meno copie ai giornali. Tira brutta aria. E pensate a tutti i giudici e magistrati che si sono fatti un nome col “resistere, resistere, resistere”. Adesso? Quale scandalo cavalcare? Esiste in giro un altro Berlusconi da combattere, che ti dà una notorietà internazionale?
Un altro passatempo molto interessante sarà vedere all’opera questi uomini che, stando alle pompose, epiche dichiarazioni dell’on. Franceschini, inaugureranno una “nuova epoca”. Sarà interessante verificare che tipo di provvedimenti verranno messi in campo per fronteggiare una crisi che non è affatto finita con l’uscita di scena di Berlusconi.
Perché, suvvia, non ci prendiamo in giro: è vero che il premier non aveva più da tempo una maggioranza affidabile (e quindi è un bene che l’agonia sia terminata, tra l’altro in modo dignitoso, con il significativo risultato di un ultimo decreto che risponde alle richieste dell’Europa), ma è altrettanto vero che ad essere sotto tiro è tutto il sistema Italia, col suo immobilismo, con la paralisi creata dai veti incrociati di partiti e partitini che hanno generato una vera e propria situazione di stallo. Di più: con un’estenuante campagna elettorale cominciata fin subito dopo il trionfo di Berlusconi alle ultime elezioni, che ha dato l’idea di un Paese rissoso, poco coeso, in stato confusionale. Ma questa è solo una parte della questione. C’è di più. Ed è la crisi della politica mondiale, della politica europea. Non c’è nazione che non sia in crisi e questa crisi passerà alla storia come una delle più gravi che l’Occidente capitalistico abbia mai vissuto.
Ho sentito Floris (oggi onnipresente su Raitre) annunciare che finalmente si torna alla realtà. In fondo ha ragione (ma non come crede lui): per troppo tempo troppi hanno vissuto all’ombra di Berlusconi, e hanno spacciato per vero il falso teorema che il problema fosse lui. Un sano bagno di realtà farà molto bene a tutti.

(Fonte: Gianluca Zappa, La Cittadella, 12 novembre 2011)


1 commento:

Roberto Castella ha detto...

Temo che ora aumenterà il tasso di disoccupazione.