martedì 10 giugno 2008

Gad Lerner sulla Chiesa cattolica: opinioni tendenziose.


Per chi non l’avesse ancora capito, ecco un ulteriore esempio del pensiero poco obiettivo di Gad Lerner, un individuo il cui aspetto a volte contratto da una smorfia dolorosa, lascia intuire, a farci attenzione, un animo altrettanto irregolare e psicologicamente problematico. Riportiamo letteralmente: «Non mi piace l’Angelus domenicale del Papa proiettato sui maxi-schermi di piazza Duomo, a Milano, oltretutto su iniziativa unilaterale del sindaco Letizia Moratti, che non ha ritenuto neppure opportuno interpellare l’arcivescovo di quella cattedrale. Perché la sua è una manifestazione politica, che ha ben poco a che fare con la devozione.
Parto da un dettaglio marginale — l’esempio milanese — per dirvi il senso di falsità che avverto in tutta la disfida dell’Università La Sapienza, e il male che sta facendo alla chiesa stessa per prima. Non mi piace il clima di lesa maestà costruito intorno a Benedetto XVI. Colui del quale i credenti cattolici lo riconoscono vicario in terra, Gesù di Nazareth, affrontò rischi maggiori di qualche sberleffo goliardico o di una contestazione anticlericale.
Né l’Italia né il mondo hanno bisogno oggi di una chiesa trionfatrice attraverso l’esibizione di forza numerica, come l’ha convocata in Piazza San Pietro il cardinale Ruini, quasi occorresse lavare un’onta subita. Posso dire, anche se non sono battezzato, che ci vedo assai poco di evangelico in questo abusare del ruolo ecclesiale in chiave ossequiosa e gerarchica?
L’Avvenire, che ha letteralmente nascosto in pagina interna, tra mille eufemismi, la giornata mondiale di penitenza saggiamente promossa dal Papa per chiedere scusa dello scandalo dei preti pedofili, esulta quotidianamente della frattura inferta allo schieramento laico. È vero. La novità è che una parte dell’intellighenzia laica converge in materia di difesa della vita e di morale familiare sul punto di vista della dottrina cattolica. Non solo. Un sistema politico frantumato guarda con appetito a quel 5% di voti che la Conferenza episcopale italiana (Cei) può ancora spostare di qua o di là: scatenandosi in un inseguimento della porpora, a prescindere da alcuna coerenza nella fede o tanto meno nella condotta di vita.
Temo che la componente oggi egemone nella Cei abbia accolto quella frattura tra l’intellighenzia laica e l’ossequio politico neoclericale come un dono della provvidenza. Poco importandole l’autenticità del senso religioso, e relegando in secondo piano la fede come testimonianza.
Per questo, credo che il ritorno alla tradizione, fino a questa specie di nostalgia per il Papa-re, manifesti una debolezza e non certamente una forza rinnovata della chiesa.
Non mi turba affatto lo spazio recuperato in tutto il mondo dalla religione nel discorso pubblico, e anche nell’argomentare politico. Ma allora dico ai miei amici cattolici impegnati nel sociale e in politica: cosa aspettate a protestare contro questo modo strumentale di intendere la religione? Non è forse il contrario della carità cristiana? Di che cosa avete paura? Perché lo dite solo sottovoce?».
Che ne dite? Penso ce ne sia abbastanza per concordare che il bravo Lerner ha perso un’ulteriore occasione per starsene zitto.
Sparare sentenze, spesso, come è successo, anche al "vetriolo", su argomenti che non gli sono congeniali, rischia di rivelare la sua incapacità di formulare un giudizio sereno e imparziale sul mondo cattolico in genere e sulla persona del Papa in particolare. A questo punto non riesce poi così tanto inspiegabile il fatto che le sue, perché no?, "farneticazioni", al pari di tante altre, siano ospitate su “Nigrizia” (febbraio 2008), un periodico “missionario cattolico”, molto sensibile sul sociale che, anch’esso dimentico di tempi migliori, accoglie e rilancia volentieri espressioni molto avanzate del dissenso cattolico: in una parola le teorie di quei rappresentanti della moderna “intellighenzia” catto-laicista, la cui “missione” sembra essere quella di contestare (talvolta anche di demolire), a qualunque titolo e a qualunque costo, il magistero della Chiesa cattolica, Papa in testa. (mario, 10 giugno 2008)

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