La benedizione delle coppie gay sovverte la dottrina cattolica. I pastori vietino la sua applicazione e chiedano al Papa di revocare la Dichiarazione. Firme eccellenti da tutto il mondo lanciano un documento, a cui è possibile aderire.
Appello
filiale a tutti i Cardinali e Vescovi della Chiesa Cattolica.
Eminenze,
Eccellenze:
Noi
sottoscritti, sacerdoti, accademici, scrittori, vi scriviamo in occasione
dell'ultimo documento pubblicato dal Dicastero della Dottrina della Fede,
Fiducia supplicans, che tanto scandalo ha suscitato nella Chiesa durante lo
scorso Tempo di Natale.
Come
è noto, una parte importante dell'episcopato mondiale lo ha praticamente
rifiutato, perché evidentemente si allontana dalla Sacra Scrittura e dalla
Tradizione della Chiesa. Venti conferenze episcopali, decine di prelati e
perfino cardinali che hanno ricoperto le cariche più importanti, come i
cardinali Müller e Sarah, hanno espresso il loro inequivocabile giudizio di
condanna. Lo stesso è stato fatto anche dalle Confraternite del clero cattolico
britannica, americana e australiana.
Mai
nella storia della Chiesa cattolica un documento del Magistero romano aveva
suscitato un rifiuto così forte.
In
effetti, nonostante l'esplicita conferma della dottrina tradizionale della
Chiesa sul matrimonio, contenuta nel documento, la pratica pastorale che esso
consente si trova in diretta opposizione ad essa.
Tant'è
che il documento è stato accolto molto favorevolmente dai pochi episcopati e
prelati che da decenni chiedevano un cambiamento nella dottrina sulla morale
sessuale. È evidente che il messaggio pratico che questa nuova dichiarazione
trasmette è molto più in linea con il programma e le idee di chi vuole cambiare
la dottrina che con la stessa dottrina che il documento dichiara di voler
mantenere intatta.
Il
documento, infatti, introduce una separazione tra dottrina e liturgia, da un
lato, e pratica pastorale, dall’altro. Ma questo è impossibile. Infatti,
l’azione pastorale, come ogni azione, presuppone sempre una teoria e, quindi,
se la pastorale fa qualcosa che non è in armonia con la dottrina, quella che
viene proposta è, in realtà, una dottrina diversa.
La
benedizione (sia essa “liturgica” o “pastorale”) di una coppia è, per così
dire, un segno naturale. Il gesto concreto dice qualcosa naturalmente e,
quindi, ha un effetto comunicativo naturale, immediato, che non può essere
modificato artificialmente attraverso le diverse sottigliezze del documento.
Inoltre una benedizione, in quanto tale, nel linguaggio universale
dell'umanità, implica sempre un'approvazione di ciò che viene benedetto.
Quindi,
il segno concreto che si dà con tali benedizioni, di fronte al mondo intero, è
che le “coppie irregolari”, sia extraconiugali che omosessuali, sarebbero
ormai, secondo la Chiesa cattolica, gradite a Dio, proprio nel tipo di unione
che le configura come coppie.
Né
ha senso separare “coppia” e “unione”, come ha tentato di fare il cardinal
Fernández, poiché la coppia è coppia per l’unione stessa che le dà esistenza.
Il
fatto che altre circostanze accidentali significative (come il tempo, il luogo,
o gli addobbi – come fiori, abiti nuziali, ecc.) siano escluse dall'atto non
cambia la natura dell'atto stesso, poiché persiste il gesto essenziale e
centrale.
Inoltre,
sappiamo tutti per esperienza quanto valgano e quanto durino queste
“restrizioni”.
Il
fatto decisivo è che un sacerdote dà la sua benedizione a due persone che si
presentano come una coppia, e precisamente una coppia definita dalla sua
relazione oggettivamente peccaminosa.
Pertanto
(a prescindere dalle intenzioni e dalle interpretazioni del documento, o dalle
spiegazioni che il sacerdote cercherà di dare) quest'azione sarà il segno
visibile e tangibile di una dottrina diversa, che contraddice quella
tradizionale.
Ricordiamo
che la dottrina tradizionale in materia deve ritenersi infallibile, poiché
confermata inequivocabilmente dalla Sacra Scrittura e dalla Tradizione, una
tradizione universale e ininterrotta, ubique et semper. E bisogna anche
ricordare che questa dottrina è una dottrina di legge naturale, che non ammette
cambiamenti.
Nella
pratica, i fedeli non saranno neppure al corrente delle sottili giustificazioni
teoriche introdotte dalla Dichiarazione, tanto meno di quelle che sono state
aggiunte successivamente nel chiarimento della Dichiarazione.
Il
messaggio che è stato effettivamente lanciato e che il popolo di Dio e il mondo
intero inevitabilmente riceverà e sta già effettivamente ricevendo è che:
La
Chiesa cattolica si è finalmente evoluta e ora accetta le unioni omosessuali e,
più in generale, le unioni extraconiugali.
Una
situazione del genere giustifica pienamente il deciso rifiuto di tante
conferenze episcopali e di tanti prelati, di tanti teologi e di tanti laici.
In
questo contesto, non è assolutamente giustificato, soprattutto per un cardinale
o un vescovo, rimanere in silenzio, poiché lo scandalo che si è già verificato
è grave e pubblico e, lasciato a sé stesso, diventerà inevitabilmente più grave
e profondo.
La
minaccia non è minore, ma tanto maggiore e più grave, perché l’errore viene
dalla stessa Sede Romana.
Questo
errore è destinato a scandalizzare i fedeli, e soprattutto i piccoli, i
semplici fedeli che non hanno modo di orientarsi e di difendersi in una tale
confusione: «Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono in me, sarebbe
meglio che gli legassero al collo una macina da mulino e lo gettassero in mare»
(Mt 18,6).
I
pastori e tutti coloro che hanno una responsabilità nella Chiesa sono stati
costituiti come sentinelle: «Se la sentinella, vedendo arrivare la spada, non
suona il corno per avvertire il popolo, e quando arriva la spada colpisce
qualcuno di loro, questi saranno colpiti per la loro iniquità, ma del loro
sangue io chiederò conto alla sentinella» (Ez 33,6).
Alla
luce di tutto ciò, vi supplichiamo ferventemente:
(1)
Seguite l'esempio coraggioso di tanti fratelli vescovi sparsi nel mondo:
vietate immediatamente l'applicazione di questo documento nelle vostre
rispettive diocesi.
(2)
Inoltre, chiedete direttamente al Papa di revocare urgentemente questo infelice
documento, che è in contraddizione sia con la Scrittura che con l'ininterrotta
Tradizione della Chiesa, e che produce chiaramente un grave scandalo.
In
questo momento difficile, una parola chiara di verità sarà il miglior esempio
della vostra dedizione coraggiosa e fedele al popolo di Dio che vi è stato
affidato, segno di fedeltà alla vera missione del Papato e allo stesso tempo il
modo migliore per collaborare con il Papa stesso, una eloquente “correzione
fraterna”, di cui egli ha urgente bisogno in questo ultimo e più critico
periodo del suo pontificato e della sua vita.
Se
si reagisce prontamente, c'è ancora qualche speranza di salvare questo
pontificato e la stessa persona del papa da una macchia che altrimenti potrebbe
gravare su di lui indelebilmente, non solo nella storia, ma anche
nell'eternità.
(Fonte:
Ecclesia, LNBQ, 2 febbraio 2024)
appello-a-cardinali-e-vescovi-fermate-fiducia-supplicans (lanuovabq.it)
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