Ha la grinta di una veterana e l’entusiasmo di una novizia. Parliamo di Giorgia Meloni (nella foto), neo Ministro delle Politiche Giovanili del Governo Berlusconi IV, esponente di Alleanza Nazionale e proveniente da una brillante esperienza come Vice Presidente della Camera dei Deputati.
Ecco cosa afferma in una recente intervista sul compito della Chiesa nell’educazione giovanile.
D. Ministro, come vive questa nuova esperienza di Ministro delle Politiche giovanili?
R. “Con grande e giusto senso di responsabilità. Ho un compito ingrato, quello di occuparmi dei giovani, ma mi sento pronta ad affrontare un’avventura stimolante e avvincente“.
D. Quali sono, a Suo avviso, i problemi principali dei giovani in Italia?
R. “Limitarsi alla disoccupazione sarebbe sbagliato, anche se il problema esiste ed è grave. Vorrei soffermarmi, piuttosto, sui valori, su quel vuoto esistenziale che accompagna la gioventù moderna. È indispensabile motivare i ragazzi con buoni esempi, con iniezioni di coraggio e di civiltà. I primi a dover aprire la strada sono, naturalmente, gli adulti e, perchè no?, la stessa classe politica”.
D. Cosa può fare la Chiesa cattolica per alleviare il cosiddetto disagio giovanile?
R. “Dall’alto del suo importante e autorevole Magistero, la Chiesa, Madre e Maestra, può davvero giocare un ruolo importante. Non dimentichiamo che essa, non a caso, diffonde valori quali la rettitudine, la solidarietà, l’obbedienza. Non ho dubbi, penso che la Chiesa ci sarà di grande aiuto. Come Ministro delle Politiche Giovanili, accetterò quindi volentieri ogni suggerimento e non scarterò alcuna indicazione proveniente dal mondo ecclesiastico”.
D. Qual è la Sua opinione sul relativismo morale imperante?
R. “La penso come Benedetto XVI, e sono fermamente contraria alla cosiddetta dittatura del relativismo, quel farsi portare qua e là da correnti di pensiero debole che non aiutano in alcun modo gli individui e la società. Non è bella un’etica fai da te, e credo sia indispensabile che i giovani siano orientati ad apprendere valori morali universali, proprio come quelli che diffonde la Chiesa. Non si può vivere come se non si dovesse mai morire! Mi batterò con tutte le mie forze per trasmettere questo messaggio ai giovani e per combattere ogni forma di relativismo morale”. D. Ministro, in conclusione: ha fiducia nel Magistero di Papa Benedetto XVI?
R. “Certamente. Il Santo Padre, anche per quanto riguarda il mondo giovanile, rappresenta l’autorità morale più qualificata. Lo considero una stella polare e merita ogni rispetto e considerazione per quanto fa in favore dei giovani. Lo apprezzo molto, davvero”.
(Bruno Volpe, Petrus, 2 giugno 2008)
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